Spesso tendiamo a rifugiarci nella lettura per trovare conforto e accoglienza, per evadere da una quotidianità poco soddisfacente.
Ma i libri possono curarci veramente? Scopriamo di più in questo articolo.
Biblioterapia: le origini
La biblioterapia è una pratica che consiste nell'utilizzare la lettura di libri per promuovere il benessere psicologico e affrontare le sfide della vita.
Ella Berthoud e Susan Elderkin, amiche di vecchia data e figure di spicco nel campo della biblioterapia, fanno risalire le radici di questa pratica curativa agli antichi Greci, che già nel III secolo a.C. riconoscevano il potere terapeutico dei libri; una testimonianza significativa è l'iscrizione presente all'ingresso di una biblioteca di Tebe, che recitava: "Questo è un luogo di guarigione per l'anima".
Tuttavia, è nel corso del XIX secolo che la biblioterapia inizia ad assumere una forma più strutturata: un momento cruciale è rappresentato dall'approccio innovativo di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, che integrò l'uso della letteratura nelle sue sedute terapeutiche. Freud riconobbe il valore dei libri come strumento per esplorare l'inconscio, elaborare traumi e dare voce alle emozioni represse.
Il XX secolo ha visto un'ulteriore evoluzione della biblioterapia, con un'attenzione crescente al suo potenziale per affrontare diverse problematiche: dopo la Prima Guerra Mondiale ai soldati traumatizzati che tornavano dal fronte veniva spesso prescritta la lettura come parte del loro percorso di guarigione.
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"I bibliotecari negli Stati Uniti ricevevano una formazione specifica su come consigliare i libri ai veterani della Prima Guerra Mondiale", racconta Elderkin. "Ed è interessante notare come, nello stesso periodo, anche nel Regno Unito i romanzi di Jane Austen venissero utilizzati per scopi biblioterapici."
Nel corso del XX secolo la biblioterapia ha trovato applicazioni diverse in ospedali, biblioteche e contesti di assistenza sociale; oggi questa pratica è riconosciuta come una valida modalità terapeutica e viene adottata da psicologi, assistenti sociali, operatori sanitari, medici e professionisti che lavorano con gli anziani.
L’esperienza della biblioterapista Ella Berthoud: la lettura come cura per l’anima
Berthoud negli anni ha compreso che la letteratura può essere un valido alleato per affrontare una vasta gamma di difficoltà, tra cui ansia, depressione, divorzio, preparazione al parto e preoccupazioni legate al cambiamento climatico; crede che la lettura possa avere un impatto profondo sulla nostra psiche, aiutandoci a dare un nome e una forma a emozioni che prima sembravano indescrivibili.
Questo processo di verbalizzazione, reso possibile dalla familiarità con le storie dei personaggi dei libri, può aiutare i lettori a dare un senso alle proprie esperienze e a sentirsi meno soli nel loro percorso di vita.
Pur riconoscendo il valore dei saggi (come quelli di self help o auto-aiuto, spesso utilizzati in ambito psicologico), Berthoud preferisce concentrarsi sulla narrativa nelle sue prescrizioni biblioterapiche: la sua convinzione è che i romanzi abbiano il potere di raggiungere il nostro subconscio in modo più diretto, innescando una trasformazione interiore che può portare a una maggiore consapevolezza di sé e a un cambiamento positivo.
"A volte, le persone che stanno attraversando un periodo di dolore e perdita possono desiderare un romanzo che affronti apertamente il tema della morte e dell'elaborazione del lutto", spiega Berthoud. "In questi casi, la lettura può fungere da specchio, aiutando il lettore a riconoscere e validare le proprie emozioni, trovando conforto nel sapere che non è solo ad affrontare un simile dolore."
La biblioterapista sottolinea come sia fondamentale creare un elenco di raccomandazioni personalizzato, che risuoni con la persona specifica e le sue preferenze individuali: "Si tratta di un lavoro di ascolto profondo e di sintonia con la situazione e la personalità del cliente", afferma Berthoud. "Solo in questo modo è possibile curare la prescrizione biblioterapica in modo efficace, offrendo al lettore i libri giusti per il suo momento di vita."
Prima di una sessione individuale, infatti, viene spesso sottoposto un questionario per raccogliere informazioni sulle preferenze di lettura del cliente; si rivela uno strumento prezioso, in quanto consente ai clienti di esprimere apertamente i propri gusti letterari, indicando sia ciò che apprezzano, sia ciò che non li attrae.
Durante l’incontro Berthoud si immerge nel mondo del cliente, ascoltando attentamente le sue storie, le sue emozioni e le sue sfide, e grazie alla sua vasta conoscenza letteraria, maturata attraverso la lettura di circa tre libri a settimana, è in grado di offrire una guida personalizzata, suggerendo le storie più adatte a ogni singolo individuo.
Ma qual è il punto di vista medico-scientifico?
Emely Rumble, psicoterapeuta e terapeuta decoloniale con un focus sulla letteratura, riconosce il valore inestimabile della biblioterapia per la sua accessibilità, praticità e capacità di adattamento.
Che si tratti di un romanzo avvincente, di memorie toccanti, di una raccolta di poesie evocative o di un libro di auto-aiuto illuminante, sottolinea come la lettura sia uno strumento di guarigione versatile e potente; la sua capacità di aiutarci a elaborare le emozioni, acquisire intuizioni profonde sulle nostre esperienze e scoprire nuove prospettive è davvero notevole.
"In fondo, la biblioterapia consiste nel trovare guarigione e crescita nelle storie, che fanno parte della cultura umana da secoli", afferma la specialista. "Che si tratti di momenti di gioia o di difficoltà, la letteratura ci fornisce connessione, comprensione e speranza."
La sua convinzione si basa sulla profonda comprensione del potere trasformativo delle arti creative ed espressive, che ci riconducono al nostro sé più autentico e incoraggiano la ricerca e l'esercizio della nostra voce interiore: “Queste pratiche offrono modalità alternative per connettersi con il proprio sé interiore, senza la necessità di un accesso immediato a risorse finanziarie."
Attraverso l'espressione artistica, dunque, le persone possono dare forma ai propri pensieri, sentimenti ed esperienze, spesso difficili da verbalizzare.
Questo processo creativo può portare a una maggiore consapevolezza di sé, alla scoperta di nuove risorse interiori e alla capacità di affrontare le sfide della vita con maggiore resilienza.
Inoltre, Rumble evidenzia come le arti creative siano accessibili a tutti, indipendentemente dal background culturale o socioeconomico; non richiedono particolari talenti o abilità artistiche, ma solo la volontà di sperimentare e lasciarsi andare al flusso creativo.
Come sottolineato da una ricerca del 2021, con un focus sull’applicazione di questa tecnica durante la pandemia da Covid-19 (quando la salute mentale è stata messa a dura prova per molti individui), la biblioterapia non è solo un trattamento a sé stante, ma anche un approccio integrativo e multidisciplinare che si intreccia con diverse aree del sapere, dalla psicologia alla medicina, dalle discipline umanistiche alla letteratura.
Proprio questa sinergia permette di affrontare il benessere della persona in modo ampio e completo, prendendo in considerazione tanto gli aspetti emotivi quanto quelli cognitivi e sociali.