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Sindrome di Procuste: cos'è e come riconoscerla

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 08 Novembre, 2023

ragazzo al lavoro con una coppa in mano, colleghi parlano dietro alle spalle

Cos'è la sindrome di Procuste e come fare per riconoscerla? Quali sono i sintomi che la caratterizzano e come relazionarsi con chi ne soffre? Facciamo chiarezza.

Cos'è la sindrome di Procuste

Il significato del nome sindrome di Procuste fa riferimento a una condizione psicologica per la quale una persona prova una forte invidia nei confronti di un'altra

Da una parte vi è, quindi, un soggetto che avverte sentimenti di disprezzo e di gelosia (celata o anche abbastanza evidente) nei confronti di un altro individuo colpevole solo di avere raggiunto posizioni professionali, sociali o personali che la prima persona reputa più avanzate, mentre dall'altra vi è una sorta di vittima che si ritrova in una posizione decisamente scomoda senza aver fatto nulla per meritare tanta ostilità gratuita.

L'origine di questa definizione deriva dal mito greco di Procuste: quest'ultimo era un locandiere che permetteva ai clienti di dormire nel letto solo a patto che essi vi si adattassero perfettamente; se, invece, erano troppo alti (quindi, a livello simbolico, eccellevano in qualcosa), era solito amputare gli arti delle sue vittime con metodi feroci e sadici, così che il corpo riuscisse ad aderire esattamente al letto. 

Tale leggenda è stata poi mutuata dalla psicologia, che la utilizza per indicare tutte quelle persone che, essendo molto intolleranti nei confronti degli altri, non riescono ad avere un confronto sano e alla pari.

Oltre allo sviluppo di rapporti logoranti, malsani e frustranti, ciò che caratterizza i soggetti affetti da sindrome di Procuste è che essi non si limitano a provare invidia in silenzio, ma passano all'azione, mettendo in atto tutta una serie di manovre intimidatorie o di sabotaggio che hanno come obiettivo quello di ostacolare la malcapitata vittima. 

Le persone con maggior talento, capacità, bellezza, successo o riconoscimento, quindi, vengono disprezzate e messe in difficoltà in tutti i modi.

Tale forma di invidia patologica non si esplica solo in ambito lavorativo, ma può essere presente anche in contesti familiari o sociali. L'individuo che ne soffre prova un sentimento di frustrazione e di insicurezza talmente intenso che sfocia in avversione nei confronti di chi, secondo lui, "non si merita" di raggiungere determinati successi. 

A differenza di una qualsiasi forma di gelosia sana, in questo caso subentra una forma di invidia molto negativa che conduce anche, nelle situazioni più gravi, a mettere in campo tutta una serie di azioni e di comportamenti sleali volti a ostacolare e sminuire l'altra persona.

Sindrome di Procuste: come riconoscerla

La sindrome di Procuste si connota per la presenza di tratti piuttosto evidenti, i quali, più che dei sintomi veri e propri sono da considerarsi delle caratteristiche individuali. I soggetti che provano questa forma di invidia patologica si caratterizzano per:

  • livello di autostima molto basso o, viceversa, spiccato egocentrismo che maschera una personalità fragile;
  • forte insicurezza;
  • scarsa resistenza allo stress;
  • frustrazione e difficoltà a mantenere il controllo;
  • esagerata sensibilità emotiva;
  • suscettibilità;
  • scarsa empatia;
  • rigidità e poca flessibilità;
  • grande difficoltà ad accettare i cambiamenti;
  • tendenza a manipolare le persone per ottenere dei vantaggi;
  • volontà di imporre il proprio punto di vista su quello degli altri;

Talvolta può essere difficile riconoscere una persona affetta da sindrome di Procuste, in quanto essa appare in pubblico come dotata di una forte autostima e di un sano egocentrismo. In realtà essa assume tratti patologici quando incontra una personalità a cui vorrebbe assomigliare e inizia a mettere in atto atteggiamenti persecutori o vessatori nei confronti della sua vittima.

La sindrome di Procuste in famiglia o sul lavoro

Questa forma di vessazione psicologica si può trovare tanto sul posto di lavoro, quanto in ambito famigliare. Per quanto riguarda l'ambiente professionale, per capire se si è possibili vittime di un'invidia patologica può essere utile osservare queste situazioni:

  • ci si trova ad avere a che fare con persone in posizione gerarchica che sono particolarmente intolleranti ai cambiamenti. Questi ultimi, invece che essere valutati con obiettività ed eventualmente accolti con fiducia e positività, vengono ostacolati in tutte le loro forme. Il sentimento dominante è quello della paura, soprattutto il timore di essere sostituiti da persone più capaci, o più giovani o più aggiornate;
  • individui con un marcato senso di inferiorità;
  • persone che tendono a creare un clima di aggressività, sfiducia e competizione malsana. Il loro obiettivo non è quello di progredire come team, ma ostacolare tutti coloro che potrebbero, in qualche modo, metterli in ombra;
  • in ambito lavorativo, le persone più brillanti, carismatiche o intraprendenti, vengono criticate, allontanate o vessate con l'intento di annullarle ed umiliarle;
  • il desiderio principale di un individuo affetto da tale sindrome è quello di mantenere lo status quo, ovvero di risultare sempre il più bravo, il più capace o il più "arrivato". Quando una figura nuova irrompe e cerca di dimostrare il suo valore portando con sé una ventata di cambiamento, essa viene subito rimessa al proprio posto;

Sindrome di Procuste: come difendersi da essa

Una volta compreso cosa significa essere vittima della sindrome di Procuste in psicologia, è possibile difendersi da essa? E se sì, come? Purtroppo mettere un freno alla volontà di primeggiare di questa categoria di individui è molto difficile, in quanto l'invidia trova spazio in molti aspetti della vita, dal lavoro all'ambito famigliare.

Non esiste, quindi, un vero e proprio modo per difendersi, tuttavia è certamente possibile prendere atto del comportamento di questi individui, allontanarsi da essi (se possibile) e continuare ad avanzare cercando di raggiungere i propri obiettivi, senza lasciarsi né intimidire, né tanto meno fermare

Qualora si avesse l'impressione che qualcuno ci stesse sabotando a causa della sua frustrazione, è fondamentale saper riconoscere il problema e riconoscere apertamente di essere stati umiliati volontariamente.

È altrettanto importante mettere fine a tale dinamica persecutoria e allontanarsi da una personalità affetta da sentimenti patologici; per riuscirci può essere utile sapere di poter contare su una rete di amici e famigliari pronti a sostenerci e a riconoscere le nostre qualità. 

Parlare con le persone affette da sentimenti di ostilità di così profondi può non essere d'aiuto: se si volesse tentare questa strada, meglio comunque farlo all'interno di una sede opportuna (soprattutto se il contesto in cui ci si trova è di tipo lavorativo) e con l'aiuto di un professionista esterno.

Chiunque si renda conto di soffrire della sindrome di Procuste e volesse migliorare la propria situazione, potrebbe trovare nel confronto con gli altri una via d'uscita alla disfunzionalità dei propri sentimenti. 

Percepire la relazione con individui esterni come una fonte di arricchimento è fondamentale per non farsi schiacciare dal peso della propria insicurezza, inoltre imparare ad accettare il fallimento o i gli errori serve anche per apprendere da essi, riconoscendo il valore del proprio Sé.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr.ssa Emiliana Meleo
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