Il matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia: come funziona?

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 31 Maggio, 2024

Due uomini che si sposano

In Italia il matrimonio tra persone dello stesso sesso è riconosciuto dalla legge oppure no? Come funzionano le unioni gay nel nostro paese rispetto al resto del mondo?

Ecco cosa sapere sull'argomento.

Come funziona il matrimonio tra persone dello stesso in Italia?

In vari paesi del mondo il matrimonio contratto tra persone dello stesso sesso è regolato da una specifica normativa, al contrario di quanto accade in Italia. Nel linguaggio comune per identificare l'unione matrimoniale tra individui dello medesimo sesso si parla di "matrimonio gay" o di "matrimonio egualitario".

Quest'ultima definizione verte sul concetto che l'istituzione matrimoniale sia un diritto fondamentale dell'essere umano e che, quindi, oltre a sancire il principio di eguaglianza tra le persone, possa essere contratto da tutti, indipendentemente dal sesso di appartenenza.

Il tema del matrimonio omosessuale in Italia è da sempre piuttosto controverso e, sebbene esso non sia formalmente vietato o oggetto di reato, in passato non è stata intrapresa nessuna azione legislativa volta a normare le unioni tra persone dello stesso sesso.

Il 21 luglio 2015 la Corte Europea di Strasburgo condannò l'Italia a causa del mancato riconoscimento delle unioni civili, dal momento che, all'epoca della sentenza, esso era rimasto l'unico grande Paese occidentale a non aver legiferato sul tema.

Dal 5 giugno del 2016, tuttavia, in seguito all'emanazione della legge 76 (20 maggior 2016), si è stabilito che le coppie di individui dello stesso sesso residenti in Italia possano accedere all'istituto giuridico dell'unione civile.

Questa legge, anche chiamata Legge Cirinnà dal nome dell'omonima senatrice Monica Cirinnà che la propose, regolamenta i diritti e i doveri dell'unione civile, ammettendo di fatto la possibilità che due partner dello stesso sesso possano far riconoscere la propria unione di fronte allo Stato, ma escludendo l'adozione congiunta e l'obbligo di fedeltà.


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La legge Cirinnà, oltre a permettere alle coppie gay in Italia di unirsi civilmente, introduce degli elementi giuridici a tutela di tutte le unioni che non sono definite dal matrimonio, quindi anche quelle che riguardano partner di sesso diverso.

Sebbene rispetto alla sua versione originale, la Legge Cirinnà sia stata fortemente emendata (ad esempio nella possibilità di adottare il figlio del compagno/a), essa è l'unico strumento giuridico che consente alle coppie gay di unirsi civilmente, dal momento che il matrimonio omosessuale in Italia non è consentito.

Il 24 giugno 2016 il comune di Lugo di Ravenna, in Emilia Romagna, fu il primo a celebrare un'unione civile tra persone dello stesso sesso e, secondo i dati ISTAT, già nel 2019 le unioni gay in Italia erano arrivate a quota 12.000.

Matrimoni gay all'estero: qual è la situazione?

I matrimoni omosessuali in Italia non sono riconosciuti, a differenza di quanto accade nella maggior parte dei paesi occidentali.

Ad oggi il matrimonio gay è stato ufficialmente approvato in numerose nazioni, fra cui:

  • Andorra;
  • Argentina;
  • Australia;
  • Austria;
  • Belgio;
  • Brasile;
  • Canada;
  • Cile;
  • Colombia;
  • Cuba;
  • Costa Rica;
  • Danimarca;
  • Ecuador;
  • Finlandia;
  • Francia;
  • Germania;
  • Irlanda;
  • Islanda;
  • Lussemburgo;
  • Malta;
  • Messico;
  • Norvegia;
  • Nuova Zelanda;
  • Portogallo;
  • Regno Unito;
  • Slovenia;
  • Spagna;
  • Stati Uniti d’America;
  • Sudafrica;
  • Svezia;
  • Svizzera;
  • Taiwan;
  • Uruguay.

L'Italia, insieme a paesi come Cipro, Montenegro, Estonia, Croazia, Monaco, Repubblica Ceca, San Marino e Ungheria, pur non ammettendo il matrimonio egualitario, prevedono altre forme di regolamentazione delle unioni gay, come ad esempio, nel caso italiano, le unioni civili.

Principali differenze tra nozze gay e unioni civili

Non si può parlare di matrimonio gay in Italia, dal momento che tale istituto giuridico non è riconosciuto per le persone che appartengono allo stesso sesso.

Grazie all'introduzione della legge Cirinnà sulle unioni civili, tuttavia, anche le coppie gay possono unirsi civilmente di fronte a un Ufficiale di Stato civile, e veder riconosciuti così, alcuni diritti fondamentali.

Quali sono, quindi, le principali che intercorrono tra questo tipo di unione e il matrimonio civile vero e proprio? Innanzitutto la prima (e sostanziale) differenza è che si può parlare di matrimonio civile solo se i due partner hanno sesso diverso; poi, le unioni civili non prevedono l'obbligo delle pubblicazioni, le quali sono invece necessarie se si decide di contrarre un matrimonio.

Un'ulteriore differenza riguarda il fatto che, mentre il matrimonio può avvenire in chiesa e poi in seguito essere riconosciuto dallo Stato (matrimonio concordatario), l'unione civile può prevedere solo il rito civile; la cerimonia andrà quindi celebrata solo di fronte all'Ufficiale di Stato Civile, o da una persona da esso delegata, e a due testimoni.

Due donne che si sposano

Per quanto riguarda i diritti e i doveri, per quanto simili essi differiscono per il fatto che le coppie unite civilmente non sono tenute a rispettare l'obbligo di fedeltà e non possono intraprendere un percorso di adozione.

Parallelamente al matrimonio, tuttavia, i doveri comprendono l'assistenza morale e materiale, nonché l'obbligo di coabitazione.

Le differenze tra unioni civili e matrimonio si estendono anche al divorzio: mentre le coppie sposate civilmente possono richiedere il divorzio solo dopo sei- dodici mesi, quelle legate da un'unione civile seguono un iter più snello; esso prevede la semplice richiesta tramite una dichiarazione all'Ufficiale di Stato Civile, che può essere trasmessa a partire dai tre mesi.

Unioni civili in Italia: cosa prevedono?

Sebbene i matrimoni gay in Italia non siano riconosciuti e non abbiano, quindi, alcun valore legale, il ricorso alle unioni civili permette comunque alle coppie dello stesso sesso di poter vedere la propria unione regolamentata dallo Stato, in tutti i suoi obblighi e i suoi doveri.

Per poter accedere a questo strumento giuridico occorre che i contraenti abbiano compiuto la maggiore età, che dimostrino di aver ottenuto il divorzio da eventuali precedenti matrimoni, e che siano in possesso del nulla osta del loro paese di origine, qualora non fossero cittadini italiani.

Fortunatamente, la legislazione italiana considera superiore il diritto esercitato sul suolo nazionale a contrarre un'unione civile, pertanto anche i cittadini di paesi in cui le unioni omosessuali sono vietate per legge, in Italia potranno accedere alla registrazione civile.

Una volta presentati i documenti necessari, i tempi per poter organizzare la celebrazione civile sono piuttosto brevi: dal momento in cui l'ufficiale di Stato Civile conferma il nulla osta a procedere, le coppie avranno infatti circa 180 giorni per decidere la data in cui vorranno formalizzare ufficialmente l'unione di fronte ad esso. 

In genere si consiglia quindi alle coppie di cominciare a riflettere almeno un anno prima sul luogo in cui si desidera unirsi civilmente.

Le opzioni sono numerose e, sebbene non siano ovviamente incluse le location religiose, è comunque possibile optare per le case o le sale comunali, le quali non devono necessariamente essere ubicate nel proprio comune di residenza, e che possono includere, tra le varie opzioni a disposizione, anche dimore di campagna, castelli, ville, agriturismi o lidi marittimi.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

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