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Interstizio

Fisioterapia
Interstizio

Cosa si intende per interstizio?

L’interstizio è una zona del corpo che fa da intercapedine fra due tessuti attraverso la quale avvengono gli scambi di molecole fondamentali per il mantenimento fisiologico di alcune funzioni di base dell’organismo, come ad esempio il passaggio dell’ossigeno dal sangue contenuto nei vasi ai polmoni.

Secondo alcune visioni olistiche, che si discostano totalmente da quella medica tradizionale, per cui questa struttura è catalogata alla stregua di un tessuto funzionale, l’interstizio è considerato come un organo. Questa concezione è soprattutto di tipo osteopatico. A causa del fatto che questa parte del corpo è deputata all’ interscambio di molecole, è anche alla base della diffusione di molte patologie degenerative e non.

Qual è il significato di interstizio?

La parola interstizio deriva dal termine latino interstitium, formato da inter "tra" e dalla radice "stare" il cui significato è per l’appunto "stare tra”. In anatomia, invece, si riferisce al tessuto interposto tra elementi strutturali specifici di un organo.

Per decenni l’interstizio è stato considerato e descritto erroneamente come tessuto connettivo, denso e compatto, con diramazioni in tutto il corpo, in particolare in tutte le altre parti del corpo sottoposte a continui movimenti e pressioni. Di recente però ha conquistato nuova dignità, tale da essere considerato un vero e proprio organo.

Questo grazie alla scoperta di un gruppo di ricercatori della NYU School of Medicine, in collaborazione con Mount Sinai Beth Israel Medical Centre, che ha pubblicato sulla rivista Scientific Reports i risultati di uno studio sul tessuto connettivo condotti attraverso una particolare tecnica, l’endomicroscopia confocale laser.

Si tratta di una tecnica endoscopica che permette di rilevare immagini sulle strutture cellulari e subcellulari, di vederne i tessuti in vivo direttamente dentro il corpo, senza doverli prelevare e poi analizzare su un vetrino, in grado dunque di farne apprezzare la complessità strutturale. Nonostante queste diverse scoperte, la comunità scientifica è ancora restia a considerare questa struttura alla stregua di organo.

Organo interstizio: com'è fatto?

L’interstizio, è costituito da una fitta rete di tessuti interconnessi ricchi di liquido interstiziale (soluzione acquosa presente fra le cellule dei tessuti), sostenuti da un reticolo di proteine forti (collagene) e flessibili (elastina), con diramazioni in tutto il corpo: nella pelle, nei muscoli e nei tessuti che rivestono l’apparato digerente, i polmoni, i vasi sanguigni ed in altri organi, soprattutto deputati allo scambio di molecole.

A cosa serve?

L'interstizio agisce come un vero e proprio ammortizzatore (una sorta di cuscinetto), capace di proteggere i tessuti del nostro corpo dagli urti, impedendo loro di lacerarsi mentre organi, muscoli e vasi pompano e pulsano nell’espletamento della loro funzione quotidiana. 

Secondo i ricercatori della NYU la sua presenza potrebbe essere in grado di spiegare diversi fenomeni biologici come la diffusione dei tumori, l'invecchiamento della pelle, le malattie infiammatorie degenerative e perfino il meccanismo d'azione dell'agopuntura.

Le cavità che caratterizzano il tessuto connettivo dell’interstizio lo rendono più simile ad una spugna che ad un corpo solido, fattore che consente al liquido interstiziale di muoversi liberamente da una cavità all'altra fungendo, secondo quanto ipotizzato dai ricercatori statunitensi, anche da veicolo per la diffusione delle cellule cancerogene, elemento che da solo potrebbe spiegare il motivo per il quale i tumori che invadono l'interstizio si diffondono più rapidamente nel nostro organismo.

Inoltre, il cambiamento cui vanno incontro le cellule che vivono in questi spazi e le fibre di collagene che li sostengono, potrebbe contribuire alla formazione delle rughe, all’irrigidimento delle articolazioni e alla progressione delle malattie infiammatorie legate a fenomeni di sclerosi e fibrosi.

Altri interstizi

Essendo l’interstizio un organo così esteso è possibile distinguere diversi tipi di interstizi:

  • interstizio renale o tessuto interstiziale: si tratta del tessuto connettivo lasso presente nel rene, il quale occupa gli spazi compresi fra i corpuscoli renali, i tubuli ed i vasi sanguigni. Questo tessuto svolge la funzione di sostegno dei nefroni (unità funzionali del rene) oltre a contenere i vasi sanguigni, i nervi e i vasi linfatici del rene;
  • interstizio polmonare, alveolare e peribroncovasale: questi fanno riferimento ad un gruppo di patologie polmonari interstiziali che interessano principalmente l’interstizio polmonare, che può essere considerato come lo scheletro del polmone e che provvede al supporto delle vie aeree e dei vasi polmonari a partire dall’ilo fino alla periferia, al livello della pleura viscerale. Di questo gruppo fanno parte più di 200 forme patologiche molto eterogenee, le cui cause, prognosi e terapia possono variare notevolmente. 

Questa nuova scoperta, legata all'evoluzione della tecnologia endomicroscopica, mostra come sia sempre più necessario affrontare lo studio dell'anatomia e della fisiologia umana in modo integrato.

Secondo quanto spiegato dal Dott. Neil Theise, professore presso il dipartimento di Patologia della Nyu Langone Health e uno degli autori principali dello studio: “Questa scoperta potrebbe essere alla base di drastici avanzamenti in ambito medico, inclusa la possibilità che questi campioni di fluido interstiziale diventino uno strumento diagnostico efficace”.

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Dr. Lorenzo Bichi Fisioterapista
Dr. Lorenzo Bichi
fisioterapista

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