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TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio)

Psichiatria
TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio)

Significato di TSO

TSO è l’acronimo di Trattamento Sanitario Obbligatorio, cioè l’insieme delle procedure sanitarie applicate in caso di necessità clinica a un soggetto che rifiuta di sottoporvisi, per tutelarne la salute.

In Italia, legge che regolamenta il TSO è quella del 23 dicembre 1978, articoli 33-35. L’articolo 34 disciplina il TSO in caso di patologie psichiatriche, che costituiscono il principale motivo di ricorso al TSO.

È anche vero, però, che i TSO possono essere attuati per qualsiasi motivazione sanitaria, come per esempio per le malattie infettive, in caso di urgenza e se il paziente rifiuta il trattamento che però costituisce una minaccia in quanto mette a rischio la salute collettiva.

Il ricovero forzato (precedentemente noto come ricovero coatto) è possibile solo se sussistono contemporaneamente tre condizioni:

  • il soggetto è affetto da patologia e necessita di cure sanitarie urgenti;
  • il soggetto rifiuta i trattamenti sanitari;
  • non c'è possibilità di curare il paziente al di fuori dell’ospedale.
Nel caso di malattia psichiatrica, il soggetto viene ricoverato in un Centro di Salute Mentale (CSM) o nel reparto di psichiatria di un ospedale pubblico (SPDC - Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura).

Chi dispone il TSO

La richiesta di TSO è inoltrata da un medico che:

  • certifica l’esistenza delle tre condizioni necessarie per il ricovero forzato;
  • documenta la condizione clinica del soggetto;
  • motiva le ragioni del TSO.
Un secondo medico appartenente alla struttura pubblica, generalmente uno psichiatra della ASL, deve confermare la certificazione. La richiesta deve essere indirizzata al sindaco del comune di residenza, il quale ha 48 ore per emettere un’ordinanza con cui disporre il TSO.

Solitamente vi è un ufficio del comune preposto allo svolgimento delle pratiche di TSO, e i documenti sono firmati da un assessore delegato (solitamente l’assessore alla sanità) invece che dal sindaco.

Nelle 48 ore successive al ricovero, il sindaco (o l’ufficio preposto) deve inviare l’ordinanza di TSO al giudice tutelare per la convalida del provvedimento, che deve avvenire entro altre 48 ore. Il giudice tutelare può annullare il provvedimento, o convalidarlo. Nel caso in cui la convalida non giunga nei tempi previsti, il provvedimento decade.

Procedura del TSO

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio consiste di una serie di interventi sanitari.  Dal momento in cui il sindaco ha autorizzato a procedere con il TSO, infatti, il personale sanitario ha la competenza di attuare il provvedimento, che consiste nel ricovero forzato presso ospedali pubblici o comunque all'interno di strutture convenzionate.

Seguendo quindi l’ordinanza di TSO, il soggetto viene invitato da vigili e sanitari a recarsi con loro presso il CSM o il reparto di SPDC. Qualora opponesse rifiuto, il personale sanitario insieme alla Polizia Locale può ricorrere alla forza per riuscire ad accompagnare la persona sull'ambulanza.

Tra i diritti del paziente sottoposto a TSO rientra la possibilità di entrare in contatto con chi vuole così come la possibilità di scegliere se essere ricoverato in una struttura alternativa a quelle proposte.

Va ricordato che il TSO è un’eventualità procedurale del tutto eccezionale, e che può essere attuata in seguito di vari tentativi (fallimentari) di ricevere consenso da parte del paziente. Infatti, il TSO va attuato nel pieno rispetto della dignità della persona (articolo 32 della Costituzione Italiana) e può trasformarsi in ricovero volontario nel caso la persona richieda volontariamente di essere assistita.

Il TSO nei minorenni è una situazione abbastanza particolare, dal momento che i minorenni non sono considerati in grado di esprimere valido consenso; infatti sono i genitori o chi possiede la potestà genitoriale a dover stabilire il consenso "volontario" del minore.

Infine, la durata del TSO risulta limitata nel tempo (massimo una settimana, che può essere rinnovata se esistono le condizioni del ricovero, che vanno però accertate da uno psichiatra).

Conseguenze del TSO

Le conseguenze del TSO sono il ricovero immediato che prevede il trattamento della patologia in questione. Per legge, il trattamento si protrae per sette giorni, durante i quali la persona viene sottoposta alle cure necessarie per la sua incolumità fisica e psichica.

Tuttavia, può anche verificarsi una proroga del TSO, se il medico responsabile esprime espressa richiesta al sindaco, che a sua volta avvisa il giudice per prorogare il TSO. 

È anche possibile che si verifichi una modifica o una revoca del TSO, in base alle valutazioni sulla necessità e la fattibilità del trattamento.

Gli obiettivi del trattamento sanitario obbligatorio, e quindi anche le sue conseguenze, devono essere finalizzate alla soluzione dell'emergenza e anche al miglioramento delle condizioni di salute mentale della persona ricoverata.

Motivazioni del TSO

La richiesta di TSO è inoltrata quando la persona appare pericolosa per sé (minacce di suicidio, isolamento, rifiuto di terapie, rifiuto di alimentazione o idratazione) o per gli altri (minacce o compimento di lesioni a cose e/o persone, comportamenti imprevedibili e violenti), e sussistono le condizioni precedentemente elencate.

Durata del TSO

La durata del ricovero forzato è di 7 giorni massimo, ma con la possibilità di proroga del TSO qualora vi sia necessità documentata dallo psichiatra dell’ASL di riferimento. Lo psichiatra deve inviare una richiesta al sindaco del comune di residenza, prima dello scadere dei 7 giorni, motivando le ragioni del prolungamento.

Tale richiesta deve essere debitamente accettata e firmata dal sindaco o dall’ufficio comunale preposto entro 48 ore e inviata al giudice tutelare, il quale ha 48 ore per convalidare o meno il procedimento.

Al termine del TSO, un medico psichiatra deve comunicare al sindaco la cessazione del ricovero forzato. Il sindaco (o l’ufficio comunale), deve inoltrare la documentazione al giudice tutelare.

Diritti di chi è soggetto al TSO

I diritti di chi è sottoposto a TSO includono:

  • Scegliere la struttura di degenza – Il medico richiedente il TSO, infatti, può fare esplicita richiesta nella documentazione sottoposta al sindaco).
  • Essere informato sulle terapie – A cui è sottoposto, e, in presenza di alternative, operare fra queste una scelta.
  • Conoscere nominativi e qualifiche – Per esempio di chi opera nel reparto.
  • Comunicare con chi ritenga opportuno – Attraverso tutti i mezzi di comunicazione o di persona.
  • Proporre al tribunale competente il ricorso contro il provvedimento – Anche se già convalidato dal giudice tutelare. Il ricorso può essere proposto dal soggetto del TSO o da chiunque vi abbia interesse. Il sindaco ha l’obbligo di rispondere entro 10 giorni. In caso di risposta negativa, la richiesta di revoca può essere inviata al Tribunale, e il soggetto può indicare un rappresentante di sua fiducia.
  • Presentare denuncia in caso di violenza – Verbale e/o fisica degli operatori della struttura di degenza, o in caso di abuso delle misure di contenzione fisica, le quali dovrebbero essere limitate ai casi eccezionali e per periodi di tempo non superiori alla somministrazione della terapia.
  • Allontanarsi dal reparto – In autonomia al termine del regime di TSO.
  • Richiedere e ricevere notifica del provvedimento disposto – In caso di proroga.
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Dr.ssa Paola Valenzano Psicoterapeuta
Dr.ssa Paola Valenzano
psicologopsicoterapeuta

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