Neofobia alimentare nei bambini: ecco come affrontarla

Dr. Giuseppe Pingitore Medico Chirurgo
Redatto scientificamente da Dr. Giuseppe Pingitore, Allergologo, Pediatra |
A cura di Valentina Montagna

Data articolo – 14 Ottobre, 2024

Bimbo che non vuole mangiare a tavola con i genitori

La neofobia alimentare, ovvero la riluttanza a provare cibi nuovi o sconosciuti, è una condizione molto comune che tanti genitori si trovano ad affrontare con i propri figli.

Vediamo in cosa consiste, quando si manifesta e come gestirla per invogliare i più piccoli a mangiare i nuovi cibi.

Cos'è la neofobia alimentare

La neofobia alimentare non è il semplice rifiuto di assaggiare cibi non conosciuti per puro capriccio del bambino: in realtà, questo atteggiamento ha origini antiche, risalenti ai tempi in cui evitare i cibi sconosciuti, ma in generale tutto ciò che era ignoto, rappresentava un'opportunità di sopravvivenza, di salvarsi la vita.

Infatti in epoche remote, non si conoscevano le sostanze potenzialmente tossiche e non se ne poteva prevedere il pericolo: era più difficile individuarle ed evitarle.

Ecco perché c'era si era spinti alla diffidenza e ad adottare una maggior cautela verso tutti quegli alimenti non familiari. Un approccio questo che poteva proteggere soprattutto i più piccoli dal rischio di avvelenamento.

Infatti, la maggior parte delle volte, i bimbi si rifiutano di assaggiare ciò che viene loro proposto di diverso dalle solite pietanze; perlopiù si tratta di frutta, verdure e legumi.


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Seppure possa essere un poco impegnativo o frustrante riuscire a gestire la neofobia alimentare nei bambini, va considerata una tappa dello sviluppo che quasi tutti i piccoli attraversano.

È necessario adottare un approccio paziente, leggero e privo di forzature per accompagnare i propri figli a superare questa fase e ad accogliere una dieta varia e nutriente. 

Quando compare la neofobia alimentare nei bambini

Questo comportamento, che di solito si manifesta tra i 2 e i 6 anni, può essere fonte di preoccupazione e frustrazione per i genitori, soprattutto per quelli che sperimentano l'avversione per il cibo dei primi figli.

In questo caso aumenta l'ansia di non sapere come gestire la situazione e convincere il proprio bambino a mangiare ciò che serve alla sua crescita sana.

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Da dove viene la neofobia alimentare

Comprendere le radici della neofobia, accettarla e adottare le strategie giuste può aiutare i bambini a superare questa fase e a sviluppare abitudini alimentari corrette.

La diffidenza verso ciò che non si conosce è una normale reazione innescata dall'amigdala, la ghiandola che si trova nel cervello, in profondità nei lobi temporali destro e sinistro. L’amigdala appartiene al sistema limbico, insieme all’ippocampo e ad altri nuclei.

L’intero sistema gestisce le diverse funzioni psichiche; l’amigdala si occupa delle emozioni, in particolare della paura e dell'istinto di sopravvivenza di fronte ai segnali di pericolo.

Oggi la diffidenza alimentare è una questione superata, grazie alla maggiore sicurezza, ma l'atteggiamento diffidente persiste nei bambini, che non sono abituati alla varietà a tavola e che potrebbero rifiutarsi di mangiare cibi diversi da quelli più familiari.

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Altre cause di neofobia dipendono da altre possibili motivazioni:

  • fattori genetici: alcuni bambini nascono con una maggiore sensibilità gustativa o olfattiva, che può renderli più diffidenti verso sapori intensi;
  • temperamento: i bambini più timidi o cauti per natura possono essere più inclini a rifiutare cibi non familiari;
  • ambiente familiare: l'atteggiamento dei genitori verso il cibo e la varietà della dieta proposta in famiglia influenzano le preferenze dei bambini;
  • esperienze negative: un episodio o un sapore sgradevole possono essere motivo di associazione di un alimento a una sensazione spiacevole.

I cibi più temuti dai piccoli

I bambini neofobici tendono a storcere il naso soprattutto davanti ad alcuni alimenti, in particolare quando si propone loro:

  • frutta e verdura, in particolare quelle con gusti decisi, come agrumi, broccoli e cavoli;
  • alimenti ad alto contenuto proteico, come la carne;
  • pietanze dall'aspetto "troppo creativo", con consistenze miste o presentazioni elaborate. 

Questi cibi, pur essendo nutritivi, possono suscitare diffidenza per il loro sapore intenso o la loro complessità visiva.

Come affrontare (e superare) la neofobia alimentare dei bambini

Per aiutare i bambini ad accogliere i nuovi sapori, si possono mettere in atto alcune semplici ma efficaci strategie:

Prendere confidenza con il cibo

Lasciare che il bambino esplori gli alimenti toccandoli, annusandoli e assaggiandoli; il contatto multisensoriale ridurrà la paura del nuovo.

Renderli partecipi in cucina

Perché non coinvolgerli in cucina? I bambini adorano sentirsi protagonisti di un'avventura e la preparazione dei pasti può stimolarli ad assaggiare le loro creazioni. 

Mangiare gli stessi cibi

Spesso si diversifica perché le loro pietanze sono più leggere; se però i genitori mangiano lo stesso cibo, con entusiasmo ed enfasi su quanto è buono, il bambino potrebbe essere più motivato e invogliato ad assaggiarlo. 

Mantenere la calma

Il momento dei pasti dovrebbe essere un'occasione di condivisione, scoperta e divertimento. No tassativo ai rimproveri o alle punizioni, perché il rischio è quello di innescare brutti ricordi e piccoli traumi legati a quel cibo rifiutato e motivo di contrarietà.

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Camuffare il cibo in modo da renderlo più appetibile

"L'occhio vuole la sua parte", dunque anche i bambini possono essere più invogliati ad assaggiare quello che sembra buono anche solo a guardarsi.

Ecco qualche idea per stimolare la loro curiosità a tavola:

  • piatti a tema: composizioni che richiamano personaggi, animali o oggetti amati dai piccoli, usando frutta e verdura;
  • burger di verdure e legumi: i bambini amano gli hamburger. riproporre loro la versione con le verdure e i legumi, potrebbe rivelarsi un'ottima idea; 
  • finger food: alimenti tagliati per assumere forme divertenti che si possono mangiare con le mani;
  • spiedini colorati: cibi conosciuti e nuovi alternati in uno spiedino;
  • salse e dip: verdure crude con salse appetitose, ma non elaborate con spezie, che possono risultare pesanti come sapore e consistenza;
  • smoothie e frullati: frullati di frutta e verdura con latte o yogurt per creare bevande nutrienti dall'aspetto colorato.

Gli errori da evitare per non incentivare la neofobia alimentare nei bambini

Altrettanto importante è evitare approcci che possono rafforzare la neofobia, come per esempio costringere i bambini a mangiare trasformando il cibo in una fonte di stress e conflitto; usarlo come espediente per premiare o minacciare di punire.

Questo stratagemma rischia di innescare una reazione a lunga gittata di "odio" e repulsione per quel determinato alimento; non riscuote successo neanche l'appello ai benefici salutari di un piatto non gradito perché il bambino non può ancora essere interessato ai benefici delle pietanze. 

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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