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15 cibi acidi da evitare (per prendersi cura di stomaco, ossa e reni)

Cristina Grassi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 19 Aprile, 2022

Cibi acidi: ecco la dieta senza cibi acidi

La dieta alcalina consiste in un regime alimentare a basso contenuto di cibi acidi.

Per alcuni, infatti, limitare l’assunzione di cibi acidi aiuterebbe a migliorare la densità ossea, riducendo al contempo il rischio della formazione di calcoli renali, dolore cronico e reflusso gastrico.

Vediamo insieme, quindi, quali sono i cibi acidi e come diminuire la loro assunzione.

Dieta senza cibi acidi: ecco i 15 alimenti da evitare

L’acidità del cibo dipende dal suo pH. Quando si mangia, le calorie e i nutrienti estratti dai cibi ingeriti vengono metabolizzati, lasciando però un residuo. Quest’ultimo è ciò che determina il pH degli alimenti, suddivisi in acidi e alcalini.

Ecco i 15 cibi da evitare per via dell' alto contenuto di acidi:

  1. Prodotti alimentari preparati, come cibi surgelati, dolciumi e bevande a base di soda
  2. Bevande alcoliche
  3. Latte
  4. Bevande contenenti caffeina
  5. Uova
  6. Cereali non grezzi
  7. Dolcificanti artificiali
  8. Pasta
  9. Riso
  10. Pane
  11. Prodotti contenenti grano
  12. Avena
  13. Affettati
  14. Arachidi
  15. Noci

È bene sottolineare che corpo mantiene un livello di pH regolare che oscilla da 0 a 14. Se il livello è più basso, allora è il nostro pH è acido. Se è più alto, invece, il pH si definisce alcalino. Infine, il pH è neutro quando è pari a 7.

Il livello ottimale per l’organismo è di 7.35 -7.45, anche un minimo cambiamento nel suo livello può avere un impatto notevole sulla salute dell’individuo. 

Ma quali problemi potrebbero insorgere se si consumano troppi cibi acidi

Cibi acidi: reflusso gastroesofageo e non solo

Uno dei problemi causati dall’assunzione di troppi cibi acidi è legato ad un aumento della perdita di calcio attraverso le urine, che comporta una diminuzione della densità ossea, responsabile di alcune patologie, come l’osteoporosi.

Le ossa non sono le sole a risentirne: anche lo stomaco viene a suo modo colpito da questi cibi. 

Gli alimenti acidi, infatti, causano il reflusso gastroesofageo, una condizione per cui l’acido che si trova nello stomaco torna nell’esofago, causando sintomi quali bruciore di stomaco e dolore al petto. 

Dunque, una dieta senza cibi acidi potrebbe costituire un supporto.

Anche i reni, possono risentire del cambiamento del pH. Infatti, quando si assumono determinati cibi, il pH delle urine diventa acido, facilitando la comparsa di calcoli ai reni.

L’acidosi potrebbe anche portare a un abbassamento dei livelli dell’ormone della crescita, responsabile della rigenerazione e crescita delle cellule.

Dunque, vediamo insieme quali alimenti è preferibile consumare.

Quali sono i cibi non acidi

Ecco alcuni accorgimenti se si vuole seguire una dieta senza cibi acidi:

  • Invece di bere bevande come tè o succhi di frutta, è preferibile assumere acqua alcalina, magari con un frullato al posto del caffè
  • Includere nella propria dieta i legumi e i fagioli, validi sostituti della carne
  • Utilizzare dolcificanti naturali (come il miele), abolendo l’utilizzo di quelli artificiali
  • Limitare il consumo degli insaccati
  • Nel caso di frutta e verdura, è meglio preferire prodotti biologici

Insomma, è opportuno cercare di fare attenzione al consumo di cibi acidi. Dunque, per il benessere generale, è bene seguire una dieta bilanciata, che includa cibi acidi (non troppi!) e cibi alcalini.

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Cristina Grassi | Blogger
Scritto da Cristina Grassi | Blogger

Comunicazione, lingue straniere e traduzione sono la mia passione. Traduttrice e scrittrice di professione, durante il tempo libero adoro trascorrere il tempo con la mia famiglia e dedicarmi alla lettura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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