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3000 casi di brucellosi: fuga di batteri da un laboratorio cinese

Redazione

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

Batterio Brucella, responsabile della brucellosi

Nell’area della Cina nord-occidentale, oltre 3000 persone hanno contratto la brucellosi, a seguito della fuoriuscita di batteri da un impianto biofarmaceutico deputato alla produzione di vaccini per animali. La notizia è stata lanciata ieri dalla stampa locale e ribattuta immediatamente dalla Cnn. Oggi, tutti i media ne parlano. 

Ma cos’è successo davvero? Cerchiamo di capirne di più.

L’incidente nel laboratorio di Lanzhou: i focolai di brucellosi

I media citano come fonte le autorità sanitarie di Lanzhou, capitale della provincia del Gansu. Da quanto emerge dalle prime informazioni a nostra disposizione, sono già stati testati 21.847 cittadini su 2,9 milioni di abitanti della città. Al momento non è stato osservato alcun caso di trasmissione da uomo a uomo. Decessi, invece, zero.

Eppure, Pechino è in fermento, con 3000 casi di brucellosi e 1.400 soggetti risultati preliminarmente positivi. Certezze sulle dinamiche dell’incidente ancora non ne abbiamo. Sappiamo, però, che si sarebbe verificato nel laboratorio Zhongmu di Lanzhou dove, nel luglio-agosto dello scorso anno, mentre era impegnato nella produzione di vaccini anti-brucellosi per animali, ha utilizzato disinfettanti obsoleti e scaduti. Il risultato? Una incompleta sterilizzazione che ha permesso ai batteri di annidarsi nelle emissioni di gas dell’impianto. 

Così, il gas contaminato si è pian piano diffuso nell'aria fino al vicino Istituto di ricerca veterinaria, dove lo scorso dicembre sono risultate positive al batterio 200 persone, creando un primo, seppur piccolo, focolaio. Subito si è corsi ai ripari, testando quante più persone possibile, con un bilancio non del tutto positivo. L’azienda, da parte sua, ha già perso le sue scuse, ma si è comunque vista ritirare la licenza per la produzione di vaccini contro la brucellosi.

Cos'è la brucellosi

La brucellosi, conosciuta anche come febbre di Malta o febbre mediterranea, è una zoonosi causata da batteri appartenenti al genere Brucella e che colpisce vari tipi di animali, fra cui mucche, pecore, capre, cervi, maiali cani. Alcuni di questi batteri possono contagiare anche l’uomo. Come si legge sul portale dell’Istituto superiore di Sanità, le vie di contagio sono prevalentemente due. Da un lato, abbiamo il contatto con l’animale o prodotti di origine animale contaminati, dall’altro l’inalazione del batterio.

Il contagio da uomo a uomo, invece, è estremamente raro. «Questo significa che l’eradicazione della malattia fra gli animali significherebbe anche eliminare il rischio per l’uomo. Seppure molto raro, è tuttavia possibile il contagio da madre a figlio attraverso il latte materno. Sono poi anche stati riportati casi di trasmissione per via sessuale o da trapianti di tessuti». 

Una volta avvenuto il contagio, possono manifestarsi sintomi molto simili a quelli dell’influenza. Dunque febbre, mal di testa, mal di schiena e debolezza. In alcuni casi, possono manifestarsi anche pericolose infezioni al sistema nervoso centrale e, nella peggiore delle ipotesi, si verificano delle cronicizzazioni, caratterizzate da febbri ricorrenti, stati di affaticamento, dolori alle articolazioni.

Generalmente, per la cura della brucellosi vengono prescritti antibiotici, solitamente doxiciclina e rifampin, spesso anche in combinazione, per evitare ricadute. La certezza, ad oggi, è che la mortalità sia molto bassa, come ci dimostra il caso cinese riportato in queste ore. 


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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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