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Dai gatti una cura per l’Alzheimer giovanile

Paolo Pate | Blogger

Ultimo aggiornamento – 23 Marzo, 2015

Alcuni ricercatori sostengono che un composto efficace per curare la malattia di Niemann Pick di tipo C (NPC) nei gatti può essere altrettanto positivamente testato sui bambini con lo stesso disturbo.

La malattia di Niemann Pick, spesso definita “l’Alzheimer dell’infanzia”, per il progressivo declino fisico e mentale che affligge i bambini che ne sono affetti, è abbastanza rara (1 caso su 150.000). Attualmente, non esistono cure specifiche ma solo trattamenti farmacologici per lenire i sintomi.

Questa nuova ricerca, però, riporta che i gatti colpiti da NPC mostrano grandi miglioramenti se trattati con un composto a base di ciclodestrina: quando viene somministrato nel fluido intorno il cervello, la progressione della malattia viene in gran parte bloccata.

“Una malattia terribile”

Il disturbo di Neimann Pick di tipo C è causato da una mutazione genetica che impedisce al soggetto di metabolizzare correttamente il colesterolo. I ricercatori ancora non riescono del tutto a spiegare come questa disfunzione dell’elaborazione del colesterolo porti ai sintomi osservati nei pazienti con NPC, tra cui la perdita di funzioni motorie e cognitive.

Alcuni pazienti non sviluppano sintomi fino all’età adulta e possono convivere con la malattia per molti anni, ma quando NPC si sviluppa nell’infanzia di solito è fatale in tempi relativamente brevi. “È una malattia terribile” dice Charles Vite, professore associato di neurologia veterinaria presso l’Università della Pennsylvania e principale autore della ricerca, “perché, a differenza di molte altre malattie genetiche, non ci sono segnali che qualcosa non vada nel bambino alla nascita. Tutto va bene fino al raggiungimento dell’età scolastica, poi i bambini affetti da NPC cominciano ad avere problemi con l’apprendimento, insorgono disturbi motori, presentano difficoltà a parlare bene, alcuni sviluppano psicosi e convulsioni. La morte sopraggiunge a circa 20 anni”.

Gatti, cani e persone

NPC colpisce anche i gatti e la progressione della malattia è molto simile a quella dei bambini. “I modelli animali di patologie umane sono davvero utili per determinare che cosa stia per accadere in un bambino quando lo si sta curando”, sostiene Vite. “Utilizzando questi casi animali, l’obiettivo finale è quello di trovare qualcosa che possa aiutare un gatto, un cane e anche l’uomo”.

Anche se non esistono terapie specificatamente approvate per NPC, diversi anni fa due laboratori guidati da John Dietschy (University of Texas Southwestern Medical Center) e da Steven Walkley (Albert Einstein College of Medicine) hanno identificato un composto con buone premesse.

La scoperta è stata del tutto fortuita”, afferma Walkley, coautore dello studio pubblicato in Science Translational Medicine, “stavamo ripetendo alcuni studi già pubblicati quando ci siamo accorti che un certo farmaco sciolto in 2-idrossipropil-beta-ciclodestrina (HPβCD) portava grandi benefici ai topi affetti da NPC. Dopo ulteriori esami è risultato chiaro che l’HPβCD fosse la causa di questi benefici. I nostri studi sui topi affetti da NPC hanno poi dimostrato come questo composto migliorasse notevolmente la patologia lisosomiale nel cervello”.

Gatti neurologicamente normali

HPβCD era stato precedentemente utilizzato per rimuovere il colesterolo da alcune cellule.

In questo nuovo studio, i ricercatori hanno somministrato per via sottocutanea HPβCD con varie concentrazioni ai gatti affetti da NPC, come era stato fatto coi topi, ma hanno scoperto che la dose necessaria per ottenere benefici neurologici causava ai gatti gravi malattie polmonari.

Per provare a risolvere questo effetto collaterale sui polmoni, mantenendo però i benefici sui sintomi neurologici, i ricercatori hanno somministrato il composto direttamente nel liquido che circonda il cervello in gatti dell’età di tre settimane, ripetendo poi la dose ogni due settimane. I gatti, incredibilmente, fino a sei mesi di vita sono risultati neurologicamente sani e hanno mostrato solo lievi sintomi intorno ai 18 mesi. C’è stata una forte riduzione di deposito del colesterolo nel cervello e le cellule di Purkinje, i neuroni responsabili della coordinazione motoria che vengono in gran parte distrutti nel NPC, sono rimasti intatti.

I gatti che non furono trattati morirono al raggiungimento dei sei mesi di vita, mentre quelli che ricevettero il trattamento raggiunsero i sei mesi senza problemi. È stata una scoperta piuttosto sorprendente”, rivela Vite.

La perdita dell’udito

Alcuni dei gatti trattati con le dosi più alte sono sopravvissuti per tre anni, continuando ad avere cuccioli. Anche i gatti che hanno iniziato le cure più tardi, hanno comunque mostrato effetti benefici sui sintomi. Ricevendo il trattamento HPβCD all’età di 16 settimane, hanno vissuto più a lungo dei gatti non trattati (in media 43,5 settimane in più). La ricerca ha rivelato però anche alcuni effetti collaterali negativi. Somministrato per via sottocutanea o direttamente nel cervello, il trattamento ha comunque causato la perdita dell’udito.

Abbiamo cercato di diminuire le dosi per vedere a quale quantità corrispondesse l’insorgere dei problemi e questo non ha causato la sordità”, afferma Vite. “La verità è che non abbiamo trovato una buona via di mezzo: quando la dose diventa efficace, automaticamente si perde l’udito”.

Studi clinici

Vite e i suoi colleghi continueranno gli studi per trovare altri composti che possano avere vantaggi simile a HPβCD senza gli effetti collaterali negativi. Il suo laboratorio continuerà inoltre a lavorare per capire come mai l’accumulo di colesterolo induca i neuroni a morire e come HPβCD sia in grado di rimuovere il colesterolo dalle cellule.

La fase 1 dello studio clinico sui bambini per identificare una dose sicura e prendere nota degli effetti collaterali, è iniziata lo scorso anno ed è diretta da Forbes D. Porter, presso la Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development.

La fase 2 che mira a stabilire se il farmaco sia efficace per una popolazione più ampia, probabilmente inizierà entro la fine dell’anno.

La fasi 2 e 3 saranno sponsorizzate da Vtesse, una nuova società biotecnologica che è stata formata specificamente per valutare la sicurezza e l’efficacia della ciclodestrina per il trattamento della NPC ed ottenere, eventualmente, il certificato FDA se il farmaco risultasse efficace.

Non c’è niente di meglio che trovare qualcosa che curi gli animali e possa poi curare i bambini. Questo è il Santo Graal. Questo è ciò che ci fa andare avanti. E siamo davvero entusiasti”, conclude Vite.

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Scritto da Paolo Pate | Blogger

Scrittura, volontariato, lettura, sport, viaggi… sono davvero tante le passioni che possono descrivermi. In ognuna di queste cerco di mettere tutto me stesso per non smettere mai di crescere, cercare la mia strada ed essere felice.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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