Se fino a ieri era la vitamina B12, oggi è la colina a essere messa sotto accusa. Si punta infatti il dito contro la dieta vegana, tacciata di presunta pericolosità, poiché carente di questo nutriente essenziale.
L’allarme arriva dalla dr.ssa Emma Derbyshire, con uno studio pubblicato sulla rivista medica britannica BMJ Nutrition, Prevention & Health. Cerchiamo di capirne di più.
Cos’è la colina e a cosa serve
Chiamata anche vitamina J, la colina è una molecola molto simile alle vitamine del gruppo B, è sintetizzata dal fegato e implicata in molte reazioni metaboliche.
Sono molti gli alimenti in cui è presente, tra cui:
- Fegato
- Carne
- Pesce
- Frutta seccaFagioli
- Piselli
- Spinaci
- Germe di grano
- Uova
Sono varie le proprietà della colina. In primo luogo, è fondamentale per tenere a bada i livelli di colesterolo nel sangue, oltre a proteggere la salute del fegato. Sembra anche fondamentale per il buon funzionamento del sistema nervoso: non a caso, spesso viene consigliata in caso di depressione, schizofrenia, disturbo bipolare, sindrome di Tourette e corea di Hungtington.
Anche chi soffre di asma e chi pratica intensa attività fisica può assumere colina, per ridurre l’infiammazione o ritardare il senso di fatica. Alcune donne incinte ricorrono a questo coenzima per per prevenire i difetti del tubo neurale nel feto.
Insomma, la colina presenta svariati benefici. Da qui, le affermazioni della dr.ssa Emma Derbyshire, che ha lanciato l’allarme per chi segue diete vegane o vegetariane. Insomma, ancora una volta l’alimentazione vegetariana è sotto i riflettori, tacciata di provocare carenze nutrizionali. Ma come stanno davvero le cose?
Diete vegane e vegetariane: come la mettiamo con la colina?
Le linee guida americane suggeriscono come quantità di assunzione adeguata di colina:
- 425 milligrammi per le donne ogni giorno.
- 550 milligrammi per gli uomini ogni giorno.
Secondo alcuni nutrizionisti le persone che seguono diete vegane o vegetariane – che quindi non mangiano alimenti di origine animale – potrebbero non assumere abbastanza colina. Come già sottolineato, e stando a quanto affermato dal National Institute of Health (NIH), agenzia governativa americana responsabile della ricerca in campo medico, il nostro fegato è però in grado di sintetizzare una buona quota di colina. Il necessario per raggiungere le dosi raccomandate viene sì introdotto nell’organismo tramite la dieta, ma anche attraverso una grande quantità di alimenti vegetali.
Chiamata in causa da alcuni siti editoriali, nel dibattito è intervenuta la dr.ssa Luciana Baroni, presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, smorzando gli allarmismi. “Ben lungi dal dover assumere colina attraverso prodotti di origine animale, è sempre preferibile ricavarla da frutta, verdura, cereali, frutta secca e legumi, che ne sono ricchissimi. Ad esempio, la soia contiene più colina di manzo e pollo; le patate e la maggior parte dei legumi ne hanno più dei prodotti lattiero-caseari e del tonno. Va sempre ricordato – chiosa Baroni – anche attraverso la stampa, che sono sempre i vegetali la fonte più sana di qualsiasi nutriente”.
Quindi, qual è cosa più importante? Vegani, carnivori o vegetariani, è sempre bene avere un piano alimentare definito e fornire al nostro corpo tutti i nutrienti necessari. Proprio come ferro, B12, omega-3 e calcio, le persone che seguono una dieta a base vegetale devono assicurarsi di assumere anche abbastanza colina nella loro dieta. Dunque, il segreto sta, dicono gli esperti, nel pianificare e a equilibrare per il meglio i nutrienti.