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Come combattere il dolore cronico o acuto

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 16 Maggio, 2016

Il dolore si può presentare sotto varie forme: artrite, mal di testa e cervicale, ciclo mestruale o mal di schiena. Ogni volta la sua intensità è diversa e diverso è il grado di sopportazione delle persone. Non ha stagione e tante volte non dà nemmeno un preavviso.

Ora però, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie ha messo a confronto diversi esperti perché possano fornirci un metodo per riconoscere le varie forme di dolore e, soprattutto, per offrirci gli strumenti adatti per combatterlo e conviverci, per il minor tempo possibile.

Tra tutti i sintomi che si possono avvertire, quello del dolore è quello che influisce maggiormente sulla qualità della vita, rovinandola o comunque dandole una connotazione negativa. È importante, però, per i medici sapere dove si localizza, in modo tale da cominciare a fare una diagnosi precisa.

Il dolore è distinguibile per 2 diverse caratteristiche:

  • Dolore acuto: è il primo segnale dopo un evento traumatico, per esempio un movimento scomposto, una botta, un mal di testa lancinante.
  • Dolore cronico: si ha quando il dolore continua anche dopo che il trauma è stato superato, e dura almeno 3 mesi.

C’è da precisare che, alle volte, però, il dolore persiste anche per altri motivi, quando ad esempio non è stato rilevato il vero motivo scatenante.

Chi convive col dolore…

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha condotto un’indagine, dalla quale è emerso che su 5447 ospedalizzati in 15 centri in tutto il mondo, il dolore che compare prima di una diagnosi e persiste una volta ricevute le prime cure ha incidenza del 20%.

In Italia, secondo una ricerca condotta nel 2005, intervistando 89 medici ambulatoriali, è emerso che ben il 52,8% del dolore accusato dai pazienti, durante la visita, fosse di tipo cronico.

Seguendo la scala NRS, ovvero la Numerical Rating Scale, che valuta l’intensità di dolore chiedendo al paziente di indicare un punteggio in un range che va dallo 0 al 10, la SIMG ha constatato che i pazienti che sono andati a farsi visitare dal proprio medico, che indicavano un dolore con una gravità maggiore al 3, avvertivano un dolore di tipo cronico del 27%, che si presentava proprio all’inizio della malattia o del malessere in corso.

Da questa indagine, si può quindi dedurre che il 70% delle persone che si recano dal medico di famiglia è perché accusa un dolore acuto, e quindi persistente nonostante le cure.

Il dottor Ovidio Brignoli, Vice presidente della SIMG, ha dichiarato che: “La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie si prefigge, tra le prime cose, di aiutare le persone che sono costrette a convivere quotidianamente con dei dolori dovuti a dei problemi di salute non risolvibili. Il medico di famiglia avrà il compito di prescrivere delle terapie atte ad alleggerire i sintomi più leggeri, e a sopportare con più serenità i dolori più acuti“.

Come farsi passare il dolore

Se il dolore che si sta avvertendo ha una causa scatenante ben specifica, come ad esempio, mal di testa, il ciclo mestruale ai primi giorni, arrossamento degli occhi, una botta, il paziente potrà automedicarsi prendendo un semplice analgesico, che attenuerà almeno il dolore. Il medicinale sarà uno di quelli che si possono acquistare senza prescrizione medica e, quindi, con un effetto non troppo “dannoso” per la salute.

Nel caso in cui il dolore dovesse presentarsi in forma cronica, è il caso di consultare il medico di base o lo specialista che sta seguendo in quel momento il paziente. Saranno sicuramente in grado di prescrivere la cura più adatta.

Quando andare dal medico

Informate il medico se il dolore dura più a lungo di quanto ragionevolmente previsto. Alcune linee guida hanno definito come dolore cronico quello che dura più di 3-6 mesi.

In questi casi, è fondamentale trattare il dolore per evitare che peggiori in dolore cronico. Per esempio, un piccolo taglio o una bruciatura, normalmente non causano dolore dopo un mese; se dovesse succedere, bisogna recarsi dal medico, invece che aspettare altro tempo.

Le persone che accusano questi disturbi continuativi dovrebbero recarsi dal medico per farsi prescrivere dei trattamenti che forniscano sollievo e li aiutino a far fronte al dolore. I trattamenti includono:

  • Antidolorifici
  • Agopuntura
  • Biofeedback
  • Training di rilassamento
  • Ipnosi
  • Tecniche di distrazione

Cosa causa il dolore?

Il dottor Pierangelo Lora Aprile, Responsabile Area dolore del SIMG, ha dichiarato che: “Il dolore è causa di un aumento dei costi sociali, nel senso che una persona che accusa spesso dei dolori, non solo vivrà un’esistenza inadeguata e negativa, ma non riuscirà a lavorare in modo efficiente, avrà un atteggiamento scostante e si sentirà limitata in molte altre attività. Sarebbe utile riuscire ad educare le persone a convivere con il dolore, gestendolo con delle terapie che prevedano dei farmaci comprabili anche senza ricetta medica, per esempio”.

L’automedicazione ha comunque un limite, consultiamo sempre il nostro medico, i farmaci possono rivelarsi davvero dannosi se non vengono presi nel giusto modo.

 

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Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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