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Le innovazioni terapeutiche per la cura della cataratta

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Il dr. Matteo Piovella è tra i maggiori esperti di chirurgia della cataratta e refrattiva. Opera a Monza (Centro di Microchirurgia Ambulatoriale). Dal 2010 è Presidente della Società Oftalmologica Italiana.


La cataratta si manifesta con l’opacizzazione del cristallino, una specie di lente che si trova all’interno dell’occhio. Questo disturbo colpisce migliaia di pazienti di età superiore ai 65 anni, ma non solo.

Abbiamo rivolto alcune domande al dr. Matteo Piovella, oculista tra i maggiori esperti di chirurgia della cataratta e refrattiva e presidente della Società Oftalmologica Italiana.

La cataratta è un disturbo legato solo all’età o può colpire anche i più giovani?

La cataratta consiste in una progressiva e inarrestabile opacizzazione del cristallino, la lente presente all’interno dell’occhio che focalizza e rende nitide le immagini sulla retina.

Con l’aumento dell’opacità si riduce progressivamente la vista e le persone non sono più in grado di guidare la macchina e leggere chiaramente. L’insorgenza della cataratta è dovuta principalmente al trascorrere degli anni così come avviene per le rughe e i capelli bianchi. Oggi, sappiamo che a 70 anni tre persone su quattro hanno la cataratta. A 80 anni tutti ne soffrono. Le persone possono comprare una televisione a grande schermo, sedersi molto vicino e decidere di passare la maggior parte del loro tempo in casa e di non guidare più la macchina. Si può sopravvivere anche con una vista che risulta essere la metà della metà di quella utilizzata a 20 anni. Ma queste persone, inevitabilmente, soffrono di cataratta.

In America, l’età media in cui ci si sottopone all’intervento di sostituzione del cristallino per l’eliminazione della cataratta è di 62 anni. In Italia, ogni anno vengono eseguiti 550.000 interventi di chirurgia della cataratta, mentre nascono solo 480.000 bambini.

La miopia elevata favorisce lo sviluppo della cataratta che compare intorno ai 50 anni. Lo stesso accade ai pazienti che soffrono da anni di diabete. In un numero non elevato di casi, è possibile presentare una cataratta alla nascita: parliamo della cataratta congenita. In seguito a traumi dell’occhio può comparire la cataratta traumatica che è conseguenza non dell’età ma del trauma subito.

L’utilizzo improprio di farmaci, come il cortisone per lunghi periodi, senza controlli da parte del medico oculista, può scatenare la presenza della cataratta associata spesso a glaucoma. In sintesi, la cataratta può manifestarsi a qualsiasi età. Per questo è giusto informare i pazienti che l’intervento di cataratta può essere eseguito a ogni età e con importanti patologie generali concomitanti.

L’intervento è ben sperimentato e non ha limiti temporali di funzionamento. Quando operiamo di cataratta un bimbo appena nato siamo in grado di fornirgli un recupero visivo con risultato efficace per oltre 100 anni.

Quali sono le più comuni tecniche d’intervento della cataratta?

Oggi, l’intervento di cataratta prevede la frammentazione e la rimozione della lente opaca e la sua sostituzione con un cristallino artificiale, che può essere personalizzato in modo da correggere i tre difetti visivi da lontano (miopia, astigmatismo e ipermetropia) e non obbligare all’utilizzo degli occhiali da lettura.

Le moderne tecniche chirurgiche permettono l’inserimento di questa micro lente, il cristallino artificiale, all’interno dell’occhio per poter così drasticamente migliorare la vista delle persone e permettere di non dipendere più dall’utilizzo degli occhiali.

La tecnica consolidata di facoemulsificazione è utilizzata nella stragrande maggioranza dei casi. Oggi, si sta diffondendo l’utilizzo del Femtolaser per la chirurgia della cataratta, una tecnologia innovativa che permette di standardizzare perfettamente l’esecuzione di alcuni passaggi, quali la capsulo ressi, le incisioni corneali e una pre-frammentazione del nucleo del cristallino.

Tecniche e tecnologie abbastanza costose e, per questo motivo, non utilizzate negli ospedali pubblici. Il recupero visivo normalmente avviene il giorno successivo l’intervento anche se, in alcuni casi, la tempistica del recupero visivo può variare considerevolmente. L’intervento può durare circa 15 minuti. Nel decorso post operatorio è obbligatorio seguire strettamente la terapia indicata dal medico oculista.

Solitamente, l’intervento con impianto di una lente artificiale è risolutivo?

L’intervento di cataratta, normalmente, si esegue solo una volta nel corso della nostra vita.

Da pochi mesi a qualche anno dopo l’esecuzione dell’intervento di cataratta, è necessario effettuare la così detta “pulizia del cristallino”: la capsula posteriore, una specie di amaca che nella prima settimana sostiene il cristallino artificiale impedendogli di scivolare nella parte posteriore dell’occhio. Applicando in pochi minuti la tecnologia yag laser si ripristina la situazione precedente senza procurare danni alla vista e agli occhi stessi.

In cosa consistono gli interventi con laser e ultrasuoni per la cura della cataratta?

La tecnologia oggi maggiormente utilizzata è quella che utilizza gli ultrasuoni per frammentare in minuscoli pezzi il nucleo del cristallino, che può presentare diverse forme di compattezza e durezza.

Il Femtolaser, apparso pochi anni fa, permette di effettuare una apertura del sacco capsulare che contiene la cataratta in modo perfetto e ripetibile. Inoltre, favorisce l’effettuazione delle incisioni corneali e pre tratta il nucleo da emulsificare. In ogni caso, è necessario sottoporsi all’intervento di asportazione della cataratta appena questa si manifesta.

Un nucleo del cristallino soffice favorisce un risultato chirurgico positivo. Il dover intervenire su cataratte presenti da diversi anni risulta essere difficile e favorisce un aumento delle possibili complicazioni chirurgiche. Dato il costo importante, le tecnologie innovative oggi non sono presenti negli ospedali pubblici italiani.

Si deve lavorare tutti insieme perché questa circostanza penalizzante possa venir superata.

La cataratta si può prevenire? Se sì, come?

La cataratta in realtà è poco prevenibile. Ci si può meglio proteggere dai traumi o tener meglio controllata la glicemia con una dieta specifica.

L’assunzione di antiossidanti è da anni consigliata. Mangiare rosso, verde, giallo e arancione per individuare con maggior semplicità l’utilizzo di frutta e verdura.

La prevenzione possibile consiste nel sottoporsi ogni anno a visite mediche dedicate dal proprio medico oculista. L’utilizzo di un buon paio di occhiali da sole per proteggersi dai raggi UV è da raccomandare. Troppe persone, quando si sottopongono a una visita oculistica di controllo, si vantano di non aver mai portato gli occhiali da sole, dato che i loro occhi erano sani e forti e non ne avevano la necessità.

A livello internazionale, è stata fatta una migliore opera di informazione, tanto che il numero di portatori di occhiali da sole per proteggere gli occhi dalla luce è doppio o triplo, se confrontato con i numeri dell’Italia.

Ma teniamo ben in mente che prima o poi il problema della cataratta si presenta a ognuno di noi, e che allora dovremo essere aperti a trovare la migliore soluzione possibile in tempi adeguati!

 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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