Perché alcuni cibi creano dipendenza?

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Marco Cicirello

Data articolo – 11 Marzo, 2015

Indice del contenuto

Perché certi cibi – come patatine fritte, pizza e cioccolato – creano più dipendenza di altri – come salmone e riso?

La risposta potrebbe essere trovata nel processo con cui gli alimenti vengono trasformati e preparati.

I risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plos One suggeriscono che i metodi utilizzati per fermare il fumo, l’alcolismo o le droghe, possono essere utilizzati anche la dipendenza dal cibo e l’epidemica diffusione dell’obesità.
Nonostante il fatto che i cibi più elaborati siano i più gustosi e appetibili, i ricercatori non sanno ancora con sicurezza se questi cibi possono scatenare vere e proprie dipendenze, e quali siano i più dannosi per l’uomo, dice Ashley Gearhardt, assistente professore di psicologia presso l’Università del Michigan.

I cibi non elaborati, quelli che non subiscono l’aggiunta di grassi e che non contengono carboidrati raffinati, non sono associati a casi di dipendenza alimentare.
Le persone con sintomi da dipendenza da cibo e indici di massa corporea alti sono soprattutto consumatori di cibi molto elaborati, visto che molti sono particolarmente sensibili alle proprietà gratificanti di questi cibi. Se le proprietà di alcuni cibi vengono associate al fenomeno della dipendenza alimentare, questo può avere un effetto non solo sulle linee guida nutrizionali, ma anche sulle politiche pubbliche e sulla commercializzazione di questi alimenti per i bambini.
Il primo passo è quindi quello di identificare i cibi e le proprietà dei cibi che possono innescare tale dipendenza. “Questo può anche aiutarci a cambiare il modo in cui affrontiamo e curiamo l’obesità, perché non si tratterebbe semplicemente di eliminare alcuni cibi, ma piuttosto di utilizzare un metodo come quello con cui ci si disintossica da alcool, droghe e fumo” ha detto Nicole Avena, assistente professore di farmacologia e sistemi terapeutici alla Icahn School of Mecidine di New York.

 

 

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
Madre e figlia sorridenti puliscono insieme, indossando guanti e grembiuli
Intossicazioni pediatriche: i 9 consigli degli esperti per proteggere i bambini in casa

Quasi la metà delle intossicazioni pediatriche avviene in casa: scopri i 9 consigli pratici per proteggere i bambini dai pericoli nascosti.