Proprio così. La maggior parte dei disturbi del sonno è prevedibile o curabile.
Purtroppo, però, meno di un terzo dei pazienti si rivolge a medici e specialisti esperti in materia, sebbene i numeri siano a tratti allarmanti: l’insonnia, infatti, colpisce tra il 30 e il 45 per cento della popolazione mondiale. La categoria più a rischio è quella degli anziani.
Anche le apnee ostruttive del sonno hanno un’incidenza molto alta, soprattutto per il sesso maschile: 13-14,3 per cento contro il 5-6 di quello femminile. Nella popolazione adulta si supera il 15 per cento per gli over 70, con un valore del 25 per cento intorno agli 80 anni. Purtroppo, oltre l’85 per cento di chi soffre di tale disturbo, non si è mai sottoposto a un esame.
Per questo motivo, si celebra oggi Giornata Mondiale del Sonno, con l’obiettivo di porre l’attenzione sulle problematiche legate a tali disturbi e alle relative cure.
Non poteva essere diversamente: al sonno, infatti, dedichiamo circa un terzo della nostra esistenza. Perché trascurarne la qualità?
Le (prime) conseguenze negative di un sonno disturbato
È sufficiente una sola notte con una scarsa qualità del sonno perché si registrino impatti negativi sulle capacità di concentrazione, memorizzazione e apprendimento.
Un sonno cattivo ci rende, inoltre, molto più vulnerabili agli incidenti stradali: chi soffre di insonnia ha maggiori probabilità di essere coinvolto in incidenti stradali mortali.
Ansia e depressione sono in agguato per chi dorme male. Ovviamente, l’influenza (negativa) sulle prestazioni lavorative è pressoché scontata.
Disturbi del sonno: si indaga il legame con la morte cardiaca improvvisa
Russamento e apnee notturne sono tra i disturbi del sonno più diffusi, insieme all’insonnia e al bruxismo. Tutte patologie che, se trascurate, possono portare a conseguenze oltremodo negative.
Secondo un recente studio pubblicato su ERJ Open Research anche i giovani possono essere coinvolti. Dopo aver analizzato la qualità del sonno in un campione di giovani atleti, il team di ricercatori ha infatti osservato in quasi la metà di loro (il 43% circa) disturbi legati alla respirazione notturna, riscontrando inoltre una frequenza cardiaca a riposo più alta rispetto agli atleti che godevano di un sonno salutare, oltre a una tendenza a sperimentare battiti cardiaci irregolari.
Certo, il campione di analisi è esiguo. Trarre conclusioni potrebbe dunque essere affrettato. Nonostante ciò, i risultati suggeriscono un possibile legame tra i disturbi della respirazione durante il sonno e anomalie cardiache.
“Non abbiamo riscontrato condizioni di salute gravi in nessuno degli atleti esaminati, ma non sappiamo come le loro condizioni di salute possano evolvere in futuro. È possibile che la respirazione disordinata durante il sonno possa rappresentare un fattore non trascurabile per questo tipo di decessi inspiegabili, come la morte cardiaca improvvisa” – hanno dichiarato i ricercatori.
L’importanza di una diagnosi certa
La prevenzione, a qualsiasi età, risulta dunque fondamentale. In caso di apnee ostruttive del sonno, la diagnosi precoce è di vitale importanza.
Se la patologia è ancora in una fase iniziale, la terapia può portare a risultati di guarigione verso eventuali complicanze cardio-cerebrovascolari. L’esame diagnostico per eccellenza, la polisonnografia a domicilio – un monitoraggio cardio-respiratorio – è molto semplice, ma i risultati possono davvero essere considerati un vero salvavita.
Il test del sonno per valutare situazioni di rischio
Attenzione, però. Ci sono dei campanelli d’allarme da non sottovalutare. Russi? Sei stanco/a? Com’è la pressione, generalmente alta? Un test del sonno, semplice immediato, potrebbe rivelarsi un ottimo strumento di autovalutazione per situazioni di rischio. Sottoporsi non costa nulla: in cambio, però, attraverso poche domande, si diviene consapevoli di eventuali disturbi che affliggono il proprio sonno.
Il primo step… per tornare a dormire bene!