L’intolleranza al lattosio è un deficit dovuto alla mancanza di un enzima necessario (lattasi) per digerire l’elemento. Il cattivo assorbimento del lattosio è una condizione diffusa, in passato considerata addirittura una malattia. Oggi, però, è un problema facilmente risolvibile con una corretta dieta alimentare e un’attenzione più scrupolosa al cibo che s’ingerisce.
Che cos’è il lattosio?
Il lattosio è un disaccaride, un composto chimico organico appartenente alla famiglia degli zuccheri. Costituisce il 5% del latte dei mammiferi e una volta ingerito viene scisso dei suoi due componenti:
- Glucosio – zucchero naturale principale fonte di energia per gli organismi viventi
- Galattosio – dopo il glucosio è il carboidrato più diffuso nel regno animale
In quali alimenti risiede il lattosio?
Gli alimenti con una più alta percentuale di lattosio sono i latticini, soprattutto quelli freschi (mozzarella, stracchino, fiocchi di latte etc…), mentre per quel che riguarda i latticini stagionati (parmigiano, gorgonzola, pecorino e altri) la percentuale di lattosio è minore per via dei processi fermentativi.
Stesso discorso per lo yogurt. Da annoverare anche alcuni alimenti in cui il lattosio, sebbene presente, non è distintamente individuabile: si tratta di dolci (biscotti, alcune composizione di cereali, torte, crostate) nel cui amalgama è probabile ci sia latte. Inaspettatamente può esserci una percentuale minima di lattosio anche in alcuni farmaci (pillole vitaminiche, anticoncezionali, rimedi per la digestione etc…).
Infine sono considerati alimenti a rischio anche le carni lavorate, i condimenti vari come salse e creme, bustine di dolcificante, alcol e margarina.
I sintomi dell’intolleranza
I sintomi più classici e facilmente riconducibili ad un cattivo assorbimento del lattosio sono:
- Mal di pancia
- Nausea
- Gonfiore
- Diarrea
Tuttavia possono manifestarsi anche altri sintomi che invece possono essere più insidiosi perché attribuibili anche ad altre problematiche e non immediatamente a una intolleranza:
- Mal di testa
- Irritabilità
- Difficoltà nella concentrazione
- Dolore muscolare
- Diminuzione delle capacità uditive
- Tachicardia
- Allergie
- Stitichezza
Questi segnali si manifestano diversamente a seconda del paziente perché dipendono dalla differente entità di carenza di lattasi.
Cosa fare se si sospetta un’intolleranza al lattosio?
La prima cosa da fare se si sospetta un’intolleranza al lattosio è rivolgersi al proprio medico di fiducia che prescriverà delle analisi. Le più diffuse sono:
- H2 breath test – consiste nel misurare il livello di idrogeno nell’area espirata (H2) dal paziente a digiuno da circa 12 ore. Dopo questa prima fase i paziente deve ingerire 5-10 grammi di lattulosio (composizione commerciale a base di lattosio), a questo punto l’aumento delll’H2 è un chiaro segnale di malassorbimento.
- Test genetico – attraverso l’analisi di un campione di saliva si può ricostruire il DNA del paziente e verificare la predisposizione all’intolleranza.
Quale alimentazione adottare?
Gli alimenti vietati per chi risulta intollerante al lattosio sono:
- Latte
- Formaggi freschi e stagionati
- Panna
- Formaggini da spalmare
- Gelati e frappé
E ancora:
- Dolci preparati con burro e latte
- Creme a base di latte, anche in polvere,
- Pane al latte
- Cioccolato (anche fondente)
- Burro e margarina.
Gli alimenti moderatamente consigliati, invece, sono:
- Formaggi stagionati come il Grana Padano D.O.P, privo di lattosio
- Latte delattosato (senza lattosio)
- Soia
- Riso
- Pane integrale
- Legumi secchi.
Alimenti sicuri dove non esiste percentuale di lattosio sono tutte le verdure e la frutta. In ogni caso è bene seguire delle regole comportamentali per evitare rischi, dato che il lattosio può essere aggiunto a prodotti conservati, o già pronti, e preparazioni industriali solide o liquide. Risulta dunque fondamentale leggere le etichette per controllare la presenza di lattosio.