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Dici bugie oppure no? Dipende da quello che mangi

Redazione

Ultimo aggiornamento – 06 Agosto, 2020

Uomo che dice bugie con il naso lungo

Il metabolismo influenza la propensione di ognuno di noi a mentire? Sembrerebbe proprio di sì, secondo uno studio condotto dal Joint Research Center della Commissione Europea e il Gate-Lab del Cnr francese, a cui ha partecipato l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc), che getta le basi per capire quale sia l’influenza del metabolismo sulla propensione a dire bugie. Cerchiamo di capirne di più.

Lo studio

Sembra strano, è innegabile. Eppure, la propensione a dire il falso potrebbe davvero dipendere (almeno in parte) dai livelli di glucosio nel sangue e dalla presenza o meno di patologie come l’obesità

«Ad oggi, sappiamo che i cambiamenti dello status energetico a breve termine, come quelli indotti dal digiuno o dalla sazietà, e quelli a lungo termine, come quelli associati all'obesità, possono influenzare una vasta gamma di processi cognitivi, quali memoria, attenzione, propensione al rischio e autocontrollo. Quest’ultimo è un elemento centrale per la capacità di compiere scelte etiche e morali» - ha spiegato la dr.ssa Eugenia Polizzi, ricercatrice Cnr-Istc e prima autrice dello studio.

Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate poi dalla rivista Scientific Reports del gruppo Nature, i ricercatori hanno lavorato con 150 soggetti, sottoponendoli ad esperimenti. In particolare, i partecipanti hanno ricevuto un bicchiere coperto con dentro un dado a 3 facce colorate. A seconda del colore riportato, i soggetti avrebbero ricevuto una ricompensa differente: 3 euro se fosse uscito rosso, 1 euro se giallo, nulla se blu. Metà dei soggetti ha tirato il dado prima di ricevere una colazione, mentre l’altra metà subito dopo averla fatta. Il partecipante poteva tranquillamente imbrogliare, riportando ad esempio un colore diverso da quello effettivamente osservato, essendo il risultato del dado visibile solo a lui. Secondo leggi statistiche, però, ogni colore ha un terzo di probabilità di uscire: dunque, discrepanze da questa percentuale suggeriscono disonestà, almeno a livello di gruppo.

A digiuno c'è più propensione a mentire? E l'obesità come influisce?

I soggetti a digiuno mentono di più rispetto ai soggetti sazi, con qualche eccezione. «Se brevi cambiamenti nello status energetico incidessero sulla propensione a mentire, ci aspetteremmo che i soggetti a digiuno mentano più di quelli sazi, indipendentemente dalla situazione energetica globale. Tuttavia, i risultati forniscono solo un supporto parziale a questa previsione. Infatti, solamente i soggetti con indice di massa corporea sotto ai 25, e in particolare donne, hanno dimostrato di essere più onesti dopo aver fatto colazione» - prosegue la ricercatrice, concentrando ora la sua attenzione sull'obesità - Al contrario, si stima che quando la bugia serviva a evitare di riportare il colore blu associato a zero ricompense, più dell’80% dei soggetti obesi abbia mentito, indipendentemente dalla colazione. Questo dato ci dice che la condizione di obesità potrebbe essere associata a una difficoltà a gestire potenziali perdite».

Evidenze crescenti suggeriscono come l'obesità derivi da una complessa interazione tra aspetti comportamentali, neuronali e metabolici associati, ma non necessariamente in maniera casuale a uno sbilanciamento dei meccanismi che regolano l’omeostasi energetica, ovvero l'equilibrio tra l’energia introdotta e quella effettivamente utilizzata dall’individuo. «È dunque difficile spiegare l’influenza del metabolismo sul rispetto delle norme morali soltanto attraverso una prospettiva energetica. La speranza è che studi come questo possano però contribuire ad aumentare l’interesse verso questa tematica interdisciplinare, migliorando la nostra comprensione dei meccanismi psicologici, economici e biologici che governano le scelte morali», conclude Eugenia Polizzi.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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