Vaccino anti-Covid: no all’obbligo, ma sì a un patentino? Facciamo chiarezza, cercando in primis di capire in cosa consiste. «Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione, per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto», afferma Domenico Arcuri, commissario straordinario per il contenimento di Covid-19.
Patente di immunità: di cosa si tratta?
Chi si vaccinerà, dunque, avrà a disposizione una specie di patentino o certificato speciale, che attesti l’avvenuta immunizzazione e i cui dettagli saranno stabiliti dal Ministero della Salute. In questo modo, si terrà traccia di chi, su base territoriale, si sarà vaccinato.
Chi avrà accesso alle prime dosi di vaccino? Sicuramente le persone più a rischio, sia per il loro sistema immunitario debole, pensiamo gli anziani, sia perché maggiormente attive in situazioni di esposizione al contagio, come le forze dell’ordine e il personale sanitario.
Vaccino anti-Covid: sarà obbligatorio?
Ancora non sappiamo se il vaccino anti-Covid sarà reso obbligatorio per tutti i cittadini italiani. Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ad esempio, ipotizza una obbligatorietà stabilita in base a fasce d’età, riproducendo lo schema del vaccino antinfluenzale.
Tuttavia, la maggior parte degli italiani non è disposta a vaccinarsi subito, dal momento che la rapidità di elaborazione e di testing del siero crea perplessità in molti. Un recente sondaggio, reso pubblico durante la trasmissione diMartedì (La7), ha infatti riportato che il 42% degli italiani vorrebbe aspettare per constatarne l’efficacia, mentre il 16% si dichiara contrario in partenza.
Scettico sulla vaccinazione anti-Covid anche il virologo e direttore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti: «Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie».
Piano vaccinale da gennaio a settembre 2021
Perché vi sia una immunità di gregge però è necessario che si vaccini la maggior parte della popolazione, corrispondente circa al 70%, perché i risultati siano efficaci. Molto probabilmente la vaccinazione della popolazione sarà graduale e si protrarrà per tutto il 2021.
Sei italiani su 10 sono poi convinti che le dosi del vaccino non saranno sufficienti per tutti. Questo è vero, in parte, nel senso che si inizierà da metà gennaio con il vaccino di Pfizer (in 3,4 milioni di dosi) con le quali si vaccineranno due volte 1,7 milioni di italiani, poiché per essere efficace è necessario somministrarlo in doppia dose (il cosiddetto “richiamo”).
Successivamente, si procederà a una vaccinazione capillare della popolazione, con l’obiettivo tanto sperato di arrivare a buoni risultati entro settembre 2021.
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