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Coronavirus, sopravvive fino a 9 giorni sulle superfici

Redazione

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

Sopravvivenza Coronavirus: resiste nove giorni sulle superfici

Ci sono delle novità: a temperatura ambiente, infatti, i Coronavirus possono sopravvivere a contatto con superfici di vetro, metallo e plastica fino a nove giorni. Tempistiche che possono variare, certo, in base alle temperature e ai livelli di umidità. In media, si calcola che la sopravvivenza è di quattro o cinque giorni.

A far emergere questo dato, è stato un team di ricerca tedesco guidato da scienziati dell'Università di Medicina di Greifswald, in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Virologia Medica e Molecolare presso l'Università della Ruhr di Bochum.

Quanto sopravvive il Coronavirus

Prima di arrivare a questa conclusione, i ricercatori coordinati dal professor Günter Kampf, hanno analizzato i dati di 22 differenti studi sui Coronavirus e sulla loro inattivazione. In particolare, negli esperimenti sono stati coinvolti il virus della SARS (Severe acute respiratory syndrome) o Sindrome respiratoria acuta grave, quello della MERS (Middle East Respiratory Syndrome), conosciuta anche come Sindrome respiratoria mediorientale e i coronavirus endemici umani (HcoV). 

Purtroppo, però, nello studio non è stato incluso il nuovo Coronavirus (2019-nCoV) che, in quest’ultimo mese, sta scatenando un’emergenza sanitaria pressoché globale. L’obiettivo, come ovvio, è quello di stimarne la sopravvivenza soprattutto in ambiente ospedaliero, dove risulta di vitale importanza ridurre al minimo i rischi di contagio: “Negli ospedali, ad esempio, sono fonti di trasmissione le maniglie delle porte, ma anche i pulsanti di chiamata, i comodini, le reti e altri oggetti nelle immediate vicinanze dei pazienti, spesso fabbricati in metallo o plastica” - ha dichiarato il professor Kampf.

Studiare il virus della SARS (per conoscere a fondo il nuovo Coronavirus) è la strada adottata da gran parte della comunità medico-scientifica: i due, infatti, condividono l’80% del proprio patrimonio genetico. Sia SARS sia MERS sia 2019-nCoV fanno inoltre parte dello stesso gruppo chiamato betacoronavirus. Dinnanzi a queste evidenze, gli scienziati hanno ipotizzato che i risultati sulla sopravvivenza possano essere applicati anche al nuovo Coronavirus emerso in Cina: “I risultati erano tutti simili, al di là del virus specifico analizzato” - ha affermato il coautore dello studio, dr. Eike Steinmann, in un comunicato stampa dell'Università della Ruhr.

Come evitare contagi da Coronavirus

A onor del vero, c’è chi ha affrontato la questione con molta più cautela. Il portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Christian Lindmeier, aveva infatti stimato un tempo di sopravvivenza di gran lunga minore: “Se io tossisco sulla mano e passo un telefono, per esempio, ci può essere contagio, certo. Detto ciò, il tempo di sopravvivenza del virus è molto, molto basso” - ancora - “Forse, dopo mezzora non può già più contaminare le persone” - ha dichiarato recentemente in una conferenza stampa tenutasi a Ginevra. Più cauti i CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention) che hanno indicato come a “basso rischio” una potenziale contaminazione attraverso pacchi e imballaggi spediti dalla Cina.

Se il professor Günter Kampf mette in allarme, fornisce però anche piccole soluzioni: se questi virus sono persistenti, possono però essere disattivati chimicamente attraverso disinfettanti di uso comune. Per ridurre in modo significativo la presenza dei Coronovirus sulle superfici, si può dunque ricorrere a procedure di disinfezione “con etanolo al 62-71%, perossido di idrogeno allo 0,5% o ipoclorito di sodio allo 0,1% entro un minuto. Altri agenti biocidi come lo 0,05-0,2% di benzalconio cloruro o lo 0,02% di clorexidina digluconato sono meno efficaci” - si legge nell’articolo pubblicato dal team di ricercatori pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Journal of Hospital Infection.

Meno efficaci, invece, il cloruro di benzalconio e la clorexidina digluconato, anche questi disinfettanti. Insomma, se questi agenti sono applicati nelle concentrazioni citate, riducono il numero di particelle di virus attive di quattro ordini di grandezza, annientando così l’attività dei patogeni. “Dato che attualmente non abbiamo terapie specifiche per il 2019-nCoV, la prevenzione e queste misure di contenimento  saranno essenziali per fermare l’epidemia in corso e per tenere sotto controllo questa nuova minaccia infettiva” - scrivono gli autori nel paper.

Disinfettanti, e poi? È il gesto di lavarsi le mani (bene e spesso) il vero caposaldo per ridurre qualunque tipo di rischio di contagio. Ricordate, infine, di starnutire all'altezza del gomito, per evitare che l'eventuale infezione (qualsiasi essa sia!) possa diffondersi attraverso le mani, la parte del corpo che entra più in contatto con gli altri. 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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