I nemici della salute per la quarta età

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Benedetta Borzillo

Data articolo – 24 Giugno, 2014

Sempre più numerosi i nonni ultracentenari in Italia – 16.000 oggi, negli anni cresceranno e si prevede che nel 2050 saranno circa 200.000.

Per quanti entrano nella quarta età, le priorità della salute sono altre rispetto a quelle dei più giovani settantenni. Ma come organizzare un’assistenza specifica per questa nuova, crescente popolazione? E quali sono le minacce alla salute dei nostri centenari?

Al King's College of London hanno studiato la popolazione dei centenari inglesi. I risultati, pubblicati su Plus One, fanno prevedere che servirà un’assistenza personalizzata.

Cancro e rischi cardiovascolari? Non sono più un problema

Si può dire che malattie cardiache e cancro non sono più un rischio, per i nonni ultracentenari. Mentre a 80 anni sono proprio queste le prime cause di morte, gli ultracentenari possono dirsi al sicuro da entrambe le patologie.

Giuseppe Paolisso, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, spiega che “sopra una certa età, si superano gli effetti dei fattori di rischio cardiovascolari”. E il cancro?

Nelle persone molto anziane la replicazione cellulare è molto lenta, e i tumori non sono quindi pericolosi”. La crescita delle neoplasie è dunque così lenta, da non costituire una seria minaccia alla salute dei pazienti.

Polmonite e Infezioni

Più che da cancro e cuore, i centenari devono guardarsi dalle infezioni. Le infezioni, infatti, e le polmoniti in particolar modo, sono la prima patologia causa di morte per chi ha superato i 100.

È di nuovo il Dott. Paolisso a spiegarci perché: “Superata una certa età, il sistema immunitario si indebolisce sempre più e aumenta il rischio di infezioni”.

Un centenario non è detto sia in grado di far fronte a una semplice infezione, che aggravandosi può condurlo alla morte.

Quali cure per gli over 100?

''Il centenario difficilmente può essere portato in ospedale” conclude Paolisso: “Deve essere curato a casa, senza sradicarlo da quelle abitudini indispensabili per mantenerlo in vita”.

Anche le terapie deve essere fatte con dosaggi specifici: “Un po' come si fa per i bambini molto piccoli: i rischi di effetti collaterali gravi, ad esempio ai reni nel caso di un antibiotico, possono superare i benefici''.

Un’assistenza personalizzata

Insomma, i centenari sono estremamente fragili, non temono molte patologie che flagellano le altre età mentre sono vulnerabili a patologie non temute dal resto della popolazione. È evidente che serve un’assistenza sanitaria specifica e personalizzata.

E in Italia, a che punto siamo?

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