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Come calcolare il proprio rischio di ictus

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 12 Aprile, 2017

ictus: si è a rischio? Ecco come capirlo

L’ictus cerebrale è una grave e disabilitante patologia. In Italia rappresenta la terza causa di morte, preceduta soltanto dalle malattie cardiovascolari e dalle neoplasie (i tumori maligni).

Aprile è il mese della prevenzione dell’Ictus Cerebrale. Nel corso di questo mese, l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce. Italia Onlus) organizza in molte città italiane diverse iniziative sulla prevenzione, sulla sensibilizzazione e sull’informazione, focalizzandosi in particolare sulla conoscenza dei principali fattori di rischio e sull’importanza del riconoscimento dei sintomi.

Vediamo insieme alcuni punti che l’associazione A.L.I.Ce. Italia Onlus tratta nelle sue campagne.

Ictus: i numeri del fenomeno

Poco meno di 200.000 italiani vengono colpiti da ictus cerebrale ogni anno. La metà di chi sopravvive dovrà poi convivere con problemi di disabilità, talvolta gravi. In Italia, ad esempio, sono circa 940.000 i soggetti vivi nonostante un ictus ma con conseguenze più o meno invalidanti.

Questi numeri sembrano destinati a crescere nei prossimi anni, sia per l’invecchiamento progressivo della popolazione, sia perché è in aumento l’abuso di alcool e droghe tra i giovani.

La cura e la prevenzione dell’ictus

L’ictus non si può curare, ma è possibile prevenirlo nell’80% dei casi.

La prevenzione può avvenire:

  • seguendo un’attività fisica moderata e costante;
  • alimentandosi in modo sano, ad esempio seguendo una dieta mediterranea con alimenti basso contenuto di sodio;
  • controllando la pressione arteriosa fin dai 40 anni d’età. È di fondamentale importanza in caso di diabete;
  • riconoscendo la fibrillazione atriale;
  • astenendosi dal fumo.

I fattori di rischio, invece, includono:

  • ipertensione arteriosa;
  • obesità;
  • diabete;
  • fumo;
  • alcune anomalie cardiache e vascolari.

È quindi importante essere consapevoli del fatto che questi fattori, da soli o in combinazione, aumentano notevolmente il rischio di ictus. Alcuni disturbi o malattie possono essere contrastati seguendo terapie mirate; è pertanto fondamentale che il medico di base controlli l’effettiva ed adeguata assunzione della terapia prescritta.

Il calcolo del proprio rischio di ictus

A.L.I.Ce. Italia Onlus mette a disposizione una nuova App gratuita e prodotta nel nostro paese, “Ictus 3R”, che permette di calcolare il proprio rischio di ictus.

Questa app evidenzia tre regole generali da seguire:

  • attenzione al peso corporeo;
  • attività fisica moderata e costante;
  • dieta adeguata.

I sintomi dell’ictus

I sintomi dell’ictus sono riassunti facilmente in lingua inglese con la parola “FAST”, dove:

  • F indica “face dropping” (viso intorpidito). L’ictus si potrebbe manifestare con sorriso irregolare o sbilenco.
  • A indica “arm weakness” (debolezza del braccio). L’ictus si potrebbe manifestare con debolezza o insensibilità del braccio. Ad esempio, qualora si chiedesse alla persona di alzare entrambe le braccia, un braccio si abbasserebbe.
  • S indica “speech difficuty” (difficoltà a parlare). L’ictus si potrebbe manifestare con difficoltà a parlare o a capire. Ad esempio, l’individuo potrebbe non essere in grado di ripetere una frase semplice come: “il cielo è blu”.
  • T indica “time to call 991” (tempo di chiamare il 118): in caso di uno di questi sintomi, anche se scompaiono, è opportuno chiamare immediatamente i soccorsi.

Ictus: l’importanza di un intervento tempestivo

È fondamentale avvertire immediatamente gli operatori del 118 se si sospetta di ictus. In questo modo è possibile facilitare il trasporto ospedaliero.

Infatti, in caso di ictus, il tempo è prezioso: non bisogna perdere tempo ed è essenziale ricordare quando sono comparsi i primi sintomi, in quanto i soccorritori potrebbero chiederlo.

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Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice
Scritto da Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Diplomata al Liceo Scientifico PNI in Matematica, ho iniziato i miei studi presso la facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano, successivamente ho prediletto la facoltà di Science Communication & Bionics presso una Università Internazionale con sede in Germania. Attualmente sto assistendo in un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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