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Stanchezza: consigli e rimedi per avere più energia

Marco Cicirello | Blogger

Ultimo aggiornamento – 17 Febbraio, 2015

La mattina suona la sveglia e da quel momento non ci fermiamo più: il lavoro, gli impegni, la famiglia. I ritmi della vita spesso ci lasciano poco tempo per dedicarci a noi stessi e ritrovare un po’ di calma. La primissima conseguenza, quindi, è quella di sentirci stanchi. I sintomi della stanchezza sono tanti e diversi: si può provare difficoltà nella concentrazione o debolezza fisica; ma ciò che conta è che in alcuni periodi, anche a causa delle condizioni ambientali, la stanchezza può durare di più e farsi sentire più fastidiosamente. In alcuni casi si parla addirittura di stanchezza cronica, ma al di fuori di questo caso più grave e particolare con la stanchezza tutti facciamo i conti quotidianamente. Ecco perché abbiamo deciso di parlarne con la dottoressa Assunta Gennarelli, specializzata in medicina generale a Milano.

Le condizioni stagionali (il clima, la temperatura ecc.) possono influire sulla sensazione di stanchezza?

Sicuramente l’inverno, per la maggior parte delle persone, è la stagione più difficile da affrontare, sia dal punto di vista fisico sia psicologico. Le temperature basse e, soprattutto la mancanza di sole, spengono l’entusiasmo e la voglia di fare. Inoltre siamo più vulnerabili e più facilmente colpiti da infezioni virali. Tutto questo alimenta la sensazione di stanchezza e di apatia tipica della stagione invernale.

Se l’inverno può farci sentire stanchi, cosa possiamo fare per reagire?

Ci sono diversi modi per affrontare al meglio l’inverno.
E’ importante trascorrere del tempo all’aria aperta e godere della luce e del sole, per quanto possibile, per cui una passeggiata giornaliera sarebbe importante.
Anche l’alimentazione può venire in nostro aiuto. E’ importante evitare cibi contenenti grassi e consumare molta verdura, frutta ricca in vitamina C e frutta secca in quanto ricca di magnesio.
L’attività fisica, oltre a farci perdere qualche chilo può dare quell’entusiasmo e quell’energia che manca in inverno.

Perché ci sentiamo stanchi e assonati anche se abbiamo dormito bene per un buon numero di ore?

Molte volte non è importante la quantità di sonno, ma la qualità. Se il nostro sonno è disturbato, se ci svegliamo di notte più volte, se andiamo a letto con mille preoccupazioni in testa, può succedere che ci svegliamo stanchi anche se ci sembra di aver dormito a sufficienza.
E’ sempre bene comunque fare una buona colazione al mattino ricca di carboidrati e vitamine per affrontare con energia l’intera giornata.

Cosa possiamo fare per reagire alla stanchezza? Quali metodi naturali possiamo usare?

In questi casi l’alimentazione è molto importante. E’ bene la sera consumare una cena leggera e prediligere cibi ricchi di triptofano, precursore della serotonina.
La serotonina è comunemente definita la molecola del buonumore, ma essa influisce anche sul ritmo sonno-veglia andando a stimolare la produzione di melatonina. La melatonina è l’ormone che la sera ci fa addormentare.
I cibi maggiormente ricchi di triptofano sono i legumi, i cereali integrali, il manzo, il tacchino, il pollo, la frutta secca e la frutta fresca come il mango, i datteri, le banane.

In quali casi la stanchezza deve preoccuparci? A quali segni dobbiamo fare attenzione?

La stanchezza può essere un campanello d’allarme quando tende a persistere per lungo tempo ed è accompagnata da altri sintomi quali rialzo febbrile, sudorazione notturna, perdita di peso. In questi casi è consigliabile contattare il proprio medico.
La stanchezza non è comunque da sottovalutare in quanto presente in alcune patologie come l’anemia, l’ipotiroidismo, il diabete, ecc.
In questi casi un’analisi del sangue può chiarire l’origine del problema.

Quali sono le cattive abitudini di vita che possono causare stanchezza?

Una delle cause principali della stanchezza è la mancanza di sonno, quindi la cosa più importante è mettersi nelle condizioni di dormire bene. Evitare quindi di cenare troppo tardi o di consumare pasti troppo abbondanti o particolarmente ricchi di grassi.
Ridurre l’eccessivo consumo di caffeina, ove ciò si verifichi, e limitare, soprattutto la sera, l’uso di caffè, tè, cioccolato e bevande analcoliche.
Praticare regolarmente attività fisica, ma non entro le tre/quattro ore prima di coricarsi.
Cercare di controllare l’ansia, lo stress e l’eccessivo lavoro prendendosi, laddove sia possibile, le giuste pause.

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Tè e caffè: quanti prenderne?

Non esiste una regola fissa sul consumo di tè o caffè.
Il caffè andrebbe ridotto nelle persone che soffrono di ipertensione, patologie cardiache o alcune forme di emicrania.
In situazioni di normalità il consumo giornaliero di tre tazzine di caffè può aiutare a mantenersi vigili ed attenti quando si avverte un calo di concentrazione.
Quanto al tè, esso ha tantissime proprietà; aiuta la digestione, abbassa il colesterolo, stimola il metabolismo, ha una azione benefica sul cuore e gli antiossidanti in esso contenuti migliorano la risposta cellulare all’invecchiamento.
Beviamo quindi il tè, preferibilmente senza zucchero!

Quali sono i suoi consigli per evitare di essere stanchi e conservare le energie per tutta la giornata?

Se gli accorgimenti finora esposti non bastassero ad attenuare la stanchezza si può ricorrere a rimedi naturali, omeopatici o fitoterapici.
In omeopatia ci sono rimedi a base di serotonina o melatonina, tra le piante il ginseng, l’iperico, la melissa, il guaranà e l’eleuterococco ci aiutano ad affrontare con energia ed entusiasmo le lunghe giornate invernali.

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Scritto da Marco Cicirello | Blogger

La scrittura è la mia personale visione del mondo. Penso che tutto ciò che riguarda gli uomini riguardi anche me e, grazie a Pazienti, posso parlare ogni giorno della cosa più importante della vita: la salute, sia quella fisica che quella mentale.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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