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Mezzo di contrasto

Radiologia
Mezzo di contrasto

I mezzi di contrasto

Il contrasto che si rileva nelle immagini radiografiche dipende dalle diverse densità dei tessuti in cui il liquido di contrasto passa. Se si vuole analizzare un organo in particolare è necessario che questo abbia un coefficiente di assorbimento notevolmente diverso dalle strutture che ci stanno intorno. Per esempio, il tessuto osseo è notevolmente individuabile in quanto ha una densità molto elevata, mentre i tessuti circostanti no. Le ossa assorbono 40 volte di più rispetto ai tessuti circostanti.

Invece, per poter fare una radiografia ad organi meno radiografabili è necessario riempirli con un liquido opaco ai raggi X. Una delle sostanze utilizzate è il solfato di bario. Gli esami che prevedono l’utilizzo di un liquido di contrasto prendono il nome di esami radiologici con mezzo di contrasto.

Quando si effettuano delle radiografie all’addome, gli organi contenuti all’interno non sono visibili se non viene iniettato un liquido di contrasto. Questo accade perché i visceri hanno più o meno tutti la stessa densità e quindi risulta impossibile distinguere tutte le strutture. Se ad esempio si vuole rendere visibile solo lo stomaco è necessario riempirlo con solfato di bario per renderlo distinguibile dalle strutture circostanti. Per studiare le vie urinarie è necessario inserire il liquido di contrasto per via endovenosa di un liquido che sia ad escrezione renale (come lo iodio) in modo che renda visibili le vie urinarie. 

Come si dividono i liquidi di contrasto?

I liquidi di contrasto si dividono in radiopachi e radiotrasparenti.

I liquidi radiopachi sono quelli che hanno un numero atomico molto elevato tra cui il solfato di bario e lo iodio. I radiopachi si dividono poi in organici e inorganici. Quelli inorganici sono utilizzati per il sistema linfatico e sono a composizione oleosa. I liquidi organici vengono eliminati per via epatica o renale.

I liquidi di contrasto radiotrasparenti, invece, sono quelli a basso numero atomico come l’ossigeno, il carbonio e l’azoto.

I liquidi di contrasto di dividono in quattro categorie:

  • per il tubo digerente
  • ad eliminazione biliare
  • ad eliminazione renale
  • per linfografia

MEZZI DI CONTRASTO PER IL TUBO DIGERENTE

I mezzi di contrasto per il tubo digerente più utilizzato è il solfato di bario che transita senza essere alterato lungo il tubo digerente. Non ha tossicità anche se in alcuni casi può essere controindicato. Infatti, in casi di perforazione intestinale può causare delle complicazioni al peritoneo. Anche in caso di occlusione intestinale è sconsigliato.

Il solfato di bario viene ingerito direttamente per via orale e rende opaco il tratto digerente.

MEZZI DI CONTRASTO AD ELIMINAZIONE BILIARE

Questi mezzi vengono utilizzati per lo studio delle vie biliari e sono introdotti per via orale o endovenosa. Essi vengono assorbiti a livello intestinale ed eliminati grazie alla bile che quindi diventa opaca rendendo visibili le zone in cui transita.

MEZZI DI CONTRASTO AD ELIMINAZIONE RENALE

Questi mezzi sono composti non ionici e a bassissima tossicità. Nel caso in cui i reni non funzionino correttamente, questi liquidi possono essere eliminati grazie ad altre vie (intestino tenue, fegato e ghiandole salivari). Questi mezzi di contrasto sono i più utilizzati perché servono per lo studio di vie urinarie, dei vasi arteriosi e dei vasi venosi. Questi liquidi vengono indicati anche per TC di encefalo, torace, addome, pelvi, midollo spinale, articolazioni, utero e tube

MEZZI DI CONTRASTO PER LINFOGRAFIA

Il mezzo di contrasto più utilizzato a questo scopo è il Lipiodol. Esso è formato da acidi grassi (tra cui acido oleico, linoleico, stearico e palmitico) legati con iodio. Questi liquidi di contrasto vengono iniettati nei vasi linfatici dal piede per poi raggiungere tutto il corpo. L’eliminazione avviene per mezzo dei macrofagi. Questi liquidi vengono sopratutto utilizzati per la ricerca di tumori dei linfonodi o di metastasi che interessano il sistema linfatico.

Si possono avere delle razioni ai mezzi di contrasto?

I mezzi di contrasto possono avere degli effetti collaterali più o meno gravi. Le reazioni vengono divise in due tipi:

  • reazioni di natura chemiotassica o di tipo A: quando la tossicità del mezzo è legata alla sua composizione chimica. Queste reazioni sono prevedibili.
  • reazioni imprevedibili o di tipo B: avvengono quando interviene in maniera non chiara il sistema immunitario.

A seconda della reazione il paziente avrà una sintomatologia variabile:

  • lieve: dolore in sede di iniezione, orticaria circoscritta sudorazione, nausea e vomito. Non è necessario trattamento.
  • moderata: orticaria diffusa, edema, vomito grave, addominalgia, toracalgia e dispnea.
  • grave: collasso, aritmie, dispnea grave, edema laringeo o polmonare, convulsioni e perdita di coscienza.

Le reazioni moderate o gravi richiedono intervento immediato con adrenalina, cortisonici, broncodilatatori e antistaminici. Solo in casi molto rari il paziente può morire. In soggetti affetti da allergie è necessaria una premedicazione. 

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Dr. Diodato Sansone Medico Chirurgo
Dr. Diodato Sansone
radiologo

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