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Acrofobia: cos'è la paura dell'altezza

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 06 Febbraio, 2023

Scopriamo in cosa consiste l'acrofobia

L'acrofobia, ovvero la paura dell'altezza, è molto comune, tanto da essere seconda solo a quella nei confronti dei ragni. Da cosa è causata e con quali sintomi si manifesta? Esiste una cura per risolverla?

Vediamo insieme tutto quello che c'è da sapere su questo tema.

Cosa significa acrofobia

Con il termine acrofobia si fa riferimento alla paura delle altezze e dei luoghi elevati da terra. La definizione deriva dall'unione delle parole greche aκρον (ákron), che significa cima o sommità, e φόβος (phóbos), ovvero paura. Il soggetto che soffre di acrofobia prova un intenso disagio nell'affacciarsi su uno spazio vuoto, come ad esempio un terrazzo, un balcone, un parapetto, e manifesta tutta una serie di sintomi che, a seconda della gravità che caratterizza il disturbo, possono diventare fortemente invalidanti.

In genere si pensa che la fobia nei confronti dell'altezza colpisca solo individui che si trovano a diversi metri da terra, in realtà essa può comparire anche ad altezze irrisorie.

Chi soffre di acrofobia prova una forte ansia legata alla paura di cadere nel vuoto o di venire colpiti improvvisamente da un malore che potrebbe provocare la caduta.

Una certa dose di disagio nei confronti di luoghi molto alti è fisiologica e del tutto normale, in quanto l'organismo umano valuta istintivamente la presenza di un pericolo, tuttavia l'acrofobia si distingue per il fatto che l'ansia si verifica anche quando l'altezza è molto ridotta, tale, cioè, da non determinare un effettivo elemento di rischio.

Spesso la paura dell'altezza si manifesta anche in persone che, di norma, non soffrono di questo disturbo, soprattutto quando esse si trovano in determinate situazioni (come ad esempio quando ci si ritrova su un sentiero di montagna sull'orlo di un precipizio, si sale su una funivia), tuttavia chi soffre di acrofobia prova disagio anche in luoghi "protetti" da un parapetto o da qualsiasi altro elemento che rendono impossibile cadere nel vuoto involontariamente. 

I sintomi dell'acrofobia

Tra i sintomi più comuni che caratterizzano chi soffre di acrofobia spiccano senza dubbio le vertigini da altezza, le quali si accompagnano a:

  • angoscia
  • paura
  • tremori
  • senso di oppressione al petto
  • difficoltà a respirare
  • sudorazione eccessiva
  • palpitazioni
  • sensazione di malessere e di stordimento
  • sensazione di vertigine
  • problemi intestinali
  • paura di perdere il controllo
  • nei casi più gravi si può arrivare a veri e propri attacchi di panico.

A differenza di chi prova semplicemente le cosiddette vertigini d'altezza, chi soffre di acrofobia sperimenta tutta una serie di sintomi riconducibili all'ansia, come la sensazione di panico, di oppressione al petto e una paura incontrollata.

I comportamenti maggiormente associati all'acrofobia includono:

  • la paura di perdere il controllo
  • il timore di essere soggetto a un attacco di panico quando ci si trova in un luogo elevato
  • ansia al pensiero di rimanere intrappolato in un posto alto
  • quando ci si trova in alto, tendenza ad aggrapparsi agli oggetti per sorreggersi, inginocchiarsi o stendersi a terra
  • mettere in atto precise strategie di evitamento pur di evitare le altezze.

Per arrivare a una diagnosi di acrofobia occorre che i sintomi si protraggano per un periodo di circa sei mesi e che essi si manifestino in tutte le situazioni nelle quali il soggetto si trova elevato da terra. Altri elementi tipici che concorrono a evidenziare una diagnosi di acrofobia sono la tendenza all'evitamento (la persona, cioè, si rifiuta di entrare in contatto con lo stimolo fobico) e la presenza di reazioni emotive intense ed invalidanti che hanno un impatto negativo sulla sua vita.

Le cause che determinano l'acrofobia

Le cause che possono determinare l'insorgere dell'acrofobia sono diverse. Ad esempio, una persona può provare paura dell'altezza in seguito a un forte trauma emotivo subito nel suo passato, tuttavia a volte questa fobia può rappresentare una manifestazione tipica di altri tipi di disturbi, come quello ossessivo-compulsivo o le nevrosi di tipo fobico.

In molti casi l'acrofobia è legata a un trauma vissuto durante l'infanzia o l'adolescenza, quando, a causa di un'esperienza profondamente negativa, la persona ha probabilmente attivato un meccanismo di difesa psicologica nei confronti dell'altezza.

Inoltre, è importante sottolineare che la paura dell'altezza è profondamente radicata nel genere umano, tanto da essere considerata un vero e proprio fattore evolutivo.

Si tratta a tutti gli effetti di un meccanismo di difesa che ha permesso all'uomo di evolversi, non a caso diversi studi hanno dimostrato come anche i neonati e i bambini molto piccoli abbiano già un istinto di circospezione e di timore nei confronti dei luoghi alti.

I rimedi per combattere l'acrofobia

La cura per cercare di risolvere l'acrofobia si avvale essenzialmente di un approccio di tipo psicoterapeutico. Il soggetto acrofobico inizia un percorso insieme ad un terapeuta specializzato con l'obiettivo di lavorare sia sulle cause che hanno scatenato il disturbo (come la presenza di eventi traumatici pregressi) sia sui sintomi che caratterizzano il disturbo.

Il paziente, quindi, viene stimolato a prendere gradualmente confidenza con la sua fobia, nel tentativo di rendere meno invalidante l'impatto della paura sulla sua vita quotidiana.

Buoni risultati sono stati ottenuti grazie alla terapia cognitivo-comportamentale, la quale agisce attraverso un'esposizione controllata allo stimolo fobico. Ad esempio, l'individuo può sperimentare un primo approccio all'altezza utilizzando un dispositivo di simulazione virtuale il quale, inserito in un contesto protetto e con la mediazione del terapeuta, potrebbe aiutare a superare la paura.

In genere la terapia cognitivo-comportamentale si avvale di piccoli micro obiettivi che stimolano il soggetto ad entrare in contatto con la sua paura; salire una rampa di scale o solamente qualche gradino, ad esempio, sono piccoli traguardi indispensabili per attivare un processo di guarigione.

Alla terapia psicologica, inoltre, possono essere abbinate delle tecniche di rilassamento, come ad esempio lo yoga o la meditazione, utili per trattare i sintomi dell'ansia. Nei casi più gravi, invece, il terapeuta può consigliare una terapia a base di farmaci beta bloccanti, i quali agiscono sui recettori beta di adrenalina e noradrenalina, alleviando i sintomi della fobia.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr.ssa Giusy Messina
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