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Ospite a “Verissimo”, Francesca Michielin ha condiviso un momento intimo e personale della sua vita legato alla canzone presentata al Festival di Sanremo: “Fango in Paradiso”. Durante l’intervista, la cantautrice ha infatti raccontato di come il brano sia nato da un episodio che l’ha profondamente segnata, una delusione d’amore vissuta sulla propria pelle. «Un ragazzo, dopo avermi detto cose importanti, come “Sei la donna della mia vita” e “Un giorno ci sposeremo e avremo dei figli”, è scomparso. Sparito da un giorno all’altro», spiega. Michielin ammette con grande sincerità le difficoltà vissute nell'accettare un rifiuto del genere: «Sono stata ghostata dall’oggi al domani e non è stato semplice da elaborare». In psicologia, il termine “ghosting” descrive l’interruzione improvvisa e immotivata di ogni forma di comunicazione in una relazione. Una forma di violenza emotiva che, purtroppo, oggigiorno è sempre più diffusa. Chi vive un’esperienza simile può trovarsi a fare i conti con un turbinio di emozioni diverse: rabbia, smarrimento, frustrazione o senso di colpa. Spesso ci si ritrova sospesi in un limbo emotivo fatto di domande destinate a restare senza risposta, con una ferita invisibile che mina l’autostima e la fiducia verso gli altri. La testimonianza di Francesca Michielin ci ricorda quindi quanto sia importante dare voce a queste esperienze, al fine di offrire conforto e vicinanza a chi sta vivendo situazioni simili, aiutando soprattutto a comprendere che non si è responsabili del comportamento altrui. Foto: @francesca_michielin. #FrancescaMichielin #Ghosting #Relazioni
Volersi bene non è solo un concetto astratto, ma un sentimento che si traduce in azioni concrete. È il coraggio di esprimere i propri bisogni e desideri, ma anche la lucidità e il rispetto per se stessi di non restare dove quelle necessità non trovano spazio o vengono sistematicamente ignorate. Sei d’accordo? ❤️‍🩹 #Consapevolezza #Autostima #CrescitaPersonale #Amarsi #BenessereEmotivo
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la genitorialità continua a essere vissuta in modo sbilanciato. Le madri sono ancora considerate come le principali responsabili della cura familiare, mentre i padri spesso si trovano esclusi dalla possibilità di vivere pienamente il proprio ruolo. Lo confermano anche i dati: solo il 7% dei padri riesce a trascorrere più di 50 ore settimanali con i figli, rispetto al 32% delle madri. Una differenza che mostra chiaramente quanto ci sia ancora da fare in materia di equità. Secondo una recente indagine di MeFirst, condotta in collaborazione con LabCom, ex spin-off dell’Università di Firenze, solo l’11% dei padri lavoratori si dichiara pienamente soddisfatto del proprio ruolo genitoriale. Inoltre, i 10 giorni di congedo di paternità attualmente previsti per i dipendenti risultano insufficienti per permettere ai neopapà una presenza continuativa e attiva nei primi mesi di vita dei figli. Come sottolinea Cristina Di Loreto, fondatrice di MeFirst e co-autrice dello studio, il problema non riguarda solo la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, ma anche il mancato riconoscimento del diritto dei padri a essere presenti quanto le madri. «Le aziende devono prendere atto che favorire una maggiore equità nella distribuzione delle responsabilità familiari è fondamentale per il benessere di entrambi i genitori e per l’intera società», aggiunge Di Loreto. Per questo motivo, risulta urgente ripensare e rafforzare le politiche pubbliche in materia, introducendo congedi parentali più lunghi e flessibili per entrambi i genitori. Solo così si potrà sostenere e promuovere la genitorialità paritaria. 🔗 Ne abbiamo parlato in modo più approfondito nel nostro ultimo articolo: trovi il link in BIO. #Attualità #Genitorialità #Parità
Passo lento o svelto? Il ritmo con cui camminiamo racconta molto di noi: secondo diversi studi, la velocità può essere considerata un indicatore dello stato di salute generale. La velocità della camminata è infatti un segnale vitale a tutti gli effetti, proprio come la pressione sanguigna e il battito cardiaco. Coinvolge cuore, polmoni, muscoli e coordinazione, e può variare in base a fattori come l’età e il genere. In media, la maggior parte delle persone tende a camminare a una velocità di circa 5 km/h, uno standard che, secondo gli esperti, riflette un buon equilibrio tra resistenza, forza muscolare e funzione cardiovascolare. Un test semplice per valutare il proprio passo? Misurare il tempo impiegato per percorrere 400 metri. Gli esperti, tuttavia, sottolineano che non è necessario puntare a camminare il più velocemente possibile: l’obiettivo dovrebbe essere quello di mantenere la camminata come un'abitudine quotidiana e regolare, utile per migliorare la salute e prevenire possibili condizioni future. 👉🏻 E tu, come descriveresti il tuo passo?
Chi prova a concepire e si trova davanti a problemi di infertilità sa cosa significa convivere con la speranza e la paura, con il peso delle attese e il timore del fallimento. La fecondazione assistita è un percorso che può mettere alla prova la coppia, trasformando l’intimità in qualcosa di scandito da protocolli e scadenze mediche. Le emozioni sono un’altalena: entusiasmo, delusione, senso di colpa, stanchezza. E spesso ci si sente soli, perché se ne parla ancora troppo poco. Nessuno ti prepara davvero a quanto possa essere difficile. Eppure, questo viaggio non è fatto solo di dolore. Può rafforzare il legame, dare un nuovo significato alla parola “attesa” e far riscoprire il valore della condivisione. Se stai vivendo o hai vissuto un percorso simile, sappi che non sei solo, non sei sola 💙 #IVF #Fertilità #FecondazioneAssistita