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Distacco della placenta

Ginecologia

Cos'è il distacco della placenta?

Si parla di distacco intempestivo di placenta normalmente inserita nell’utero, che è una situazione diversa dalla placenta praevia. La placenta è inserita normalmente, quando, dalla ventesima settimana in poi, si trova in uno dei due angoli superiori della cavità uterina. 

Ricordiamo che, inizialente la placenta ricopre praticamente tutta la cavità uterina. In seguito, una parte di placenta si trasforma nella parte liscia che delimita il sacco amniotico (in cui sono contenuti feto e liquido amniotico, ed in una parte con radici - dette cotiledoni - ) che ha la forma di un disco e che, progressivamente va a situarsi verso il fondo uterino e, dalla ventesima settimana in poi, occupa il fondo uterino stesso.

Si parla di placenta praevia quando la placenta non è situata (sin dall’inizio o da quando si distingue la parte coi cotiledoni) sulla parete laterale-fondo uterino, ma permane in posizione bassa, cioè davanti, praevia, al feto. Altro fatto importante è che mentre la parete uterina è “ elastica”, cioè in grado di allungarsi in relazione allo sviluppo del feto e degli annessi (placenta e liquido amniotico), la placenta è anelastica, quindi col rischio di staccarsi , se la sua area di impianto è diversa dell’area uterina cui precedentemente aderiva (più vasta in caso di contrazioni uterine e, rispettivamente, minore in caso di iperestensione della parete uterina stessa, come succede in caso di gemellarità o eccesso di liquido amniotico.

La zona di placenta con i cotiledoni, che si affondano nella parete uterina, è quella zona deputata a fornire elementi di crescita ed ossigeno al feto. Il distacco viene definito intempestivo, quando avviene prima che sia stato espulso il feto dall’utero.

Quali sono i sintomi del distacco della placenta?

Il distacco della placenta è un disturbo raro, spesso improvviso, che si verifica con più probabilità nel corso delle ultime settimane della gravidanza.

I sintomi più comuni di un distacco della placenta sono:

  • sanguinamento vaginale (può anche non essere visibile)
  • dolori addominali violenti , tipo pugnalata ( mentre nel caso di perdite da altre cause, come nella placenta praevia, difficilmente vi sono dolori
  • dolori alla schiena
  • frequenti contrazioni uterine rapide o, più facilmente una contrattura prolungata dell’utero, che fa assumere alla parete addominale una consistenza “ marmorea”
  • abbassamento del fondo dell’utero, che poi tende ad innalzarsi( nel caso si formi un ematoma retroplacentare)

In alcuni casi il distacco della placenta può svilupparsi anche molto lentamente, ma in questi casi è “ parcellare” : interessa solo piccolissime aree e può dare piccoli sanguinamenti senza grossi dolori.

Cause più frequenti

La causa specifica che porta al distacco della placenta è spesso sconosciuta, ma alla base resta questa differente elasticità tra parete uterina e disco placentare.

In genere, le cause più probabili sono:

  • sovradistensione della parete uterina per eccesso di liquido amniotico (poliidramnios) o per gemellarità: ciò porta più facilmente a contrazioni uterine e distacco di placenta
  • contrazioni uterine legate ad uno stato preeclamptico con pressione alta, albuminuria, edemi.
  • forti traumi o lesioni addominali
  • rapida perdita del liquido amniotico

Fattori di rischio

Esistono diversi fattori che possono aumentare il rischio di distacco della placenta:

  • distacco della placenta in una precedente gravidanza
  • alta pressione sanguigna
  • forte trauma addominale
  • disturbi che impediscono una regolare coagulazione del sangue
  • gravidanze multiple
  • rottura del sacco amniotico
  • abuso di fumo o sostanze stupefacenti durante la gravidanza
  • età della madre (in particolare sopra i 40 anni)
  • difetti della parete uterina ( fibrosi o presenza di fibromi o malformazione uterina)

Cosa si rischia?

Il distacco della placenta può essere molto pericoloso sia per la madre sia per il feto.

Ecco cosa rischia la madre:

  • problemi di coagulazione del sangue, secondari ad un consumo di fibrinogeno , usato dall’organismo stesso per bloccare la emorragia secondaria al distacco.
  • insufficienza renale e di altri organi: fegato e cervello
  • stato di shock prolungato

Ecco cosa rischia il feto:

  • mancanza di ossigeno e nutrienti
  • parto prematuro
  • morte (alla nascita) intrauterina

Se l'emorragia non viene controllata, potrebbe essere necessaria la rimozione dell'utero (isterectomia)), per non  incorrere nei problemi di coagulazione secondari.

Test e diagnosi

Gli esami che possono diagnosticare uno stato di distacco della placenta sono:

  • esame fisico (del sito uterino) dell’addome, rilevando la consistenza della parete
  • esami del sangue per valutare la anemia, la funzionalità epatica e i fattori della coagulazione
  • ecografia

Trattamento

Purtroppo quando una placenta si stacca non è più possibile ricollegarla alla parete dell’utero.

Gli interventi terapeutici dipendono del periodo in cui avviene il distacco:

  • se il bambino non è prossimo alla nascita e i distacchi sono minimi (come avviene più spesso nella placenta praevia), bisogna valutare il grado di distacco della placenta e monitorare attentamente la salute del feto. In alcuni casi è utile il ricorso a farmaci che aiutino il regolare sviluppo dei polmoni del feto
  • se il bambino è vicino alla nascita, ed il distacco è importante , o per la situazione generale della gestante può rendersi necessario un parto prematuro, con possibile ricorso a trasfusioni di sangue nei casi più gravi

Si può prevenire il distacco della placenta?

Prevenire un distacco della placenta non è possibile.

L’unica cosa che si può fare è prestare attenzione a tutti i fattori di rischio e quindi:

  • eseguire in fase pregravidica o entri i primi tre mesi  della gravidanz, una evografia per valutare l’utero nel suo assieme e la flussimetria ecografica delle arterie uterine
  • controllare la propria condizione se si soffre di alta pressione
  • non fumare o fare uso di droghe durante la gravidanza
  • evitare di subire forti traumi addominali
  • farsi seguire attentamente se si è già sofferto di gestosi o di  distacco della placenta in precedenti gravidanze
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Dr. Gianfranco Blaas
Dr. Gianfranco Blaas
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