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Loiasi

Malattie infettive e tropicali Microbiologia e virologia
Loiasi

Che cos’è la loiasi?

La loiasi si riscontra nei primati e nell’uomo. L’infestazione umana è trasmessa da tafani diurni. Nelle zone endemiche larga parte della popolazione ne risulta parassitata. È, probabilmente, l’infestazione da filarie abitualmente riscontrata in turisti e lavoratori al loro rientro in Italia.

Che cosa sono le filarie?

Le filarie appartengono ai nematodi e sono trasmesse da insetti ematofagi. Sono vermi filiformi che presentano dimorfismo sessuale, ovvero le dimensioni cambiano in base al sesso, i maschi misurano circa 40 millimetri mentre le femmine misurano circa 10 centimetri. Le femmine producono larve dette microfilarie. Ci vogliono circa cinque mesi prima che le larve possano diventare vermi adulti all'interno del corpo umano. Le filarie adulte vivono raggomitolate nel sistema linfatico.

Nei linfonodi si riproducono generando un altissimo numero di microfilarie che vivono nei capillari dei polmoni e di altri organi.

Le microfilarie migrano nei capillari della cute favorendo la suzione da parte dell’insetto vettore insieme al pasto di sangue.  

Come avviene l’infestazione?

Le larve infestanti emergono dal labbro inferiore dell’insetto vettore e penetrano nella pelle dell’uomo attraverso la ferita provocata dalla puntura dell’insetto stesso.

Gli adulti di Loa loa migrano nei tessuti sottocutanei, causando edemi e prurito. Il parassita è addirittura osservabile quando striscia sotto la cute e sotto le palpebre. Frequente è la migrazione del parassita nell’occhio. 

Quali sono i sintomi della loiasi?

La maggior parte delle persone affette da loiasi non hanno alcun sintomo. Le manifestazioni più comuni della malattia sono edemi, prurito, infiammazione sotto la cute e fastidi all’occhio. Il prurito può verificarsi intorno alla zona edematosa o in tutto il corpo. Nell’occhio, il verme adulto è visibile quando si muove. Altri sintomi sono:

A volte i vermi adulti si vedono muoversi sotto la pelle. Soggetti infetti da molti anni possono sviluppare un danno renale anche se lo sviluppo di danni permanenti ai reni non è comune. Altre manifestazioni sono linfoadenopatia, edema scrotale, infiammazione dei polmoni con versamento pleurico e cicatrici del muscolo cardiaco.

Gli adulti lunghi e sottili possono ostruire i vasi linfatici causando infiammazione, dolore ed ispessimento della cute. In alcuni casi sono possibili gravi infezioni cerebrali.

Come si diagnostica la loiasi?

L’identificazione del verme adulto viene fatta da un microbiologo o patologo dopo la sua rimozione dal corpo oppure osservando l’occhio colpito o la zona cutanea dove si vede strisciare il verme. È possibile anche l’identificazione della microfilarie su uno striscio di sangue prelevato dal paziente e l’individuazione di anticorpi anti Loa loa.

La diagnosi di loiasi va fatta anche in base alla storia clinica, cercando di capire se il paziente si è recato in zone endemiche.

Come si cura la loiasi?

Il verme adulto va rimosso chirurgicamente ma il trattamento chirurgico va associato a una terapia farmacologica a base di Dietilcarbamazina, che uccide le microfilarie e i vermi adulti, o di Albendazolo

La loiasi si può prevenire?

Non ci sono vaccini che proteggono dalla loiasi. I medici consigliano a chi si reca in zone a rischio di assumere la Dietilcarbamazina 300mg una volta alla settimana, per ridurre il rischio di infezione. Si può ridurre il rischio di punture utilizzando insetticidi. Indossare maniche lunghe e pantaloni lunghi durante il giorno, i tafani, infatti, pungono durante le ore diurne.

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Dr. Antonio Silvestri Medico Chirurgo
Dr. Antonio Silvestri
infettivologotossicologo

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