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Malattia di Wolman

Genetica
Malattia di Wolman

Che cos'è la malattia di Wolman?

La malattia di Wolman è una patologia ereditaria estremamente rara caratterizzata da una carenza dell'enzima lipasi acida lisosomiale: in particolare, rappresenta il più grave quadro clinico da deficit di lipasi acida lisososmiale.

Cause: malattia di Wolman

La sindrome di Wolman è una rara malattia generica a trasmissione autosomica recessiva, ovvero per manifestarne i sintomi occorre ereditare il difetto genetico da ciascuno dei genitori, entrambi portatori sani e del tutto asintomatici.

Provocano il deficit enzimatico le mutazioni del gene della lipasi acida (LIPA or LAL), localizzato in 10q24-q25. Ad oggi sono stati descritti circa 50 casi al mondo.

Sintomi

La malattia può a volte presentarsi nel feto (epatomegalia, ascite, surreni calcificati), ma l'esordio si verifica tipicamente nelle prime settimane di vita con una distensione addominale e un'epatosplenomegalia grave o significativa (che può presentarsi nel periodo neonatale) e a volte un'ascite.

La presenza di surreni calcificati (visibili nelle radiografie) è un segno caratteristico quasi sempre costante. I mielogrammi rivelano la presenza di istiociti schiumosi, ma non offrono una diagnosi specifica. I bambini presentano significativi disturbi digestivi (vomito e diarrea con steatorrea) che possono causare un arresto improvviso della crescita ponderale e un deterioramento pisco-motorio progressivo, in assenza di segni neurologici specifici.

In seguito si manifestano gravi anemia e cachessia. Pochi bambini superano l'anno di vita. 

Diagnosi della malattia di Wolman

La diagnosi può essere rapidamente confermata misurando l'attività enzimatica sui leucociti (o sui fibroblasti) che rivela un deficit quasi totale oppure tramite test genetici.

Trattamenti

Al momento, non esiste un trattamento specifico per la malattia di Wolman e la morte si verifica solitamente entro i primi 6 mesi di vita. Tuttavia, in due casi, il trapianto molto precoce di sangue del cordone e di midollo osseo hanno dato buoni risultati al follow-up di quattro anni. Sebbene la sostituzione dell'enzima e la terapia genetica abbiano dato risultati promettenti sui topi knock-out, ulteriori studi sono necessari per trattare i soggetti umani.
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Dr.ssa Gloria Negri Biologo
Dr.ssa Gloria Negri

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