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Negativismo

Psicologia
Negativismo

Cos'è il negativismo?

Con il termine negativismo si fa riferimento ad un comportamento di natura patologica, caratterizzato da un atteggiamento di resistenza ostile all’ambiente, dalla tendenza a disattendere le richieste altrui e dal rifiuto categorico di ottemperare a queste richieste.

Il negativismo solitamente si manifesta in vari modi e può presentarsi in forme diverse nei vari stadi dello sviluppo di una persona. 

È possibile distinguere tre diversi tipi di negativismo

  1. Attivo o di comando (positivo): questo consiste nell’esecuzione di azioni contrarie a quelle attese o richieste. Il negativismo attivo é caratterizzato dalla messa in atto di comportamenti opposti a quelli richiesti. Di solito è molto comune tra i bambini piccoli, per i quali rappresenta una normale tappa dello sviluppo, da non intendersi in senso patologico;
  2. Passivo (negativo) o negativismo motorio: fa riferimento ad un’incapacità patologica ad eseguire l’azione o a reagire alle richieste altrui, a causa di una resistenza muscolare attiva;
  3. Interno (Bleuler): questo tipo di negativismo (tipico delle psicosi) nasce da un atteggiamento psicologico che considera ostili gli stimoli che vengono dall’esterno e consiste nell’opposizione ferma e perentoria all’esecuzione delle necessità fisiologiche interne, come l’alimentazione o il controllo degli sfinteri.

Quali sono le cause?

Le cause del negativismo non sono ancora del tutto chiare. Ciò che gli studiosi hanno rilevato è la tendenza di questo disturbo a manifestarsi in concomitanza con altri disturbi psicopatologici.

Si riscontra nella sindrome catatonica, in soggetti affetti da deficit psichici o mentali come la demenza e conseguentemente ad altre patologie cerebrali organiche, oltre ad essere presente in diverse forme di psicosi, compresa la schizofrenia. Il negativismo è considerato uno dei sintomi principali del disturbo oppositivo provocatorio, caratterizzato da comportamenti di sfida, oppositività e ostilità nei confronti dell’autorità (come ad esempio genitori, insegnanti o rappresentati delle autorità).

Diversi studi hanno rivelato che il negativismo si sviluppa solitamente entro il primo anno di vita per poi manifestarsi più chiaramente durante l’infanzia e riproporsi durante l’adolescenza, con caratteristiche sempre più evidenti. 

Ci sono dei sintomi?

La sintomatologia attraverso la quale si manifesta il negativismo è molteplice e include un gruppo di sintomi anche molto diversi.

Solitamente il soggetto si oppone a tutte le sollecitazioni o richieste poste dall’esterno: rifiuta di muoversi, rifiuta di alimentarsi, di vestirsi, fino ad arrivare al totale irrigidimento del corpo e al mutismo.

Negativismo catatonico

La catalessia, meglio nota come catalessi, è un disturbo del comportamento psicomotorio solitamente caratterizzata da rigidità alle estremità e da una ridotta sensibilità al dolore. In particolare, si definisce negativismo catatonico, l’assunzione di una posizione plastica o l’irrigidimento totale del corpo in opposizione alle sollecitazioni o alle richieste provenienti dall’esterno.

Comportamento che si manifesta spesso in associazione a quadri schizofrenici, ma anche psicorganici.

Negativismo infantile

Il negativismo non è sempre da intendersi in senso patologico. Si parla di negativismo anche per indicare il comportamento provocatorio dei bambini tra il secondo e terzo anno di vita (comunemente chiamato l’anno dei “terribili due”).

Atteggiamenti provocatori e negativi in bambini di quest’età, rappresentano una difesa e una resistenza nei confronti del dominio degli adulti. Se tali comportamenti sono esasperati e crescono di intensità possono rappresentare la spia di futuri anomalie comportamentali o caratteriali. 

Negativismo mediatico

In senso generico, il negativismo mediatico si riferisce ad un atteggiamento ostinatamente negativo che tende a mantenere costante l’attenzione su ciò che di negativo accade quotidianamente nella nostra società, senza fare menzione o evidenziare ciò che invece c’è di positivo in quanto viene raccontato quotidianamente attraverso i mezzi di comunicazione. 

Terapie

In letteratura è stato ampiamente dimostrato come interventi sistematici e multimodali abbiano maggiore efficacia nel trattamento dei comportamenti negativi e oppositivo-provocatori. Intervenire contemporaneamente su più fronti attraverso interventi individuali, familiari, che coinvolgono il contesto sociale allargato, ed eventualmente anche psicofarmacologici, è la terapia finora dimostratasi più efficace nel trattamento di questo tipo di disturbi.

In particolare, la terapia ad indirizzo cognitivo comportamentale si concentra sulle percezioni e i pensieri disfunzionali alla base del comportamento provocatorio, che l’individuo mette in atto in risposta a situazioni percepite come frustranti o addirittura provocatorie.

L’obiettivo di questo tipo di terapie è quello di lavorare sulle rappresentazioni cognitive distorte e sulla regolazione della risposta emotiva del paziente, in modo da riuscire a controllare gli esiti comportamentali disfunzionali e a contenere la rabbia e la frustrazione del paziente indirizzandola verso comportamenti più adattivi e funzionali.
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Dr.ssa Martina Valizzone Psicoterapeuta
Dr.ssa Martina Valizzone
psicologopsicoterapeuta

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