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Parafilia

Psicologia Sessuologia
Parafilia

Cos'è una parafilia?

Le parafilie, un tempo note come perversioni sessuali, sono disturbi sessuali, caratterizzati dalla presenza di fantasie e desideri sessuali ricorrenti ed atipici che possono riguardare: oggetti inanimati, la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o degli altri, bambini o altre persone non consenzienti.

Per essere riconosciuti come disturbi, questi desideri devono manifestarsi per un periodo di tempo di almeno sei mesi e causare disagio clinicamente significativo o compromissioni nell'area sociale, lavorativa o altre aree importanti del funzionamento di una persona.

Esistono parafilie femminili?

Le parafilie interessano quasi esclusivamente gli individui di sesso maschile, fatta eccezione per il masochismo, parafilia 20 volte più comune nel sesso femminile che in quello maschile, ed hanno un esordio piuttosto precoce, intorno ai 13-16 anni, per manifestarsi concretamente nella prima età adulta.

In generale, le parafilie femminili, hanno a che fare con il tema della separazione, della perdita o dell'abbandono, ed hanno spesso dinamiche più complesse e sottili rispetto alle tipiche parafilie sperimentate dagli uomini.

Quali sono le cause delle parafilie?

Molte sono le teorie che hanno tentato di dare una spiegazione esaustiva delle parafilie ma al momento più che parlare di una solo spiegazione, gli esperti preferiscono parlare di una serie di concause e fattori predisponenti in grado di facilitare lo sviluppo delle parafilie.

Dal punto di vista biologico, sono stati individuati una serie di fattori di rischio in grado di favorire lo sviluppo delle parafilie. Sono state riscontrate, in soggetti parafilici, differenze nell’attività cerebrale durante la fase di eccitamento e anche nella struttura del cervello.

A livello familiare, sono stati individuati come possibili fattori di rischio o fattori causali per lo sviluppo di parafilie:

  • un’elevata conflittualità genitoriale;
  • trascuratezza e deprivazioni affettive da parte della coppia genitoriale.
Secondo le teorie psicodinamiche, invece, le parafilie sono da considerarsi manifestazioni causate da arresti o intoppi nello sviluppo psicosessuale, tali da provocare ansia che viene messa a tacere solo con la messa in atto dei comportamenti parafilici. Altre teorie ipotizzano che le parafilie siano il risultato di una forte sofferenza emotiva e psicologica, associata ad esperienze traumatiche ripetute o disagi, vissuti durante l’infanzia.

Lista delle parafilie più comuni secondo il DSM5

Secondo il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico delle malattie mentali) rientrano nella lista delle parafilie i seguenti disturbi:

  • feticismo (uso di oggetti non sessuali per ottenere l'eccitazione)
  • esibizionismo (esposizione degli attributi sessuali a persone non consenzienti)
  • sadismo (bisogno di umiliare o provocare dolore ad altri)
  • frotteurismo (bisogno di toccare o palpare persone non consenzienti)
  • pedofilia (eccitazione sessuale nei confronti di bambini o adolescenti)
  • agalmatofilia (attrazione sessuale nei confronti di oggetti inanimati antropomorfi quali ad esempio statue o bambole)
  • travestimento (indossare vestiti associati con il sesso opposto)
  • masochismo (il soggetto raggiunge l'eccitazione attraverso l'umiliazione o il dolore).

Quali sono i sintomi?

Malgrado la specificità di ogni singola parafilia, i sintomi sono comuni a molte di queste patologie. Per tutte le parafilie le pulsioni e fantasie erotiche persistenti causano un disagio clinicamente significativo in varie aree della vita di un soggetto e si manifestano con caratteristiche di esclusività e ripetitività, che impedisce all’individuo di raggiungere la soddisfazione sessuale in altro modo se non attraverso l’oggetto della propria parafilia.

Inoltre la natura proibita e socialmente non accettabile di alcune parafilie comporta sentimenti di colpa e vergogna nei soggetti che ne sono affetti, che tendono a tenere nascoste le loro fantasie o desideri sessuali.

I soggetti che manifestano questo tipo di comportamenti possono andare incontro a disturbi depressivi, ansia e ritiro sociale, che trovano sollievo nella messa in atto del comportamento parafilico, che induce il soggetto ad una coazione a ripetere.

Qual è la terapia per la parafilia?

I trattamenti più diffusi ed efficaci per il trattamento delle parafilie, sono la psicoterapia e accompagnata da un’adeguata terapia farmacologica.

In particolare, la terapia cognitivo-comportamentale cui si può affiancare la consulenza di un sessuologo, si è rivelata un trattamento molto efficace nella gestione degli impulsi e dei desideri sessuali. Questo tipo di terapia mira ad identificare e modificare le credenze e i pensieri, che portano il soggetto a mettere in atto un certo tipo di comportamento, sostituendolo progressivamente con altre modalità comportamentali socialmente accettabili.

A seconda dei casi e della gravità, si è rivelato molto utile, affiancare ad interventi di natura psicologica anche un supporto farmacologico, allo scopo di reprimere gli impulsi sessuali, l’intensità e la frequenza della parafilia. A questo scopo sono prescritti farmaci inibitori della ricaptazione selettiva della serotonina (SSRI), la cui associazione a farmaci stimolanti come il principio attivo metilfenidato, sarebbe in grado, secondo recenti studi, di diminuire ulteriormente la frequenza dei pensieri ossessivi associati con le parafilie.

Secondo diverse ricerche condotte nell’ambito dei trattamenti delle parafilie, alcuni fattori sono ritenuti predittivi del successo terapeutico: la motivazione e la partecipazione attiva del soggetto al percorso di cura, nonché l’associazione di terapia comportamentale psicologica e farmacologica, fattori fondamentali per la riuscita ed il successo del trattamento delle parafilie.
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Dr.ssa Martina Valizzone Psicoterapeuta
Dr.ssa Martina Valizzone
psicologopsicoterapeuta

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