I danni prodotti dalla frattura del setto nasale possono interessare le strutture ossee del naso esterno, le strutture cartilaginee e quelle ossee del setto nasale ed estendersi anche ad altre parti dello scheletro del volto e del cranio, causando:
In base all'estensione della frattura del setto nasale si possono determinare gravi danni estetici e funzionali, principalmente:
Una frattura del setto nasale si diagnostica in base all'esame obiettivo, agli esami radiografici standard e alla TAC.
In caso di frattura del setto nasale, la terapia deve prioritariamente essere rivolta alle condizioni generali del paziente (emorragia, ferite cutanee, ingestione o inalazione di sangue nelle vie aeree e digestive, stato di shock) e successivamente alla riduzione e contenzione della frattura. E' necessario procedere alla riduzione delle frattura in anestesia generale o in anestesia locale non oltre l'ottavo giorno dal trauma, prima che inizi il consolidamento dei frammenti ossei dislocati.
Dopo la riduzione del setto nasale si applica una contenzione esterna con gesso e una contenzione interna mediante tamponamento nasale. Il gesso può essere rimosso dopo 7 giorni, i tamponi dopo tre giorni. Nelle fratture del setto nasale che interessano anche lo scheletro facciale sono talvolta necessari interventi per via esterna con utilizzo di placchette metalliche e viti per la contenzione delle strutture dislocate.
Negli esiti ormai consolidati di fratture del setto nasale non ridotte o insufficientemente trattate si dovrà ricorrere ad interventi di rinoplastica, che possono comportare l'innesto di frammenti cartilaginei (prelevati di solito dalle cartilagini costali) od ossei (prelevati dalla cresta iliaca) per correggere eventuali deformità estetiche del dorso della piramide nasale. Si ricorrerà alla competenza del chirurgo maxillo facciale in caso di lesioni estese ad altre parti dello scheletro del volto.