Cosa fare se il bambino cammina sulle punte dei piedi?

Dr. Giuseppe Pingitore Medico Chirurgo
Redatto scientificamente da Dr. Giuseppe Pingitore, Allergologo, Pediatra |
A cura di Arianna Bordi

Data articolo – 21 Agosto, 2024

Famiglia di coppia e figlio che cammina insieme

Camminare sulle punte dei piedi è un comportamento piuttosto frequente nei bambini piccoli, soprattutto quando iniziano a muovere i primi passi. 

In genere non c'è da preoccuparsi se succede entro i 3 anni di vita, perché potrebbe trattarsi semplicemente di un modo per esplorare il mondo e sviluppare le capacità motorie.

Vediamo di seguito le possibili cause, in quali casi diventa necessario approfondire la presenza di questo atteggiamento e i trattamenti a disposizione. 

Bimbo che cammina sulle punte: le possibili cause

Esistono diverse ragioni per cui un bambino può presentare la tendenza a camminare sulle punte dei piedi.

Alcune sono normali e transitorie, mentre altre possono essere indicative di un problema medico in corso. 

Vediamole di seguito. 

Ragioni normali e transitorie

Di seguito alcune cause fisiologiche per cui potrebbe insorgere questo atteggiamento: 

  • sviluppo motorio: nei primi anni di vita i bambini stanno ancora imparando a sviluppare le loro capacità motorie e la coordinazione. Camminare sulle punte può essere una parte normale di questo sviluppo e generalmente non è motivo di preoccupazione; 
  • forza muscolare: i muscoli dei piedi e delle caviglie di un bambino potrebbero non essere ancora abbastanza forti per sostenere il peso del corpo in modo normale. Di conseguenza, il bambino tenderà a camminare sulle punte per ridurre lo sforzo;
  • sensibilità tattile: alcuni bambini possono essere ipersensibili al tatto e non gradire la sensazione di determinate superfici sotto i piedi, dunque camminare sulle punte viene vista come la soluzione per ridurre al minimo il contatto con il pavimento. 

Cause mediche

Il camminare sulle punte potrebbe essere legato a problematiche mediche che andrebbero indagate, come: 

  • disturbi neurologici: in alcuni casi camminare sulle punte può essere un segno di un disturbo neurologico, come la paralisi cerebrale o la distrofia muscolare;
  • difficoltà nello sviluppo neurologico: camminare sulle punte può essere associato a forme di neurodivergenza, come l'autismo o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD);
  • problemi articolari: problemi alle articolazioni dei piedi o delle caviglie possono rendere doloroso per il bambino camminare sui talloni;
  • muscoli corti: i muscoli dei polpacci o dei tendini di Achille accorciati possono limitare la flessione del piede, causando la camminata sulle punte.

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Non è necessario preoccuparsi se il bambino cammina sulle punte occasionalmente o per brevi periodi di tempo.

È, però, importante osservare se la ricorrenza dell'atteggiamento aumenta ed eventualmente consultare un pediatra per avere una valutazione. 

Camminare in punta di piedi a due-tre anni: è un problema?

Come già anticipato, la deambulazione sulle punte dei piedi (toe walking) è un fenomeno abbastanza comune nei bambini, soprattutto nei primi anni di vita, che si risolve spontaneamente entro i 3 anni di età.

Vediamo alcune ragioni che possono spiegare questo comportamento:

Sviluppo motorio

I bimbi nelle prime fasi di deambulazione autonoma sviluppano la loro muscolatura e la loro postura: 

  • fase esplorativa: nei primi anni di vita i bambini sperimentano con il proprio corpo e imparano a muoversi. Camminare sulle punte può essere parte di questa esplorazione oppure un modo per sentirsi più alti, veloci o agili;
  • sviluppo muscolare: i muscoli dei piedi e delle caviglie potrebbero non essere ancora abbastanza forti per sostenere il peso del corpo in modo completo, spingendo il bambino a camminare sulle punte per ridurre lo sforzo;
  • coordinazione: la coordinazione motoria è ancora in fase di sviluppo e il bambino potrebbe non aver ancora acquisito il pieno controllo dei movimenti necessari per camminare in modo plantare.

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Altri fattori

Ci sono alcune condizioni legate al contesto familiare e/o scolastico che potrebbero indurre il bambino ad assumere questo atteggiamento: 

  • imitazione: i bambini possono imparare a camminare sulle punte osservando coetanei o adulti che lo fanno;
  • disagio: alcune superfici possono risultare sgradevoli al tatto per il bambino, che preferisce camminare sulle punte per ridurre il contatto con esse;
  • calzature non consone: scarpe non adeguate o troppo grandi possono influenzare la postura del piede e favorire la camminata sulle punte.

Altri sintomi da monitorare:

  • rigidità o debolezza alle caviglie o ai piedi;
  • dolore durante la camminata;
  • stanchezza frequente;
  • difficoltà a correre o salire le scale;
  • camminata goffa o instabile.

In generale, dunque, non c'è bisogno di preoccuparsi se il bambino cammina sulle punte occasionalmente o per brevi periodi.

Nella maggior parte dei casi l'abitudine di camminare sulle punte si risolve spontaneamente con la crescita e il miglioramento delle capacità motorie.


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Tuttavia, se la deambulazione sulle punte è frequente (oltre le 3-4 ore al giorno) o se è accompagnata da altri sintomi, è importante consultare un pediatra per essere indirizzati a un fisioterapista e per escludere eventuali problematiche mediche sottostanti. 

Bambini che camminano sulle punte: possibili trattamenti

Se il bambino cammina in punta di piedi oltre i 3 anni, oppure se la camminata sulle punte è accompagnata da altri sintomi, potrebbe essere necessario indagare la problematica e valutare alcuni trattamenti. 

Eccone alcuni che possono essere messi in atto. 

Consulenza medica

La valutazione ad opera di uno specialista si configura come il primo passo per aiutare il bambino: 

  • pediatra: per una valutazione completa del bambino e ricevere una diagnosi precisa;
  • fisioterapista: in base alle indicazioni del pediatra, un fisioterapista può elaborare un programma di esercizi personalizzati per aiutare il bambino a migliorare la sua postura e la sua andatura.

Esercizi specifici

Il fisioterapista potrà consigliare alcuni esercizi per migliorare la mobilità: 

  • stretching: delicati per polpacci e tendini di Achille, per migliorare la flessibilità del piede;
  • rinforzo muscolare: per rafforzare i muscoli dei piedi e delle caviglie, per aumentare la forza e il supporto.

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Buone pratiche

Ecco alcuni accorgimenti da adottare nella quotidianità: 

  • superfici sensoriali: proporre al bambino di camminare su diverse superfici (tappeti, sabbia, erba) per stimolare la sensibilità plantare e incoraggiare una postura corretta del piede;
  • calzature: scegliere scarpe adatte con un buon supporto per l'arco plantare.

Approccio positivo

Trasmettere serenità e non giudicare negativamente l'atteggiamento del bambino di camminare sulle punte è fondamentale: 

  • pazienza e incoraggiamento: bisogna essere pazienti e supportare il bambino nel suo percorso, evitando rimproveri o pressioni che potrebbero generare ansia o frustrazione;
  • giochi e divertimento: integrare gli esercizi e le attività di stimolazione in momenti di gioco e divertimento può rendere il processo di cambiamento più piacevole e motivante per il bambino.

Quali sono i rimedi da evitare?

Ecco cosa non fare nel caso il bambino cammini sulle punte:

  • forzare il bambino a camminare sui talloni: evitare di forzare o pressare il bambino a camminare in un modo diverso da quello naturale, in quanto potrebbe generare resistenza e frustrazione;
  • calzature ortopediche: non utilizzare calzature ortopediche o tutori a meno che non siano stati prescritti dal fisioterapista, in quanto potrebbero ostacolare lo sviluppo naturale del piede.

Ogni bambino è diverso e il tempo necessario per superare la deambulazione sulle punte può variare.

Impostando una strategia ad hoc grazie all'aiuto degli specialisti, la maggior parte dei bambini impara a camminare sui talloni in modo naturale.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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