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Parto podalico: cos'è e come si svolge

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 31 Marzo, 2023

Parto podalico: cosa sapere

Con il termine podalico si fa riferimento alla posizione assunta dal feto durante le ultime settimane di gravidanza, caratterizzata dalle estremità inferiori rivolte verso il collo dell'utero.

Quando il bambino/a si trova in posizione podalica può essere difficile eseguire un parto naturale a causa delle possibili complicazioni e pertanto, nella maggior parte dei casi, i medici optano per un taglio cesareo. 

Cerchiamo di capirne di più.

Che cosa si intende per parto podalico

Per parto podalico si intende la possibilità che il feto si presenti con i piedi rivolti verso il collo dell'utero invece che con la testa. Si tratta di un'eventualità presente in circa il 3/4% delle gravidanze

L’indicazione delle linee guida è quella di proporre alle mamme in gravidanza con un feto in posizione podalica il rivolgimento manuale; sono presenti anche esercizi e posizioni che si possono proporre alla gestante per cercare di far girare il feto

Se, al termine della gravidanza, la posizione rimane podalica si opta per un taglio cesareo. In alternativa, alcune donne possono anche tentare il parto naturale, sebbene questo sia caratterizzato da una percentuale di rischio.

La posizione podalica è considerata comune per tutta la prima parte della gestazione, fino all'incirca alla 26esima settimana. Passata questa data, la maggior parte dei feti si gira da solo assumendo la tipica posizione cefalica che poi darà avvio al travaglio. 

Non è semplice accorgersi di avere un bambino in posizione podalica e, in genere, una risposta certa la si ha solo eseguendo un'ecografia, tuttavia un medico o un'ostetrica esperta possono riconoscerlo anche solo attraverso la palpazione addominale.

Per quanto riguarda la classificazione delle varie posizioni podaliche, esse si distinguono in:

  • posizione podalica completa, che si verifica nel 5/10% delle gravidanze e che vede il feto seduto a gambe incrociate;
  • posizione podalica incompleta, presente del 10/40% dei casi. In questo caso una o due gambe del feto sono rivolte verso il basso;
  • posizione podalica franca; si tratta dell'opzione più frequente e vede il feto seduto con le gambe alzate e i piedi vicino alla testa.

Parto podalico: quali sono le cause?

Non vi sono delle cause specifiche che possono determinare con certezza la presenza di una bimba podalica o di un maschietto rivolto con i piedini verso il basso, tuttavia, sembra che la posizione podalica sia dettata da una disfunzione della muscolatura pelvica e dei legamenti uterini.

Tra le possibili cause che aumentano la possibilità di avere una bambina podalica o un bimbo in questa posizione rientrano:

  • aver già avuto un altro figlio podalico o esserlo stato a propria volta
  • presenza di complicazioni a livello placentare (placenta previa)
  • sovrabbondanza di liquido amniotico
  • struttura ossea materna, come una particolare strettezza del bacino che impedisce al feto di potersi girare
  • fibromi uterini
  • malformazioni congenite dell'utero
  • cordone ombelicale corto
  • malformazioni genetiche del feto
  • tumori pelvici
  • eccessivo aumento di peso durante la gravidanza

Bambino podalico: cosa fare

Non appena il personale sanitario si rende conto che il feto è in posizione podalica può consigliare alla donna di sottoporsi a una manovra di rivolgimento, la quale ha come obiettivo quello di cercare di far girare il bambino. 

In quasi il 90% dei casi, tuttavia, viene proposto il parto cesareo programmato. Prima di sottoporsi a un taglio cesareo, si può tentare di far capovolgere il feto con un'operazione manuale oppure con altre tecniche (come l'agopuntura o la moxibustione) che, tuttavia, non è detto che funzionino.

donna incinta parla con dottoressa

L'unica modalità veramente efficace sembra essere la cosiddetta Versione Cefalica Esterna, anche detta "manovra di rivolgimento", che viene eseguita intorno alla 36-37esima settimana di gravidanza e che prevede:

  • l'esecuzione di un'ecografia al fine di accertare la corretta posizione del feto all'interno dell'utero e il suo stato di salute. In alcune condizioni (come ad esempio in caso di placenta previa, macrosomia, gestazione gemellare o altre anomalie del feto) essa non può essere eseguita;
  • l'esecuzione costante del monitoraggio del benessere fetale;
  • la somministrazione di un farmaco rilassante, chiamato tocolitico, che ha la funzione di indurre uno stato di relax muscolare;
  • l'esecuzione vera e propria della manovra da parte di uno o due ginecologi esperti, tenendo sotto controllo sempre il benessere fetale.

In genere la manovra di rivolgimento non risulta dolorosa, tuttavia può provocare un po' di fastidio. Essa, che è efficace in circa il 58% dei casi, è considerata sicura anche se, a causa di una ridotta percentuale di rischio (ad esempio, se la rotazione forzata dovesse provocare una rottura della placenta o dei danni al cordone ombelicale), viene eseguita solamente presso una struttura ospedaliera.

In altri casi, invece, la manovra per il parto podalico non può essere eseguita perché troppo rischiosa. Rientrano in quest'eventualità che le donne e i feti podalici che si caratterizzano:

  • placenta previa o bassa
  • sovrabbondanza di liquido amniotico
  • fibromi uterini
  • gravidanza gemellare
  • taglio cesareo pregresso
  • anomalie del battito cardiaco fetale
  • rottura delle membrane
  • sanguinamenti vaginali
  • travaglio già iniziato

Metodi naturali per far girare un bambino podalico

Oltre alla manovra di rivolgimento, esistono altri metodi naturali che possono favorire il capovolgimento del feto all'interno della pancia:

  • agopuntura
  • esercizio fisico
  • tecniche posturali, attraverso l'esecuzione di tecniche specifiche si induce il feto a cambiare posizione. Fra i movimenti consigliati rientrano rimanere qualche minuto distesi con il bacino sollevato e più in alto del tronco, posizione genopetturale
  • moxa, di derivazione cinese, questa tecnica agisce su uno specifico punto del corpo materno (ovvero il margine esterno del mignolo del piede, vicino all'unghia), che viene stimolato bruciando un mazzetto di erbe aromatiche particolari, fra cui l'artemisia. Grazie al calore sprigionato dalla combustione, si verificherebbe un'intensa stimolazione del punto posizionato in prossimità dell'utero, che, secondo la tradizione orientale, sarebbe collegato al piede. Ciò indurrebbe il feto a compiere dei movimenti e, in alcuni casi, anche a girarsi.

In genere l'agopuntura e la moxibustione non vengono eseguiti in Ospedale, tuttavia vi sono alcune ostetriche specializzate che propongono queste tecniche alle future mamme.

Quando tentare il parto podalico naturale

In alcuni specifici casi la donna, in accordo con i medici, può tentare la via del parto naturale. Per poter provare a partorire per via vaginale, però, occorre che il feto si caratterizzi per:

  • buona salute fetale
  • condizione ottimale della placenta (in caso di placenta previa, ad esempio, si opta obbligatoriamente per il cesareo)
  • gravidanza a termine e comunque non inferiore alla 36esima settimana
  • precedenti parti avvenuti solo per via naturale
  • posizione podalica non completa
  • buone condizioni di salute della donna
  • ostetrica o ginecologo esperti in parti podalici

La valutazione del parto naturale podalico, sebbene sia una decisione della madre, va sempre valutata con l'équipe medica in quanto potrebbe rivelarsi troppo rischiosa, sia per il feto che per la donna

Parto podalico naturale: i rischi

Il parto naturale podalico presente, tuttavia, dei rischi, che è opportuno conoscere. In questo caso, infatti, aumenta la possibilità che il neonato:

  • nasca con lesioni traumatiche
  • possa essere affetto da asfissia neonatale
  • presenti un basso peso alla nascita
  • che in fase di espulsione la testa rimanga intrappolata oppure che venga bloccato all'altezza delle spalle
  • che si verifichi in prolasso del cordone ombelicale, che causa un'importante asfissia neonatale
  • nasca con displasia dell'anca, paralisi cerebrale o paralisi del plesso brachiale.
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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
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