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Come riconoscere una frattura della gamba

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 31 Gennaio, 2017

frattura: quali sono i sintomi e come si curano

Con il termine frattura si indica una rottura o una crepa nelle ossa.

Le fratture possono essere più o meno gravi: da una frattura esposta – caratterizzata dal passaggio dell’osso attraverso la pelle – a una frattura semplice da stress.

Comunemente, con il termine “gamba rotta” è indicata una frattura della gamba.

Questa si può verificare in individui di ogni età e il trattamento operato varia a seconda della posizione in cui si presenta questa rottura e dalla gravità della lesione.

Classificazione delle fratture

Le fratture si possono classificare a seconda della loro gravità in:

  • frattura da stress: se si presentano piccole crepe nelle ossa portanti del corpo dovute allo stress ripetuto a cui sono soggette queste ossa.
  • frattura aperta o esposta: se è caratterizzata dalla pelle che è forata dall’osso. Si tratta di una condizione grave che necessita di un trattamento immediato e incisivo che riduca il rischio di infezione.
  • Frattura chiusa: se la cute circostante è intatta.
  • Frattura incompleta: se l’osso rotto non è separato in due parti.
  • Frattura completa: se l’osso rotto è separato in due o più parti.
  • Frattura scomposta: se i frammenti ossei sui lati della rottura non sono allineati. In questo caso, talvolta può essere necessario un intervento chirurgico per riallineare correttamente le estremità.
  • Frattura multipla: se l’osso è rotto in vari persi. In questo caso, talvolta può essere necessario un intervento chirurgico per permettere una guarigione completa.
  • Frattura a legno verde: se l’osso presenta crepe simili a quelle che si formano quando si prova a rompere un bastone di legno verde. Sono comuni in età infantile poiché le ossa dei bambini sono più morbide e flessibili di quelle di un adulto.

Sintomi e segni di una frattura

Come capire se si ha una frattura? Di solito, compare:

  • un forte dolore, che spesso peggiora con il movimento;
  • un gonfiore;
  • lividi;
  • una deformità o accorciamento della gamba colpita visibili ad occhio nudo;
  • l’impossibilità di camminare. Quest’ultimo sintomo è di particolare rilevanza nei bambini piccoli ed è spesso accompagnato da un pianto inspiegabile.

È opportuno ricordare che la frattura del femore è molto evidente in quanto la forza necessaria per rompere questo osso è elevata; diversamente, la frattura di ossa quali tibia o perone possono essere più difficili da evidenziare.

In ogni caso, una diagnosi immediata è di fondamentale importanza poiché ritardi nel trattamento potrebbero portare a problemi in seguito.

In casi di sospetta frattura, è opportuno rivolgersi al pronto soccorso mentre è necessario se questa è dovuta ad un alto impatto.

In caso di fratture del femore si dovrebbe richiedere l’intervento dei servizi medici di emergenza per prevenire la zona da ulteriori danni, poiché queste fratture sono gravi e potenzialmente letali.

Quali sono le cause di una frattura?

Vi sono molte cause che possono portare a una rottura delle gambe; tra queste:

  • cadute: gli impatti portano spesso a frattura del femore o della tibia. Nei bambini è improbabile che si rompa il femore per cadute semplici in assenza di ulteriori traumi significativi; è quindi più comune la frattura di tibia o perone in seguito a cadute di lieve entità (caduta dalle scale, caduta sopra un giocattolo, etc.);
  • traumi significativi: dove le fratture possono interessare tutte le ossa delle gambe. Questi traumi possono essere dovuti, ad esempio, ad incidenti automobilistici, dove sono comuni fratture alla tibia poiché le ginocchia si incastrano contro il cruscotto durante la collisione;
  • praticare sport: in sport di contatto, ad esempio, l’ipertensione della gamba o colpi diretti possono sfociare in una frattura;
  • situazione di abusi su minori: si può sospettare di queste condizioni se le fratture riportate dai bambini non sono riconducibili a nessuna caduta e quindi non hanno alcuna spiegazione logica;
  • uso eccessivo di alcune ossa possono sfociare in una frattura da stress. La causa di queste fratture da stress può essere l’osteoporosi.

Fattori di rischio della frattura

Presentano un rischio maggiore di fratture alla gamba individui con determinate condizioni di salute, quali:

Un altro fattore di rischio rilevante per lo sviluppo di fratture da stress è dato dalla partecipazione a particolari attività fisiche che inducono un stress ripetitivo nelle ossa delle gambe; tra queste::

  • corsa;
  • balletto o danza;
  • pallacanestro;
  • sport di contatto come l’hockey ed il calcio.

Come si diagnostica una frattura?

La diagnosi avviene prevalentemente mediante radiografia a raggi X; questo metodo permette di individuare la posizione della frattura e di evidenziare eventuali articolazioni adiacenti che potrebbero risentire di questo trauma.

Talvolta il medico può consigliare altri metodi che creano immagini più dettagliate, come:

  • tomografia computerizzata (TAC);
  • risonanza magnetica (MRI).

Trattamento

Il trattamento varia a seconda del tipo e della posizione della frattura, dell’età del paziente. Fratture poco gravi come fratture da stress possono richiedere solo riposo e immobilizzazione.

Solitamente il trattamento di una gamba rotta si divide nelle seguenti fasi:

  • la prima fase avviene in pronto soccorso e comprende la valutazione della lesione e l’immobilizzazione della gamba con una stessa. Se la frattura riportata è di tipo scomposto, il medico può ridurre la frattura per riallineare le ossa correttamente prima di applicare la stecca. Se il dolore è acuto, può essere necessaria la somministrazione di un rilassante muscolare, un sedativo o anestetico generale prima di operare la riduzione; alcune fratture sono immobilizzate per un giorno prima della riduzione per attutire il dolore;
  • la fase seguente di immobilizzazione è fondamentale per una corretta guarigione. Per limitare il movimento dell’osso rotto nella gamba può essere necessario l’utilizzo di una stecca o di un gesso. È inoltre richiesto il mantenimento del peso sulla gamba non fratturata per circa due mesi o più; per fare questo si possono utilizzare delle stampelle o un bastone. In questo periodo è possibile utilizzare un antidolorifico per ridurre il dolore e l’infiammazione; il medico può consigliare l’utilizzo di paracetamolo o di ibuprofene o una combinazione dei due. In casi di forte dolore, può risultare necessario un farmaco oppioide come la codeina.
  • L’ultima fase comprende la rimozione del gesso o della stecca. In seguito, possono risultare necessari esercizi di riabilitazione o di terapia fisica per ridurre la rigidità dovuta all’immobilizzazione e per ripristinare il corretto movimento della gamba interessata; la riabilitazione può richiedere fino a diversi mesi in caso di lesioni gravi;

La chirurgia può rivelarsi necessaria per mantenere la corretta posizione delle ossa mediante la guarigione, grazie all’impianto di dispositivi di fissaggio interni quali lamiere, barre o viti.

Risulta necessaria se si presentano le seguenti lesioni:

  • fratture multiple;
  • frattura scomposta o instabile;
  • frammenti ossei distaccati che potrebbero entrare in circolo;
  • danno ai legamenti;
  • frattura che interessa un’articolazione;
  • frattura dovuta ad un incidente da schiacciamento;
  • frattura che interessa particolari aree della gamba, come il femore;

La maggior parte dei materiali di fissaggio interni sono lasciati sul posto, altri possono essere rimossi in seguito alla guarigione dell’osso e altri ancora sono di materiali che sono riassorbiti dal corpo.

In alcuni casi, il medico potrebbe farvi utilizzare un dispositivo esterno di fissaggio attaccato con dei perni chirurgici all’osso per fornire stabilità nel corso della guarigione; solitamente è rimosso dopo un paio di mesi. Questo dispositivo aumenta però il rischio di sviluppare un’infezione attorno ai perni.

Quali sono le eventuali complicazioni di una frattura?

Le complicanze dovute a una frattura della gamba sono rare e possono portare a difficoltà nella guarigione delle ferite, all’insorgere di infezioni e ad una guarigione ossea assente.

Queste includono:

  • dolore a livello del ginocchio o della caviglia;
  • guarigione scarsa o ritardata. È una condizione molto comune nelle fratture esposte della tibia e in individui che fanno uso di tabacco, i quali presentano un maggior tempo di guarigione associato ad un maggiore rischio di pseudoartrosi, ossia la mancata saldatura di una frattura nel giro di 6 mesi;
  • infezioni delle ossa (osteomielite) dovute a funghi o batteri;
  • danni nervosi e/o vasali, se sono danneggiati i nervi e/o i vasi sanguigni adiacenti;
  • sindrome compartimentale, una condizione neuromuscolare dolorosa che porta a dolore, gonfiore e talvolta disabilità nei muscoli adiacenti all’osso interessato. È rara ma sussiste più comunemente in caso di lesioni ad alto impatto, dovute ad esempio ad incidenti stradali;
  • artrite. Fratture che interessano le articolazioni potrebbero causare l’osteoartrite in futuro;
  • lunghezza delle gambe, che potrebbe variare nei bambini se la frattura interessa una piastra di accrescimento epifisiaria.

Prevenzione e riduzione del rischio

Non è sempre possibile prevenire la rottura di una gamba, ma è possibile ridurne il rischio seguendo i seguenti accorgimenti:

  • rafforzare la resistenza delle ossa grazie all’apporto di calcio (presente in alimenti come latte, yogurt e formaggi) e di vitamina D;
  • utilizzare scarpe da ginnastica appropriate per lo sport praticato e sostituirle periodicamente;
  • alternare le diverse attività svolte per prevenire l’insorgenza di fratture da stress.

 

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Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice
Scritto da Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Diplomata al Liceo Scientifico PNI in Matematica, ho iniziato i miei studi presso la facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano, successivamente ho prediletto la facoltà di Science Communication & Bionics presso una Università Internazionale con sede in Germania. Attualmente sto assistendo in un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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