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Come togliere il tartaro dai denti

Antonia de Gioia | Blogger

Ultimo aggiornamento – 08 Luglio, 2019

Come togliere il tartaro dai denti

Il tartaro è un insieme di depositi minerali che si forma tra il dente e la gengiva. Presenta un colore che varia da bianco al nero a seconda della natura delle sostanze che lo hanno determinato.

Ovviamente, i tempi di formazione del tartaro dei denti variano da soggetto a soggetto e sono strettamente correlati al Ph della saliva nonché alla quotidiana pulizia della cavità orale. Attenzione, in alcuni casi sono sufficienti pochi giorni per la sua formazione. Un’ultima considerazione: non confondete il tartaro con la placca dentale, quel film dall’aspetto appiccicoso che si forma alla base o nelle cavità del dente.

Escludendo i metodi fai-da-te, togliere il tartaro dai denti da soli è molto (molto) difficile, soprattutto per i casi più gravi. Infatti, a differenza della placca, il tartaro nei denti, una volta formato, può essere rimosso solo rivolgendosi al dentista che, con strumenti specifici, procederà con la rimozione in più sedute.

Una volta rimosso il tartaro, esso può nuovamente riformarsi. L’intervento del dentista, dunque, potrebbe non risolversi in modo assoluto. La rimozione del tartaro da parte del dentista risulta necessaria soprattutto in caso di tartaro nero: esso si forma nella zona sotto gengivale e quindi difficilmente removibile con qualsiasi strumento di igiene orale o metodo fai da te a nostra disposizione.

Quali rischi comporta la formazione del tartaro

Oltre la sensazione continua di denti sporchi, la presenza di tartaro sui denti, se non opportunamente trattata, può condizionare notevolmente la salute di denti e gengive.

La presenza di tartaro, infatti, rende difficoltoso l’utilizzo di spazzolino o filo interdentale, compromettendo notevolmente l’igiene orale quotidiana e aumentando il rischio di formazione di carie.

Il tartaro presenta dei batteri che nel lungo termine risultano dannosi per le gengive. Non sono infatti rari i casi di gengivite dovuti alla presenza di tartaro sulla base dei denti. La gengivite se non opportunamente trattata può peggiorare e trasformarsi in parodontite, un’infezione a carico di ossa e tessuti, che può provocare la caduta dei denti.

Anche l’alitosi è uno spiacevole inconveniente dovuto alla presenza di tartaro sui denti, spesso non removibile con la semplice pulizia dei denti o l’utilizzo del collutorio.

Come prevenire il tartaro nei denti

Come sempre, piuttosto che togliere il tartaro sarebbe meglio prevenirne la formazione. Bastano semplici accorgimenti quotidiani. Ecco qualche consiglio per prevenire il tartaro sui denti:

  • Igiene quotidiana accurata – La pulizia accurata dei denti tutti i giorni dopo i pasti è fondamentale per la prevenzione di qualsiasi disturbo a carico della cavità orale. Per una corretta pulizia è preferibile utilizzare uno spazzolino con setole morbide, in modo da non irritare le gengive. La pulizia deve essere approfondita e interessare tutti i denti, anche quelli più difficili da raggiungere.
  • Spazzolini elettrici – Questa tipologia di spazzolino risulta essere più performante rispetto allo spazzolino tradizionale.
  • Dentifricio con fluoro – Per contrastare la formazione di tartaro è preferibile utilizzare dentifrici ad alta concentrazione di fluoro, una sostanza che agisce sullo smalto del dente.
  • Filo interdentale – In molti trascurano l’importanza di questo strumento che consente una pulizia approfondita, raggiungendo gli spazi tra i denti difficilmente raggiungibili dalle setole di uno spazzolino.
  • Collutorio – L’utilizzo di collutorio ad ogni lavaggio favorisce l’eliminazione di batteri presenti nella bocca.
  • Fumo – Il fumo è uno dei maggiori responsabili della formazione di tartaro, insieme alla scarsa igiene orale. Limitare l’uso di tabacco riduce notevolmente il rischio di tartaro.
  • Alimentazione – Come sempre ciò che mangiamo condiziona il nostro stato di salute, anche quello dei nostri denti. Cibi zuccherati incentivano la formazione di tartaro.
  • Idratazione – Bere molta acqua dopo e durante i pasti aiuta a eliminare batteri che potrebbero favorire la formazione di tartaro.

Controlli periodici a cadenza semestrale o minore, a seconda dello stato di salute dei vostri denti, risultano fondamentali per la rimozione di tartaro, evitando il proliferare di infiammazioni e spiacevoli sorprese per i nostri denti.

Togliere il tartaro da soli? Provate, ma senza risultati assicurati

Se proprio il dentista vi fa paura, è possibile provare a togliere il tartaro da soli – ma i risultati non sono assicurati! Come fare?

Ci sono alcuni rimedi naturali per togliere il tartaro dai denti senza andare dal dentista. Eccoli:

  • Olio di girasole – Provate con degli sciacqui con l’olio di girasole, per pulire l’intera dentatura e liberarvi delle tossine presenti nel cavo orale.
  • Olio di sesamo – Anche l’olio di sesamo può risultare efficace, a patto però che si tratti della prima spremitura.
  • Carbone attivo – Altro rimedio efficace consiste nell’impiego del carbone attivo, l’ideale per sbiancare i denti e prevenire la formazione della placca. Per l’impiego, basta spazzolare i denti con il carbone attivo per un paio di minuti e poi risciacquare per bene. Assicuratevi che il prodotto sia di origine vegetale, basta controllare sull’etichetta.
  • Bicarbonato di sodio – Anche il bicarbonato di sodio si rivela un ottimo alleato contro il tartaro, basta che sia utilizzato saltuariamente. Assicuratevi di risciacquare per bene la bocca dato che, essendo abrasivo, potrebbe danneggiare lo smalto dei denti.
  • Acqua ossigenata – Se utilizzato una volta o due al mese, potrebbe dimostrarsi un eccellente e potente sbiancante. Per l’impiego, basta aggiungere 3 gocce sullo spazzolino.

Provate, tentar non nuoce!

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Scritto da Antonia de Gioia | Blogger

Sono una laureata in Marketing e mi occupo della gestione di attività promozionali e di comunicazione, con un’attenzione particolare al mondo digitale e social. Nel tempo libero, lontana dal lavoro quotidiano, mi dedico alla scrittura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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