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Il caffè provoca stanchezza? Sì, soprattutto in alcuni casi

Cristian Padovano | Biologo

Ultimo aggiornamento – 08 Ottobre, 2019

Il caffè provoca stanchezza

La caffeina è una molecola stimolante che può dare molta energia e fare sentire più carichi. Non tutti, però, reagiscono allo stesso modo alla caffeina: alcune persone si sentono stanche dopo una sola tazza. Altre, invece, possono berne diverse al giorno e non provare alcun effetto. In realtà, non è il caffè il vero responsabile della sonnolenza. Piuttosto, il modo in cui influisce sull’organismo.

Cosa produce in noi la caffeina

La caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle bevande da esse ottenute. La grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè) rende questa sostanza stupefacente, dall’effetto stimolante, la sostanza psicoattiva più diffusa e la più consumata nel mondo.

È uno stimolante del sistema nervoso centrale e influisce competitivamente alla regolazione dei livelli di adrenalina e noradrenalina, causandone l’aumento. La caffeina stimola quindi indirettamente il sistema nervoso simpatico e porta a un aumento del battito cardiaco e dell’afflusso di sangue ai muscoli. Diminuisce, però, l’apporto di sangue alla pelle e agli organi interni, così come il rilascio di glucosio nel sangue.

Il consumo di grosse quantità di caffeina porta al caffeinismo che causa nervosismo, agitazione, insonnia. Chi esagera davvero arriva all’intossicazione di caffeina, che genera – tra le altre cose – tremori.

Il caffè stanca, soprattutto in alcuni casi

L’adenosina è una sostanza del sistema nervoso centrale che regola il ciclo sonno-veglia: quando si è svegli, i livelli di adenosina aumentano provocando la sonnolenza dovuta alla soppressione dell’attività delle cellule nel prosencefalo basale. Dopo essersi addormentati, invece, i livelli di adenosina diminuiscono.

La caffeina, oltre ai processi descritti precedentemente, blocca anche i recettori dell’adenosina ma non ne impedisce la produzione o la capacità di formare ulteriori recettori.

Ciò comporta che, esauriti gli effetti della caffeina, la presenza di un accumulo di adenosina libera indurrà la stanchezza. Inoltre, non dimentichiamolo, la caffeina ha un effetto diuretico. Ciò porta a una perdita di liquidi, dunque a una possibile disidratazione con conseguente stanchezza.

Anche l’aggiunta di zucchero – sottoforma di panna e sciroppi soprattutto – può causare stanchezza nei 90 minuti successivi. Il perché è abbastanza chiaro. Gli zuccheri vengono elaborati molto più velocemente rispetto alla caffeina e, dopo un picco glicemico e un alto livello di energia, l’organismo termina le sostanze da consumare.

Anche un uso prolungato e continuativo di caffeina ha indicato, secondo uno studio, che si giunge a un punto di tolleranza con una diminuzione degli effetti poiché la molecola viene assorbita e metabolizzata.

Per ridurre l’effetto stanchezza, bisogna evitare bevande a base di caffè sotto forma di sciroppi e creme zuccherate. Stesso discorso per l’uso di dolcificanti aggiunti. Limitare, però, non equivale ad abbandonare: il caffè non va demonizzato. Anzi!

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Cristian Padovano | Biologo
Scritto da Cristian Padovano | Biologo

Da sempre curioso della scienza e della divulgazione scientifica, pronto a condividere ogni nozione in mio possesso nella maniera più semplice e chiara possibile. Sono un biotecnologo medico, laureato presso l'Università del Salento.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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