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Il colore arancione della carota: una scelta politica – storia della carota

Redazione

Ultimo aggiornamento – 02 Settembre, 2021

Colore Carota: La Storia

Dal nome scientifico daucus carota, la carota è una pianta erbacea originaria dall’Europa sud-orientale e dall’ Asia occidentale. Il suo nome deriva dal greco Karotón, ma cosa sappiamo davvero di questo ortaggio che comunemente troviamo sulle nostre tavole?

Breve storia della carota

Uno dei problemi del tracciare una storia della carota nell’antichità è la confusione che esisteva in passato tra questa specie e una diversa ma somigliante: la Pastinaca sativa, chiamata a volte carota bianca o semplicemente carota dagli antichi Romani. I semi di carota, selvatica o semidomesticata, venivano sicuramente usati per scopi medicinali nell’area mediterranea, sin dal tempo dei Romani.

Gli usi erano i più diversi: da diuretici ad abortivi o, addirittura, afrodisiaci. Plinio il Vecchio descrive quattro tipi di carote selvatiche (anche se non tutte sono classificate botanicamente come carote al giorno d’oggi). Galeno, nel secondo secolo, distingue correttamente le carote dalle pastinache, e menziona esplicitamente coltivazioni di carote a scopo medicinale.

Pare, infatti, che gli antichi Egizi, Romani e Greci le utilizzassero, ad esempio, come cicatrizzante. Si conoscevano appunto la “pastinaca sativa” e la “Daucus carota”. Data la loro forma, venivano considerati afrodisiaci, per curare l’impotenza maschile. Per arrivare alle carote coltivate e impiegate in cucina, bisogna aspettare gli Arabi, che importano carote in Spagna, e poi il genio di Caterina de’ Medici, che li rende alimenti degni delle tavole dei signori.

L’origine della carota

Si dice «color prugna», oppure «verde pisello» o «rosso come un peperone». Viola come una carota, però, non si era mai sentito. Anche perché le carote non arancioni sono perfino difficili da immaginare. Eppure, presto, sugli scaffali dei supermercati e dei verdurai arriveranno anche quelle: a riprendersi, dopo 500 anni, il posto che tocca loro di diritto. Perché, che ci crediate o no, in origine le carote erano fra il porpora e il viola.

Di grande aiuto nello studio della storia della carota in Europa sono stati i dipinti: dal 16° secolo i pittori olandesi e spagnoli dipingono spesso scene ambientate nei mercati. Nei dipinti di Pieter Aertsen e Nicolaes Maes appaiono carote viola e gialle. Ai tempi dei Romani, poi, la carota non era soltanto viola, ma anche bianca e mai arancione. A quell’epoca, sembra siano cresciute anche carote nere, rosse e verdi. Ma i ricercatori che si sono occupati dell’argomento sono tutti d’accordo: è il viola il colore assegnato dalla natura alle carote. Di più: la carota viola contiene antiossidanti che potrebbero proteggere il consumatore da alcune forme di cancro e da problemi cardiaci.

Parlando di carote, tutti quanto siamo capaci di distinguere alla perfezione questo ortaggio o perlomeno la sua radice, dalla caratteristica forma allungata, che noi consumiamo. In realtà, invece, la pianta della carota, che può arrivare ad un metro di altezza, ha un fusto dritto e sottile e foglie pelose molto distanti tra loro. I fiori sono generalmente bianchi e presentano dei piccoli frutti particolarmente profumati che attirano gli insetti, permettendo il proliferare del vegetale. Essa si coltiva due volte l’anno, con varietà che richiedono un tempo di coltura che può variare dai 4 ai 6 mesi.

Pochi lo sanno, ma attualmente esistono cinque categorie di carote

  1. la carota arancione, che contiene la vitamina A e fa bene alla salute; 
  2. la carota violacea, ricca di polifenoli, flavonoidi e in particolare antocianine, sostanze antiossidanti presenti anche nel vino che fanno bene alla circolazione e che combattono i radicali liberi
  3. la carota gialla ricca di luteina, vitamina che protegge la macula degli occhi; 
  4. la carota bianca;
  5. la carota rossa, meno interessante dal punto di vista nutrizionale.

Carota: il perché del suo colore arancione

Sebbene tutti conoscano le proprietà benefiche e curative della carota, utilissima a rinforzare la vista, portando sollievo a chi soffre di arrossamento degli occhi frequente, così come a prevenire l’invecchiamento della pelle e favorire l’insorgere del latte nelle donne che hanno partorito, non molte persone conoscono questo simpatico aneddoto che ha portato la carota ad assumere il caratteristico colore arancio che prevale nella maggior parte delle specie utilizzate dall’agricoltura di massa.

In origine, i colori prevalenti della carota erano quelli della varietà violacea o quelli tendenti al grigio, ancora propri delle varietà tradizionali ormai in forte disuso nelle coltivazioni. Solo alla fine del secolo XVII, in Olanda, per rendere onore alla dinastia degli Orange, che avevano guidato il paese nella guerra di indipendenza contro il potere spagnolo, alcuni coltivatori iniziarono a selezionare con cura le sementi per dare all’ortaggio il caratteristico colore arancione che vediamo ancora adesso. La scelta politica degli agricoltori olandesi fu, da quel momento in poi, apprezzata da tutta Europa, dato che il nuovo colore era molto più gradevole alla vista e si caratterizzava per un gusto più dolce e delicato rispetto alla versione originaria.

Valori nutrizionali delle carote

La carota ha un grande potere nutrizionale ed innumerevoli effetti positivi sull’organismo: cura le affezioni intestinali e le ulcerazioni allo stomaco grazie alle sue proprietà cicatrizzanti e all’azione antisettica. La Dr. Giulia Mori afferma che, per combattere i crampi notturni: “è necessaria una buona idratazione (bere molta acqua e succhi di frutta, ad esempio ACE) e l’integrazione di potassiomagnesio calcio. Questi elementi sono contenuti in patate, pomodori, banane e bietole (potassio) e semi di zucca, noci, spinaci e soia (magnesio). Utili anche le vitamine A ed contenute in carote, zucca, melone, fegato e frattaglie (la A) e in semi di girasole, nocciole, noci e mandorle (la E)” è raccomandata in casi di insufficienza epatica e arricchisce il latte materno grazie al suo contenuto di sali minerali e vitamine, come sodio, calcio, magnesio, potassio, vitamina A, vitamina B e vitamina C; è tonificante, purificante, remineralizzante, diuretica, regolarizza le funzioni intestinali, calma il colon irritabile, stimola il fegato e la cistifellea. Utile inoltre per gli occhi, pelle e unghie.

Il succo della sua radice è ricchissimo di carotene, pigmento di colore giallo tendente all’aranciato che si può considerare provitamina, poiché una volta introdotto nell’organismo animale verrà trasformato in vitamina A. Oltre questa provitamina, il succo è ricco anche di vitamina B e vitamina C per cui ecco spiegata l’azione ricostituente del succo di carota e l’uso efficace in alcune patologie dell’occhio. Importante ricordare che l’efficacia del succo è vincolata dal fatto che deve essere assunto crudo, poiché il calore denatura le proprietà dei vari principi contenuti in esso.

Come cosmetico è molto utilizzato l’estratto oleoso di radice di carota che per la ricchezza di caroteni esercita un’importante azione nel mantenimento dell’integrità della funzione della membrana della cellula e dei tessuti della pelle; inoltre, essa migliora lo stato delle pelli secche e screpolate, specie d’inverno.

Per le infiammazioni ed eruzioni cutanee, anche quelle solari, meglio utilizzare la polpa cruda inserita tra due pezze e applicarla sulla parte, con un lieve massaggio, per rendere la pelle liscia. In ultimo, ricordiamo le proprietà protettive, idratanti ed elasticizzanti dell'estratto liofilizzato, che protegge anche dall’azione dei raggi ultravioletti UV.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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