Ossiuri: le regole per evitare il contagio e i rimedi per combattere l’infezione

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 04 Settembre, 2017

Ossiuri: quali sono i sintomi e i soggetti più a rischio

L’ossiuriasi è un’infezione estremamente diffusa in cui i piccoli vermi infestano l’intestino e depositano le loro uova intorno all’ano. Una combinazione di farmaci, una pulizia accurata degli ambienti e un’igiene personale permettono di sbarazzarsi di questa tipologia di infestazione. Le infestazioni da ossiuri sono infatti altamente contagiose: tutti i membri della famiglia devono essere trattati se uno di loro si infetta. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Cosa sono gli ossiuri?

Gli ossiuri sono parassiti intestinali, veri e propri vermi di forma affusolata, di colore bianco/avorio. I maschi sono leggermente più corti della femmina e di solito sono visibili di notte nell’area del retto. L’infestazione di questi vermi è molto contagiosa e si può contrarre accidentalmente ingerendo o inalando le uova, annidate sotto le unghie, sopra gli oggetti, sul WC, tra le fibre degli indumenti o delle asciugamani.

Le infestazioni da ossiuri possono diffondersi facilmente. Sono più comuni nei bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni e nelle persone che vivono a contatto con loro, come insegnanti e genitori. Un trattamento efficace per l’ossiuriasi è il trattamento farmacologico, anche se è possibile una reinfestazione. Le complicanze gravi e gli effetti sulla salute a lungo termine sono rare.

Che cosa provoca l’infezione?

L’ossiuriasi è altamente contagiosa. Ci si infesta ingerendo accidentalmente le uova del verme, di solito depositate da una persona infetta su un oggetto. Il ciclo di infezione inizia con l’ingestione di queste uova microscopiche.

Una volta che le uova entrano nel corpo, rimangono nell’intestino finché non si schiudono e maturano. Le femmine adulte del verme si muovono nel colon ed escono dal corpo attraverso l’ano dove depositano le uova, tra le pieghe della pelle. La presenza di queste uova provoca intenso prurito e irritazione anale. I bambini piccoli che si grattano in continuazione, raccolgono le uova microscopiche con le dita e con le unghie, poi mettono le mani in bocca ingerendo le uova a facendo ricominciare il ciclo.

Le uova possono sopravvivere per diverse ore sulle mani. Se la persona infetta tocca lenzuola, capi di abbigliamento, sedili per WC, giocattoli o altri oggetti, le uova vengono trasferite su questi oggetti. Le uova di ossiuri possono sopravvivere su queste superfici contaminate fino a tre settimane.

I bambini trasferiscono le uova facilmente perché possono mettere giocattoli infetti o altri oggetti direttamente in bocca. È anche possibile per gli adulti inalare le uova quando scuotono letti, asciugamani o capi di abbigliamento contaminati.

Chi è a rischio di ossiuriasi?

Le infestazioni da ossiuri possono interessare persone di tutte le età e le regioni geografiche. Poiché le uova sono microscopiche, è impossibile evitare individui o aree infestate.

I soggetti a rischio di ossiuriasi sono:

  • Bambini che frequentano asilo o scuola elementare e che hanno l’abitudine di portare le mani in bocca
  • Soggetti a contatto con bambini, bambini o adulti che non sono abituati a lavare le mani attentamente prima di mangiare
  • Bambini che hanno l’abitudine di succhiare i pollici

Quali sono i sintomi di un’infezione da ossiuri?

In alcuni casi l’infezione può essere asintomatica. Tuttavia è possibile sospettare una ossiuriasi se il bambino manifesta la seguente sintomatologia:

  • Frequente e forte prurito della zona anale
  • Sonno inquieto a causa di prurito e disagio della zona anale
  • Dolore, eruzione cutanea o altre irritazioni cutanee intorno all’ano
  • Presenza di vermi bianchi e affusolati nell’area dell’ano del bambino
  • Presenza di vermi bianchi e affusolati negli sgabelli, nel WC, o addirittura per terra

Come viene diagnosticata un’ossiuriasi?

Lo scotch test è il metodo più affidabile per la diagnosi di ossiuriasi. Il test consiste nel prendere un pezzo di nastro adesivo trasparente e porre la arte adesiva sulla pelle intorno all’ano. Se le uova sono presenti, si attaccano al nastro che va portato in laboratorio dove verrà esaminato al microscopio per verificare l’eventuale presenza delle uova.

Poiché questi vermi escono dall’ano nelle ore notturne, sarebbe opportuno effettuare il test al mattino presto appena svegli. Questo perché le normali attività di pulizia e igiene, potrebbero falsare il test. Si raccomanda di effettuare il test a nastro almeno tre volte, in tre giorni consecutivi, per aumentare la probabilità di trovare uova.

Qual è il trattamento per l’ossiuriasi?

Il trattamento consiste nell’assunzione di farmaci ad uso orale. È importante che tutti i membri della famiglia vengano trattati perché l’ossiuriasi è molto contagiosa. I farmaci più comuni ed efficaci per trattare l’infezione sono:

  • Mebendazolo
  • Albendazolo
  • Pyrantel pamoato

La terapia va seguita da due a tre settimane. Creme o unguenti possono lenire il prurito nella zona intorno all’ano.

La maggior parte delle persone non presenta gravi complicazioni a causa di infezioni da ossiuri. Raramente, se l’infestazione non è trattata, l’ossiuriasi può causare un’infezione delle vie urinarie nelle donne. Gli ossiuri possono anche viaggiare dall’ano verso la vagina, interessando l’utero e altri organi pelvici. Può provocare vaginite, endometrite o altre infezioni.

Ossiuri, un'infezione che colpisce i bambin655ccheight=

La presenza di un numero significativo di ossiuri può causare dolore addominale, talvolta anche blocco intestinale che può essere risolto solo attraverso un intervento chirurgico in cui i vermi vengono asportati dopo aver inciso l’intestino.

Come prevenire l’ossiuriasi?

Il modo migliore per prevenire l’ossiuriasi è quello di seguire le normali regole di igiene e incoraggiare gli altri membri della famiglia, in particolare i bambini, a fare altrettanto.

  • Lavare le mani con acqua calda e sapone dopo aver usato il gabinetto e prima di manipolare cibo
  • Mantenere le unghie corte e pulite
  • Scoraggiare abitudini come quella di portare le mani, le dita o le unghie in bocca

In caso di ossiuriasi, inoltre:

  • Cambiare quotidianamente la biancheria intima e gli indumenti
  • Usare acqua calda in lavatrice per disinfettare tutta la biancheria
  • Mantenere le camere ben illuminate durante il giorno perché le uova sono sensibili alla luce del sole
  • Lavare moquette e disinfettare tutte le superfici più volte al giorno

5 rimedi naturali per combatter gli ossiuri

Per combattere l’infezione da ossiuri è possibile ricorrere anche ad alcuni rimedi naturali. Ecco quali:

  • Aglio – L’aglio è molto efficace nel trattamento dell’ossiuriasi. È possibile fare una crema topica fatta di aglio fresco. Macinarne alcuni spicchi formando una pasta liscia e mescolarla con la vaselina. Applicare la crema sul retto. Questo procedimento può aiutare a uccidere le uova e fornire sollievo per il prurito.
  • Semi di pompelmo – L’estratto di semi di pompelmo è un altro modo efficace per trattare gli ossiuri. Questo prodotto è disponibile in farmacia e può presentarsi sotto forma di compresse.
  • Noce di cocco – La noce di cocco viene spesso utilizzata in India per sradicare gli ossiuri. Durante la colazione, assumere un cucchiaio di cocco fresco seguito da un cucchiaino di olio di ricino tre ore dopo. Ripetere questo ogni giorno.
  • Salice bianco – La corteccia del salice bianco, comunemente conosciuta come ricca di acido salicilico, l’ingrediente principale dell’aspirina, è uno dei rimedi naturali in alcuni casi utilizzati nelle regioni asiatiche.
  • Limitare l’assunzione di zucchero – Le persone con dieta ricca di carboidrati e zucchero sono più vulnerabili all’infestazione parassitaria. I parassiti spesso prosperano nello zucchero. Limitare l’assunzione di zuccheri e carboidrati in caso di ossiuriasi.
Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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