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Le malattie autoimmuni potrebbero essere legate a un aumento del rischio di demenza

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 22 Marzo, 2017

malattie autoimmuni: il rischio di alzheimer

Le persone che soffrono di disturbi autoimmuni possono avere oltre il 20% in più di probabilità di sviluppare la demenza. Questo è quello che è emerso da un’analisi su 1,8 milioni di casi trattati in un ospedale in Inghilterra.

Sulla base dei dati raccolti tra il 1999 e il 2012, i risultati dello studio aggiungono delle prove al fatto che l’infiammazione cronica, una caratteristica comune in molte malattie autoimmuni, possa causare un innesco della demenza e del morbo di Alzheimer.

Precedenti studi avevano scoperto che se le infezioni o le malattie infiammatorie croniche, tra cui il diabete, avevano spinto il sistema immunitario di una persona a svolgere un super lavoro, questo poteva portare le cellule immunitarie ad attaccare il tessuto cerebrale sano.

I pericoli dei disturbi autoimmuni

Secondo l’analisi, le persone affette da sclerosi multipla sono tra quelle con disturbi autoimmuni che hanno più probabilità di sviluppare la demenza. Questo risultato non è molto sorprendente, dato che la malattia è causata dal fatto che il sistema immunitario attacca il sistema nervoso centrale. Lo studio, condotto da Michael Goldacre presso l’Università di Oxford, ha appurato che le persone con tale condizione vivono con il doppio rischio di sviluppare la demenza.

Anche altre malattie autoimmuni sono state associate ad aumenti di rischio di demenza. La condizione della pelle chiamata psoriasi è stata collegata a un aumento del 29%, mentre il rischio di sviluppare la demenza è stato del 46% più elevato nelle persone che hanno lupus eritematoso, una malattia che provoca eruzioni cutanee e stanchezza.

Tuttavia, le persone con artrite reumatoide hanno rivelato di avere un rischio del 10% circa più basso di demenza. Questo potrebbe essere perché molte persone con artrite assumono farmaci non steroidei anti-infiammatori, come l’Aspirina e l’Ibuprofene, che possono domare l’infiammazione che altrimenti potrebbe contribuire a causare la demenza.

Essi riducono l’infiammazione, il che potrebbe spiegare il motivo per cui c’è meno riversamento, almeno in linea di principio“, dichiara Goldacre.

Malattie autoimmuni e problemi di cuore

Il team di Goldacre ha anche analizzato un forte legame tra le malattie autoimmuni e i problemi di cuore e circolatori. Nel complesso, le persone con malattie autoimmuni hanno presentato il 53% in più probabilità di essere ricoverati in ospedale a causa di malattie cardiovascolari e il 46% in più di probabilità di essere ricoverati per un ictus.

Ciò può spiegare gran parte del rischio di ammalarsi di demenza nelle persone con disturbi autoimmuni. La demenza vascolare è un tipo di demenza che coinvolge un flusso di sangue povero al cervello. Quando il dottor Goldacre e il suo team hanno esaminato specificamente i diversi tipi di demenze, hanno trovato che le persone con malattie autoimmuni hanno il 29% in più di probabilità di sviluppare la demenza vascolare, ma solo il 6% in più di probabilità di ammalarsi del morbo di Alzheimer.

È sorprendente il fatto che un aumento del rischio di demenza vascolare sia superiore a quello di ammalarsi di morbo di Alzheimer“, ha dichiarato Colm Cunningham del Trinity College di Dublino, in Irlanda. “L’impatto delle malattie autoimmuni sulle malattie cardiovascolari potrebbe essere la chiave del collegamento tra le malattie“.

Tuttavia, l’aumento relativamente più basso del rischio di Alzheimer, associato a condizioni autoimmuni, può aiutare i ricercatori a capire meglio questa malattia. “I risultati sono molto interessanti e sostengono la teoria che il danno neurovascolare e l’infiammazione siano importanti fattori di rischio per il morbo di Alzheimer“, spiega il ricercatore principale dell’Alzheimer, Rudolph Tanzi, presso il Massachusetts General Hospital di Charlestown.

Per coloro che cercano di ridurre il rischio di demenza controllando i loro livelli di infiammazione, il dottor Goldacre afferma che l’esercizio fisico e una dieta sana potrebbero aiutare. “Questi due elementi che si possono introdurre nella vita di ogni giorno sono ottimi non solo per evitare il morbo di Alzheimer, ma anche per tanti altri vantaggi“, dice.

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Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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