icon/back Indietro Esplora per argomento

La memoria va allenata come un muscolo

Stefania Virginio

Ultimo aggiornamento – 26 Aprile, 2016

Alcuni esperti, attraverso uno studio, hanno illustrato come la memoria vada allenata come un muscolo, per potenziarla e ricavarne maggiori benefici. Grazie a questo allenamento, saremo in grado di aumentare la capacità di immagazzinare maggiori informazioni. Le abilità studiate dagli esperti sono, in particolare, quelle relative alla memoria di lavoro, chiamata anche “work memory capacity” (Wmc).

Per stimolare l’intelligenza fluida generale, che in poche parole è la capacità di ragionare in modo complesso, affrontare le nuove sfide, risolvendo i problemi e trovando soluzioni rapide, sono consigliabili i classici giochi di “brain training”, come i cruciverba, i sudoku, i calcoli matematici, ecc.

Infatti, questi passatempi hanno la capacità di potenziare la memoria e non di renderci più intelligenti, come molti sostengono. Sulla rivista Psychological Science, è stato recentemente pubblicato uno studio effettuato da esperti americani, i quali hanno constatato che la Wmc (Work memory capacity) deve venir stimolata spesso e con una determinata frequenza, affinché la sua capacità di immagazzinamento di informazioni sia sempre attiva.

Non tutti sanno sfruttare le proprie capacità mnemoniche

A parlarne è anche il direttore del dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano che dichiara che: “Chi è alla ricerca di forti emozioni, come gli adolescenti o anche alcuni adulti, non è in grado di beneficiare della memoria, in quanto l’impulsività porta a non attingere dalla memoria e dall’esperienza”.

L’interazione sociale è fondamentale nello sviluppo della capacità mnemonica, in quanto le esperienze si accumulano proprio attraverso le conoscenze, le amicizie, gli stimoli esterni dati dalle altre persone. Fondamentale, sarebbe cercare di appoggiarsi il meno possibile alla tecnologia. In che modo? Intanto cercando di fare i calcoli a mente, per esempio, oppure ricordandosi i percorsi senza dover ricorrere all’ausilio di un indicatore stradale. Sono tutte attività che permettono alla memoria di rafforzarsi.

Nel caso contrario invece, alcune patologie, come la depressione o altre problematiche, non permettono di memorizzare o di concentrarsi su qualcosa, quindi hanno la tendenza a far abbassare il livello mnemonico.

La meditazione come allenamento mentale

Gabriele Miceli, direttore clinico del Center for Neurocognitive Rehabilitation (CeRiN) e del Center for Mind/Brain Sciences (CIMeC) dell’Università di Trento, ha sostenuto che un potente esercizio per la memoria potrebbe essere la meditazione, in quanto le capacità cognitive sono in continua attività. Spiega infatti che: “la meditazione è in grado di modificare le aree cerebrali interessate e le loro connessioni alle altre regioni del cervello”.

Per fare un esempio pratico, cita la meditazione kundalini, che è la la capacità di accrescere lo spessore della corteccia del cervello, che è importantissima per l’elaborazione delle facoltà visive e strutturali degli oggetti. Inoltre, aumenta le connessioni funzionali tra le aree coinvolte nelle attività linguistiche e quelle che le controllano. Diversi esercizi, quindi, stimolano diverse aree cerebrali.

Anche l’attività fisica stimola la memoria

Sono ben 4 le università coinvolte nello studio che rapporta l’attività fisica allo sviluppo della memoria e sono l’Università di Pittsburgh, l’Università dell’Illinois, la Rice University e la Ohio State University. Il risultato è che basterebbero 40 minuti al giorno di camminata veloce per rallentare il calo fisiologico della memoria legato all’età. Questa minima attività fisica giornaliera aumenta il volume dell’ippocampo, ovvero l’area situata nel sistema nervoso riservata al mantenimento dei ricordi.

9 alimenti che possono aiutare a salvare la memoria

Come di solito consigliano i dottori, a un’attività fisica giornaliera è consigliabile abbinare una sana alimentazione, e se questa dieta permette di mantenere attiva la memoria, la si segue anche con più costanza e volontà.

Una sana alimentazione non riduce solo il rischio di diabete, ipertensione e malattie cardiache, ma è anche in grado di sviluppare le attività mnemoniche.

Ecco quindi 9 alimenti che, secondo i ricercatori, manterranno sano sia il corpo che il cervello:

  1. Condimenti per insalate a base di olio: i dati supportano gli alimenti ad alto contenuto di vitamina E, come olio, semi, noci, burro di arachidi e cereali integrali. La vitamina E è un potente antiossidante e può aiutare anche a proteggere i neuroni e le cellule nervose.
  2. Pesce: salmone, sgombro, tonno e altri pesci sono ricchi di acidi grassi omega-3, tra cui l’acido docosaesaenoico (DHA), che è molto importante per il cervello per il normale funzionamento dei neuroni. Mangiare più pesce spesso significa anche mangiare meno carne rossa e altre forme di proteine ad alto contenuto di grassi saturi che ostruiscono le arterie.
  3. Verdure a foglia verde: cavolo, spinaci e broccoli sono buone fonti di vitamina E e acido folico. Una porzione di spinaci crudi ha il 15% dell’apporto giornaliero di vitamina E, mezza porzione di spinaci cotti contiene il 25% della razione giornaliera. Il folato, contenuto negli spinaci, protegge il cervello, abbassando i livelli di un aminoacido chiamato omocisteina contenuto nel sangue. Alti livelli di omocisteina possono innescare la morte delle cellule nervose nel cervello, ma l’acido folico aiuta ad abbattere il suo livello.
  4. Avocado: fonte ricca di vitamina E antiossidante, ad alto contenuto di vitamina C, la quale porta a un minor rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.
  5. Semi di girasole: sono buone fonti di vitamina E. 30 grammi di semi secchi o arrostiti contengono il 30% della razione giornaliera raccomandata. È consigliabile cospargere l’insalata con i semi per dare una spinta al cervello;
  6. Arachidi e burro di arachidi: anche se entrambi sono ricchi di grassi, le arachidi e il burro di arachidi tendono a essere una fonte di grassi sani, e sono anche ricchi di vitamina E. Entrambi gli alimenti possono aiutare a mantenere il cuore e il cervello sani e funzionanti. Altre buone scelte sono mandorle e nocciole.
  7. Vino rosso: gli studi hanno dimostrato che le persone che consumano moderate quantità di vino rosso possono avere un rischio ridotto di ammalarsi del morbo di Alzheimer.
  8. Bacche: mirtilli, fragole e bacche di acai possono aiutare a mettere i frani al declino cognitivo legato all’età, preservando il meccanismo autopulente del cervello che diminuisce con l’età. Questo meccanismo aiuta a sbarazzarsi delle proteine tossiche associate alla perdita di memoria correlata all’età.
  9. Cereali integrali: i cerali ricchi di fibre sono parte integrante della dieta mediterranea, come anche la frutta, la verdura, le noci, i semi, l’olio di oliva e il vino. Questa dieta può essere collegata all’abbassamento del rischio di decadimento cognitivo lieve che può progredire fino ad arrivare al morbo di Alzheimer. Riduce l’infiammazione, lo stress ossidativo e altri fattori a rischio, come la pressione arteriosa alta, la quale può avere un ruolo nelle malattie cerebrali e cardiache.

Insomma, si può provare ad allenare la memoria con gusto, mangiando uno spuntino sano, tra un cruciverba e un altro. Che ne dite?

 

Condividi
Stefania Virginio
Scritto da Stefania Virginio

Sono Stefania e sono una friulana doc! Da quando mi hanno dato in mano la prima matita alle elementari non ho mai smesso di scrivere, e nemmeno di leggere tutto quello che mi passa sotto gli occhi.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Stefania Virginio
Stefania Virginio
in Salute

200 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
icon/chat