Dolori muscolari e mialgie anche al volto: un nuovo studio analizza i sintomi legati alla compromissione dei nervi, a causa dell'infezione da Covid-19.
Il 50% dei pazienti, infatti, lamenta dolore ai muscoli e non solo: cefalee acute (6-21%), dolori toracici (2-21%), oculari (16%), mal di gola (5-17%) e addominali (12%), ed anche quelli che coinvolgono la testa (viso e nuca).
Durante lo scorso Congresso Nazionale di FederDolore-SICD (Società Italiana Clinici del Dolore), si è discusso di tali effetti, cercando di comprenderne le cause.
Il nuovo Coronavirus viaggia nel corpo sino a toccare i nervi
Il percorso del virus è tutt'altro che breve, viaggia, spostandosi tra cervello, polmoni sino al nervo vago. A sostenerlo, una ricerca pubblicato su Journal of Neurology, che ha visto la collaborazione interdisciplinare del Polo Universitario San Paolo.
“La presenza del virus SARS-CoV-2 è stata documentata non solo nelle aree cerebrali di controllo del respiro, ma è stato rilevato il suo percorso tra polmone e cervello lungo il nervo vago che controlla diverse funzioni corporee – spiega Tommaso Bocci, ricercatore dello studio nato dalla collaborazione di neurologi, rianimatori e patologi del Centro di ricerca 'Aldo Ravelli' UniMI –. Fin dai primi casi gravi di Covid abbiamo osservato delle alterazioni respiratorie che non erano giustificabili solo alla polmonite”.
Il dolore e il suo effetto negativo sul decorso dell'infezione
“Ci sono 3 vie che il virus può usare per provocare il dolore: quella diretta, quella mediata dall’infiammazione e come conseguenza del protrarsi della malattia. Quando continua lo stimolo infiammatorio - sostiene Emanuele Piraccini, Specialista in Terapia del Dolore, Ospedale Bellaria AUSL Bologna - ci sono alterazioni a livello nervoso con una cronicizzazione che colpisce circa il 30% dei pazienti. Si è visto anche che i pazienti già affetti da dolore cronico, se colpiti dal Covid, hanno avuto una notevole riacutizzazione. Inoltre, il dolore in corso di infezione da Covid-19 ha un effetto negativo su tutto il decorso della malattia: basti pensare che un paziente che ha dolore toracico e non riesce a tossire, può accumulare secrezioni a livello polmonare e aver può facilmente infezioni o polmoniti”.
Il dolore da Covid19 risponde poco ai farmaci
Purtroppo, questo tipo di dolore, che in alcuni pazienti è durato fino a 6 mesi dopo il contagio, risponde poco alle terapie farmacologiche.
“La risposta ai farmaci si è rivelata bassa e preoccupa anche nuove sindromi dolorose a livello del volto, quali nevralgie trigeminali, occipitali che coinvolgono il volto e la nuca. Sono più rare, ma la dimensione di questa nuova forma sta aumentando. Ci dovremo attrezzare a dover gestire una nuova emergenza post-pandemica che ci vedrà impegnati sia con i pazienti che hanno dovuto fare i conti con un difficile accesso alle cure – conclude Giuliano De Carolis, Presidente DefeDolore-SICD – sia con quanti hanno sviluppato dolore cronico come conseguenza dell’infezione. Sono quelli che hanno manifestato un dolore cronico anche a distanza di mesi dalla risoluzione dell’infezione che corrispondono circa al 4%dei pazienti Covid più gravi, cioè quelli ricoverati o addirittura intubati”.
Che gli effetti del Covid-19 siano ancora da scoprire? Ahimè, gli scenari che si aprono sono ancora molti ed è per questa ragione che sottolineiamo il valore del vaccino, per mettere un punto definitivo alla pandemia.