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Non sei vaccinato contro il Covid? Questo potrebbe essere un problema anche per chi il vaccino lo ha fatto

Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 01 Agosto, 2021

Covid e vaccino

Alla fine di luglio del 2021, in base alla mappa e al conteggio delle vaccinazioni riportate e regolarmente aggiornate sul portale del ministero, in Italia sono state somministrate più di 68 milioni di dosi di vaccino anti Covid, tra prime e seconde. 

Grazie al monodose di Johnson&Johnson (Janssen) e ai vaccini a doppia dose di AstraZeneca, Moderna e Pfizer/BioNTech, attualmente nel nostro Paese ci sono 32 milioni di persone che hanno completato il ciclo vaccinale e, dunque, risultano immunizzate. 

Si tratta di circa il 59% della popolazione: un ottimo dato, ma bisogna continuare! Infatti, una significativa fetta di popolazione non ha ancora alcuna protezione contro il Coronavirus SARS-CoV-2 o ce l'ha soltanto parziale. Se si escludono i bambini sotto i 12 anni, per i quali non è stato ancora approvato alcun vaccino dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), circa un italiano su tre non ha ancora ricevuto alcuna dose di vaccino: è un "esercito" di milioni di persone, soprattutto giovani ma anche una certa percentuale di over 60, esposta alle gravi conseguenze della COVID-19, ma che può rappresentare anche un serio problema anche per tutti coloro che sono già vaccinati.

Perché i non vaccinati rappresentano un pericolo anche per i vaccinati?

Innanzitutto, come sottolineato alla CNN dal professor William Schaffner, docente presso la Divisione di Malattie Infettive del Centro Medico dell'Università Vanderbilt in un’intervista, chi non è vaccinato rischia di diventare una vera e propria “fabbrica di varianti”: se consideriamo che i contagi, dopo un significativo rallentamento durato settimane, ora sono in crescita esponenziale in diversi Paesi d'Europa e altrove, in particolar modo a causa della diffusione della variante Delta, il pericolo è a dir poco concreto.

Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene fortemente probabile che emergano ulteriori varianti anche più pericolose: in questa situazione, infatti, c'è terreno fertile affinché il patogeno possa continuare a diffondersi e a replicarsi nella comunità, fino allo sviluppo di potenziali ulteriori mutazioni che gli consentano di sfuggire al sistema immunitario dell’ospite (ovvero la persona contagiata) e, in particolare, ad opporre resistenza agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti da una precedente infezione naturale che quelli generati dopo il vaccino.

I vaccini attualmente approvati in Italia e in Europa sono tutti efficaci contro le quattro varianti di preoccupazione (Alfa, Beta, Gamma e Delta), ma è fondamentale la doppia dose per abbattere il rischio di infezione sintomatica grave. Secondo gli esperti, le aree più problematiche sono ovviamente quelle in cui il virus circola molto e al contempo vi è una bassa copertura vaccinale. Se in un'area ad elevata copertura vaccinale, infatti, il patogeno si trova continue porte sbarrate in faccia e "semafori rossi" e non riesce quindi a circolare liberamente, al contrario, dove può trasmettersi liberamente e incontra solo di tanto in tanto un vaccinato, ha maggiori probabilità di evolversi e di generare nuove varianti che gli consentano di eludere le difese immunitarie. 

È anche per questa ragione che scienziati e sanitari all’unanimità e da ogni parte del globo raccomandano di vaccinare quante più persone possibili e nel più breve tempo possibile, continuando al contempo con le operazioni di tracciamento dei contatti e le misure per contenere i focolai.

Del resto, non esiste alcun vaccino efficace al 100%, ma i vaccini anti COVID-19 risultano estremamente protettivi, soprattutto contro la forma grave dell'infezione e la morte. Nella quota di vaccinati che viene infettata, inoltre, la carica virale risulta più bassa e la probabilità di trasmissione nella comunità è significativamente ridotta. 

Chi invece è totalmente scoperto, si infetta e sviluppa un'elevata carica virale e, anche in assenza di sintomi, può comunque contribuire in modo efficace alla diffusione ed all'evoluzione del SARS-CoV-2, alimentando al contempo il rischio di varianti pericolose per tutti.

Qual è la situazione attuale in Italia?

Contestualizzando la problematica, in questo momento, ad esempio, nel nostro Paese il contagio sta correndo rapidamente soprattutto tra le fasce di età più giovani, proprio quelle meno vaccinate. 

Secondo i virologi, i festeggiamenti sfrenati in seguito alla vittoria degli Europei di calcio e gli assembramenti con canti e balli senza mascherina lungo le coste dello Stivale, come dimostrano diversi video, avranno un prezzo salato da far pagare a tutti quanti; a maggior ragione, se si considera che le autorità sanitarie stanno avendo difficoltà nel tracciamento dei contatti

Come sottolineato dall'Assessore alla Salute della Regione Lazio, molti ragazzi positivi non collaborano con le storie sui contatti, magari per preservare le vacanze degli amici ed evitare loro la quarantena. Va inoltre considerato che molti giovani ritengono di essere "immuni" alla COVID-19, ma ci sono comunque casi di giovani che finiscono ricoverati in ospedale con anche gravi complicanze.

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Gloria Negri | Biologa e ricercatrice
Scritto da Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Osservare un meccanismo biologico, formulare delle ipotesi per spiegarlo e allestire esperimenti per confermare la propria tesi per poi raccogliere i dati e, infine, pubblicarli per rendere la propria scoperta fruibile a tutti: questo è il compito di ogni scienziato… e quindi anche il mio! Sono biotecnologo con dottorato di ricerca in genetica molecolare con una profonda passione per la scrittura e per la divulgazione scientifica. Sono autore e co-autore di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali indicizzate, di abstract per congressi, di contributi per siti internet e di un libro.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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