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Pillole di iodio e rischio nucleare: la verità, secondo l’esperto

Dr. Roberto Moccaldi

Ultimo aggiornamento – 14 Marzo, 2022

Iodio e rischio nucleare

Intervista al dr. Roberto Moccaldi, del Cnr-Spp (servizio prevenzione e protezione del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e presidente dell'AIRM, Associazione Italiana di Radioprotezione Medica, in collaborazione con Ufficio Stampa CNR.


Negli ultimi giorni, si è verificata una vera e propria “corsa alle pillole di iodio”, spinti dall'idea di poter proteggere così la propria salute da una eventuale fuga di radiazioni, che potrebbe essere generata da un incidente atomico in territorio ucraino

Ne abbiamo parlato con il dr. Roberto Moccaldi, del Cnr-Spp e presidente dell'AIRM (Associazione italiana di radioprotezione medica), il quale avverte: “sconsiglio assolutamente di acquistare ed assumere Iodio stabile allo stato attuale delle cose”.

A cosa servono le pillole di iodio e quando - solitamente - sono indicate?

In questo caso, parliamo di iodio stabile. Esso viene utilizzato per saturare di iodio normale la tiroide (si parla di “saturazione competitiva”), in caso di eventuale presenza di iodio radioattivo disperso in aria – che, quindi, può essere inalato o ingerito attraverso i cibi contaminati –. 

Lo iodio radioattivo viene rilasciato, appunto, negli incidenti legati alle centrali nucleari.

Perché le pillole di iodio sono consigliate contro le radiazioni?

Le pillole di iodio servono ad evitare che lo iodio radioattivo possa essere captato dalla tiroide. In questo modo, lo iodio radioattivo trova una specie di barriera: gli è quindi impossibile essere incorporato all’interno della tiroide ed emettere radiazioni dannose per la ghiandola e per i tessuti circostanti. 

La nostra  tiroide , inoltre, non funziona sempre allo stesso modo a tutte le età: è molto più attiva nei giovani e nei soggetti in età pediatrica, e quindi in questo periodo capta una maggiore quantità di iodio. Se è iodio radioattivo, ci sarà una notevole irradiazione della tiroide, con danni importanti, in particolare di tipo oncologico, in queste fasce di età.

Cosa prevede la iodoprofilassi? Entro quando assumere lo iodio, nella tragica ipotesi dello scoppio di una bomba atomica?

Il problema è legato alla tempestività dell’intervento: per saturare la tiroide e proteggerla dall’arrivo e dalla captazione di iodio radioattivo, la iodoprofilassi deve essere fatta nell’immediato momento – o meglio, qualche ora prima – della comparsa della nube radioattiva (non, quindi, dopo ore, perché sarebbe del tutto inutile, anzi dannoso).

É assolutamente possibile che la “nube” contenente iodio radioattivo causi dei problemi sanitari nella funzionalità tiroidea, ma è necessario correlare questo rischio con le concentrazioni di radioiodio nell’ambiente. É del tutto sconsigliabile utilizzare le pasticche di iodio naturale, senza che ce ne sia una reale necessità. In questi giorni, è facile imbattersi in una serie di allarmi e potenziali indicazioni di utilizzo dello iodio stabile, ma mi sento di sconsigliarne l’approvvigionamento e l’eventuale impiego per due motivi: 

  1. In primo luogo, può essere dannoso assumere iodio in quantità così importanti come quella contenuta in tali pasticche. 
  2. Il secondo motivo è che non vi sono assolutamente le condizioni: anche in caso di eventuale disastro in territorio ucraino, siamo a una distanza tale che non è ipotizzabile l’arrivo di una quantità di iodio radioattivo così elevata da giustificarne l’utilizzo.

Quali sono le conseguenze per la salute, se scoppiasse una atomica a più di 2 mila chilometri dall'Italia?

Abbiamo, purtroppo, avuto la possibilità di sperimentare questa situazione quando è avvenuto l’incidente di Chernobyl, che nelle zone circostanti ha causato una serie di problemi legati al fatto che bambini e adolescenti hanno inalato e ingerito (attraverso latte e altri alimenti)  iodio radioattivo , portando ad un aumento molto rilevante di casi di  neoplasia della tiroide . Lo stesso tipo di situazione, in Italia, non ha determinato nessun livello ambientale preoccupante – e, comunque, è stato molto lontano dai livelli previsti per attivare la somministrazione di iodio stabile –. 

Nel nostro Paese esiste un piano nazionale per fronteggiare eventuali emergenze di questo tipo: sono state fatte valutazione di possibili incidenti transfrontalieri (l’Italia, come è noto, non ha centrali nucleari) e, solo con situazioni molto particolari (incidente di massimo livello di gravità e condizioni atmosferiche sfavorevoli), si possono determinare, per alcune zone del nostro Paese situate al Nord, le condizioni per la somministrazione di iodio in compresse

Questo tipo di situazione viene autorizzata e gestita dalle Autorità deputate in Italia a questi compiti, sulla base dei monitoraggi del livello di radiazioni che vengono fatte da anni h/24 su tutto il nostro territorio. In ogni caso, sconsiglio assolutamente di acquistare e prendere Iodio stabile allo stato attuale delle cose.

Quali sostanze evitare, in caso di un incidente di radiazioni?

Le limitazioni di alcuni cibi sono legate alla concentrazione in essi di radionuclidi. Prima di attivare qualsiasi tipo di costrizione, bisogna comunque attendere le valutazioni delle Autorità di cui abbiamo detto, e che in questi casi attivano le loro “Unità di crisi”.

I cibi da non assumere nell’immediato, nel caso di incidente prossimo ai confini italiani, sarebbero principalmente le verdure, poiché vi si concentrano i radionuclidi per “caduta”, e il latte, dal momento che gli animali brucano erba potenzialmente contaminata. Ma ripeto: queste situazioni sono oggi non realistiche, ed in ogni caso sarà obbligatorio attenersi alle valutazioni che arriveranno dagli organismi deputati (in particolare da  ISIN  e dal Ministero della Salute); se non ci sono prescrizioni in questo senso, si può mangiare tutto senza limitazioni.

Quali altre sostanze, invece, assumere? 

In generale, non ci sono sostanze da assumere in maniera particolare: lo iodio è contenuto in bassissime concentrazioni (quelle necessarie al nostro fabbisogno) in ciò che mangiamo e beviamo normalmente. 

Ovviamente, in caso di necessità ed in carenza delle pasticche di iodio stabile, alcuni altri farmaci potrebbero essere utilizzati (ad esempio, disinfettanti a base di iodio). 

Non ci sono alimenti che possono essere paragonabili a questi in relazione alle concentrazioni di iodio.

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Dr. Roberto Moccaldi
Scritto da Dr. Roberto Moccaldi

Specialista del Cnr-app (servizio prevenzione e protezione del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e presidente dell'AIRM, Associazione Italiana di Radioprotezione Medica, in collaborazione con Ufficio Stampa CNR.

a cura di Redazione Pazienti
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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