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Problemi tiroidei: possibili responsabili di aborti spontanei

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 20 Gennaio, 2017

problemi alla tiroide: causa di aborto

Tra il 10% e il 15% delle gravidanze terminano con un aborto spontaneo. Nonostante, il dolore sia piuttosto evidente, la causa non sempre è nota.

Già alcuni esperti hanno anticipato che la medicina Occidentale non considera le disfunzioni tiroidee. Secondo il dr. Prudence Hall, fondatore del The Hall Center di Santa Monica (California), queste non sono diagnosticate nel 70% delle donne e sono una delle più comuni cause di aborto spontaneo. Il meccanismo che le relaziona non è ancora chiaro, è noto però che l’ipotiroidismo è la disfunzione più comune: può interessare infatti fino al 3% di tutte le donne in gravidanza.

Ipotiroidismo e rischio di aborto

Secondo una ricerca del Journal of Obstetrics and Gynaecology, anche la tiroidite autoimmune potrebbe essere una possibile causa di aborto spontaneo. Si tratta di una tra le più comuni malattie autoimmuni: interessano dal 5% al 15% delle donne in età fertile.

La dr.ssa Amy Myers, autrice di “The Autoimmune Solution” e “The Thyroid Connection”, evidenzia come molte disfunzioni tiroidee abbiano una natura immunitaria. Gli anticorpi tiroidei compaiono quando il sistema immunitario colpisce proteine tiroidee specifiche. Secondo la dr.ssa Myers, la presenza di questi anticorpi aumenta il rischio di aborto spontaneo, di nascita di un bimbo morto, prematuro o con un basso peso.

Anche uno studio pubblicato dal giornale Thyroid riporta che le donne con grave ipotiroidismo e tiroidite autoimmune presentano un rischio maggiore di aborto spontaneo.

Inoltre, come riporta una ricerca del Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, le donne con ipotiroidismo che seguono una terapia sostitutiva ormonale e che hanno livelli di TSH (ormone tireostimolante) di circa 2,5 mU/L all’inizio della gravidanza, sono esposte ad un rischio maggiore di aborto spontaneo.

Tiroide: una ghiandola importante

Si tratta di una ghiandola endocrina a forma di farfalla posizionata nella regione anteriore del collo. È responsabile della produzione di ormoni tiroidei, che attraverso il sangue raggiungono quasi tutte le cellule del corpo. Questa ghiandola può essere considerata come il centro di comando del corpo, in quanto regola il metabolismo e permette agli organi di funzionare efficacemente.

La tiroide è, inoltre, importante nella funzione riproduttiva: può incidere sulla produzione di ovuli e sullo sviluppo del feto. Aiuta inoltre il cervello del bambino a svilupparsi ed è responsabile della formazione della stessa ghiandola tiroidea del feto.

Proprio come gli altri ormoni nel corpo, gli ormoni tiroidei non funzionano isolati; come ricorda la dr.ssa Meyers: “tutti i nostri ormoni lavorano sempre insieme”. Pertanto, qualora gli ormoni tiroidei fossero sbilanciati, lo sarebbero anche gli altri ormoni necessari in una gravidanza sana“.

Malattie tiroidee: una difficile diagnosi

Se trattate e diagnosticate, le malattie tiroidee potrebbero potenzialmente prevenire alcuni casi di aborto spontaneo. Sarebbe vantaggioso che più medici effettuassero test di screening ai loro pazienti.

In ogni caso, il problema riguarda anche come effettuare le diagnosi in un primo momento. Lo stesso il dr. Hall evidenzia come sia difficile da diagnosticare una malattia tiroidea, in quanto il risultato non è sempre chiaro.

Ad esempio, circa il 40-50% delle donne con un solo esame del sangue non ricevono una diagnosi.

La dr.ssa Myers dichiara inoltre che molti medici testano il TSH solo quando è necessario misurare anche i livelli degli altri ormoni tiroidei. La stessa ricorda come, nella diagnosi, i sintomi che le donne riportano dovrebbero essere importanti tanto quanto l’analisi del sangue.

Anche il test dei riflessi dovrebbe essere operato, in quanto le donne con tiroide poco attiva presentano riflessi molto lenti.

Il dr. Hall raccomanda ad ogni donna di assumere dai 5 ai 10 milligrammi di iodio prima e dopo la gravidanza. Infatti, la carenza di iodio è causa di disfunzioni tiroidee, mentre la sua presenza favorisce un corretto funzionamento tiroideo.

Disfunzioni tiroidee possono anche essere familiari, a causa di:

  • tossicità ai metalli pesanti;
  • infezione;
  • sindrome della permeabilità intestinale;
  • sensibilità al glutine.

Altre cause di aborto spontaneo

Ci sono molte altri fattori che possono portare a un aborto spontaneo. Le più comuni sono:

  • anomalie cromosomiche: sono la causa del 60% degli aborti spontanei. Se si dovessero presentare diversi episodi di aborto spontaneo, è consigliato ricercare queste anomalie tramite test di laboratorio;
  • anomalie uterine e insufficienza cervicale, dovuta a collo uterino incompetente: sono la causa del 10% degli aborti spontanei. È difficile diagnosticare il problema prima di diversi aborti, ma è possibile correggere questi difetti anatomici con adeguate procedure mediche e/o chirurgiche;
  • disordini immunologici. L’embrione non è accettato dal corpo della donna e viene attaccato dal suo sistema immunitario. I trattamenti sono ancora in fase di studio, ma si sono riscontrati successi assumendo aspirina, eparina (un anticoagulante) e alcuni steroidi;
  • malattie non trattate, come diabete e problemi tiroidei (ipotiroidismo e ipertiroidismo). Devono essere tenute sotto controllo: con trattamenti farmacologici e – nel caso del diabete – seguendo con un adeguato stile di vita;
  • sindrome dell’ovaio policistico: colpisce tra il 5% e il 10% delle donne in età riproduttiva e comporta alti livelli testosterone, un ormone maschile che causa ovulazione e mestruazioni irregolari. Questa sindrome è associata a insulino-resistenza e il suo trattamento include farmaci antidiabetici;
  • infezione batterica, ad esempio da mycoplasma hominis e ureaplasma urealyticum. I batteri si stabiliscono nel tratto riproduttivo maschile e femminile. Nelle donne si assiste all’infiammazione dell’endometrio, che impedisce lo sviluppo embrionale. Queste infezioni sono facilmente risolvibili con antibiotici;
  • stile di vita: fumo, abuso di alcol (più di due bevande alcoliche al giorno), uso di droghe e esposizione a tossine ambientali. I fumatori, ad esempio, presentano un rischio raddoppiato di aborto spontaneo rispetto ai non fumatori. Per prevenire questo rischio è consigliato eliminare tutte le cattive abitudini prima della gravidanza.
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Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice
Scritto da Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Diplomata al Liceo Scientifico PNI in Matematica, ho iniziato i miei studi presso la facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano, successivamente ho prediletto la facoltà di Science Communication & Bionics presso una Università Internazionale con sede in Germania. Attualmente sto assistendo in un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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