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Uomo di 54 anni deceduto dopo un arresto cardiaco: colpa di troppa liquirizia

Redazione

Ultimo aggiornamento – 28 Gennaio, 2022

Arresto cardiaco ed eccesso della liquirizia

Un operaio edile di 54 anni del Massachusetts è deceduto dopo aver mangiato per 2 settimane consecutive oltre un pacco di caramelle alla liquirizia al giorno.

La troppa liquirizia sembra aver provocato un crollo del potassio e altre alterazioni negli elettroliti, che hanno determinato un arresto cardiaco per fibrillazione ventricolare e il successivo decesso, come sottolineato nel case report pubblicato sull’autorevole The New England Journal of Medicine

Cerchiamo di capirne di più.

La storia

Il protagonista della storia è un operaio edile di 54 anni del Massachusetts, stroncato da un arresto cardiaco dopo aver consumato un sacchetto e mezzo al giorno di caramelle gommose alla liquirizia per due settimane consecutive. 

Il caso clinico è stato studiato da un team americano guidato dai ricercatori dei Dipartimenti di Medicina, Radiologia e Patologia del Massachusetts General Hospital di Boston, in collaborazione con i colleghi del Brigham and Women's Hospital, della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard e dell'Institute for Medical Engineering and Science presso il Massachusetts Institute of Techonology, conosciuto ai più con l'acronimo di MIT. 

Ma facciamo un passo indietro. Tutto ha avuto inizio quando il 54enne, un abitudinario nel consumo spropositato di caramelle, ha deciso di passare a quelle alle varianti alla liquirizia. Come indicato nel Case Report pubblicato dai ricercatori, l'uomo era in un ristorante quando è stato colpito da un arresto cardiaco improvviso causato da una fibrillazione ventricolare. Il personale medico di emergenza è intervenuto nell’immediato, riuscendo a rianimarlo grazie un massaggio cardiopolmonare. Da qui, il ricovero in ospedale presso il reparto di terapia intensiva.

Dalle prime analisi del sangue, sono subito emersi livelli di potassio molto bassi, oltre a svariate variazioni degli elettroliti. Purtroppo, gli sforzi dei medici non sono bastati. Nonostante la ventilazione polmonare e una terapia ad hoc per ristabilire i corretti livelli degli elettroliti, il cinquantaquattrenne è deceduto 32 ore dopo il ricovero

Da un confronto con la famiglia dell’uomo, il personale medico ha appreso le insane abitudini del paziente: una dieta sbilanciata e, soprattutto, ricca di caramelle alla liquirizia.

I pericoli della liquirizia (se consumata in grandi quantità)

Purtroppo, si tratta di un caso emblematico ma che fa emergere come grandi quantità di liquirizia possano essere (molto) pericolose per il nostro organismo

Anche l’agenzia federale americana deputata al controllo dei farmaci e degli alimenti (FDA) lo sottolinea. «Se hai 40 anni o più, mangiare 60 grammi di liquirizia nera al giorno per almeno due settimane potrebbe portarti in ospedale con un ritmo cardiaco irregolare o aritmia», ha spiegato l’FDI. La colpa? Della glicirrizina, il principio attivo dolcificante estratto dalla radice di liquirizia, responsabile della diminuzione dei livelli di potassio nell’organismo. «Quando ciò accade, alcune persone sperimentano ritmi cardiaci anormali, così come ipertensione, edema (gonfiore), letargia e insufficienza cardiaca congestizia».

Proprio per questi motivi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce come soglia di sicurezza una quantità inferiore ai 2 milligrammi per chilogrammo di peso al giorno. Attenzione, però. Il problema non è rappresentato solo dai classici bastoncini di liquirizia e affini, ma anche da altri alimenti che ne contengono, ovviamente se non consumati con moderazione: si pensi al thé, alla birra o, ancora, alle gelatine e altri alimenti da banco.

Non è solo un problema di quantità. La liquirizia, infatti, dovrebbe essere consumata con particolare moderazione (o, meglio, evitata) dai pazienti con ipertensione arteriosa, ipokaliemia e insufficienza renale cronica. Più in particolare, massima prudenza quando si assumono anche farmaci ACE-inibitori, diuretici, lassativi, antiaritmici, pillola anticoncezionale e corticosteroidi. 

In questi casi, meglio optare per preparati deglicirizzinati che, però, potrebbero perdere le virtù benefiche.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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