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Varicella: periodo di incubazione, sintomi e complicazioni

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 12 Giugno, 2017

Varicella: periodo di incubazione e sintomi

Varicella, l’incubo dell’infanzia. Sì, questa comune malattia esantematica, altamente contagiosa e di origine virale, colpisce prevalentemente i bambini causando loro un brutto esantema, distribuito su tutto il corpo.

Qual è il periodo di incubazione? Quali sono i sintomi della varicella? Cerchiamo di rispondere insieme a tutte queste domande, per essere poi in grado di riconoscere, curare e prevenire la tanto temuta varicella.

Trasmissione e periodo di incubazione della varicella

L’agente eziologico della varicella è il virus varicella-zoster , appartenente ai virus erpetici (famiglia degli Herpes virus) e può essere trasmesso attraverso un contatto diretto con le vesciche, con gocce d’aria in caso di tosse o starnuti, oppure attraverso il contatto con elementi infetti di abbigliamento, lenzuola e biancheria intima.

Il rischio di infettarsi aumenta se si resta nella stessa stanza di una persona con la varicella per 15 minuti o se si rimane in stretto contatto con una persona infetta.

Il periodo di incubazione varia dai 10 a 21 giorni dopo l’esposizione al virus dell’Herpes varicella-zoster, terminati i quali iniziano a comparire i sintomi.

La malattia è più contagiosa uno o due giorni prima che si sviluppi l’eruzione cutanea e resta tale fino a quando il rash non è completamente asciutto, dunque circa cinque-sei giorni dopo l’inizio dell’irritazione.

Quali sono i sintomi della varicella?

Le vesciche compaiono da 10 a 21 giorni dopo l’esposizione al virus e di solito l’eruzione delle varicella dura da 5 a 10 giorni. L’eruzione cutanea è la manifestazione della presenza del virus.

Altri segnali e sintomi, che possono presentarsi uno o due giorni prima dell’eruzione, includono:

  • Febbre
  • Perdita di appetito
  • Mal di testa
  • Stanchezza e sensazione generale di malessere

Una volta sviluppatesi le vesciche, si attraversano tre fasi:

  1. Papule e piccole vescicole piene di fluido, che esplodono per diversi giorni
  2. Croste che coprono le vescicole scoppiate (la malattia rimane contagiosa fino a quando le papule non si trasformano in croste)
  3. Nuove vescicole che continuano a comparire per diversi giorni

La malattia si manifesta generalmente in forma lieve nei bambini sani. Nei casi gravi, l’eruzione cutanea può diffondersi per coprire l’intero corpo e le lesioni possono formarsi nella gola, negli occhi e nelle mucose dell’uretra, dell’ano e della vagina.

Chi è a maggior rischio di contrarre la varicella?

Tra i soggetti esposti a un rischio maggiore di contrarre la varicella sono inclusi:

  • Soggetti immunodepressi
  • Soggetti che non hanno mai contratto Herpes virus
  • I non vaccinati contro il virus varicella-zoster
  • Bambini di età inferiore ai 10 anni

Chi è a rischio di complicanze?

Alcune classi di persone sono a maggior rischio di complicazioni e tendono a sviluppare forme gravi di varicella. Tra questi troviamo:

  • Soggetti immunodepressi
  • Neonati e neonati molto piccoli
  • Adolescenti e adulti
  • Donne in gravidanza al primo contatto con un herpes virus

Il virus può anche causare sindrome congenita di varicella nel neonato.

La maggior parte delle persone ottiene immunità a lungo termine dopo aver contratto la varicella. Il virus della varicella-zoster, tuttavia, come tutti gli Herpes virus, non abbandona mai il corpo di chi lo ha contratto ma va in uno stato di quiescenza a livello dei gangli spinali (sistema nervoso).

Il virus può dunque essere soggetto a riattivazione nel momento in cui il sistema immunitario è debilitato a causa di malattie o forte stress. Una seconda infezione da herpes zoster non dà luogo nuovamente alla varicella ma a quello noto come “fuoco di Sant’Antonio”.

Se è possibile contrarre la varicella (parliamo in assoluto di primo contatto con il virus) da soggetti affetti da varicella e contagiosi al momento del contatto, non è possibile contrarre per la seconda volta lo stesso virus tramite contatto con soggetti contagiosi. L’eventuale seconda manifestazione sotto forma di fuoco di Sant’Antonio è dovuta alla riattivazione del virus latente nel sistema nervoso e non a contatto con soggetti con varicella o herpes zoster.

Esiste il vaccino contro la varicella? Qual è la sua efficace?

Il vaccino contro la varicella esiste ed è ottenuto da virus vivi attenuati di varicella-zoster. Un vaccino vivo attenuato non è in grado di provocare la malattia ma evoca la risposta immunitaria sufficiente a sviluppare gli anticorpi specifici.

La varicella è contagiosa, ma si tratta di una malattia che non mette eccessivamente in allarme la società, poiché nella maggior parte dei casi si risolve con esito favorevole.

In realtà, anche questa malattia in alcuni casi può far male – ha spiegato il dr. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) – Per esempio, nella forma neonatale, nelle donne incinte, negli adulti e in particolare nelle persone immunodepresse, tra i quali può provocare encefaliti e infezioni del cervelletto. Per questo è necessario rafforzare la cultura vaccinale in Italia. L’obiettivo – ha concluso lo studioso – è proteggere i più deboli, che non possono accedere ai vaccini”.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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