icon/back Indietro Esplora per argomento

Perché la vitamina A potrebbe aiutare le persone con diabete

Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 05 Marzo, 2021

Il legame tra Vitamina A e retinopatia diabetica

È ormai opinione consolidata che l’alimentazione non sia solo uno strumento per sostenere l’organismo, ma anche per contribuire al mantenimento della salute stessa. Anzi, una sana e corretta alimentazione può rappresentare un valido supporto per la prevenzione di numerose patologie, anche gravi. 

È il caso della vitamina A che, secondo un recente studio, potrebbe essere un ottimo alleato per chi soffre di diabete.

Un precursore della vitamina A a beneficio della vista

In un recente studio pubblicato su The American Journal of Pathology, i ricercatori hanno posto l'evidenza sulla correlazione tra i livelli del cromoforo 9-cis-retinale (un precursore della vitamina A) a livello ematico e lo sviluppo della retinopatia diabetica in topi del ceppo Akita, usati come modello sperimentale per lo studio del diabete di tipo 1. 

A un gruppo di topi è stato somministrato il cromoforo 9-cis-retinale mentre a un secondo gruppo un placebo. Sono stati poi valutati dei parametri correlati alla visione e alla funzionalità della retina quali la risposta all’elettroretinogramma (ERG), la morte delle cellule retiniche e lo stress ossidativo. Gli autori hanno quindi notato un significativo miglioramento della capacità visiva dei topi che avevano ricevuto il cromoforo rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo. 

La conclusione viene da sé: l’assunzione di questa molecola risulterebbe quindi associata a una riduzione del rischio di sviluppare retinopatia diabetica.

Retinopatia diabetica: da cosa è scatenata

La retinopatia diabetica è una patologia microvascolare che si sviluppa tipicamente come complicanza del diabete compromettendo la funzionalità della retina e, quindi, impattando negativamente sulla vista. 

Secondo alcuni studi, proprio la scarsa quantità di retinolo disponibile, e di conseguenza di vitamina A, potrebbe essere uno dei fattori di rischio che espone alcuni soggetti diabetici all’insorgenza di questa grave malattia oculare. 

In caso di diabete, infatti, l’iperglicemia fa sì che il fegato rilasci nel sangue meno retinolo di quanto è necessario all’organismo, con conseguenze negative per la salute dell’occhio. Inoltre, l’elevata concentrazione di glucosio a livello ematico può causare l’ostruzione dei microvasi sanguigni della retina che si associa alla degenerazione della vista.

La vitamina A e il meccanismo della visione

La vitamina A svolge un ruolo essenziale nel funzionamento della retina, in quanto prende parte al meccanismo che consente di convertire gli stimoli luminosi in impulsi nervosi, che sono poi trasmessi al cervello che li rielabora e li trasforma in immagini. 

In particolare, la vitamina A contribuisce alla sintesi di una proteina che, associata all’11-cis-retianale, consente all’occhio di vedere. 

Gli autori dello studio hanno notato che una diminuzione di vitamina A, e quindi di 11-cis-retinale, potrebbe essere associata alla patologia diabetica nei topi modello studiati. Inoltre, i ricercatori sottolineano che il diabete causa la deficienza della vitamina A che, a sua volta, determina un danneggiamento della capacità visiva ancora prima che siano visibili i danni vascolari sulla retina.

Il metabolismo della vitamina A e dove trovarla

Il nostro organismo è in grado di produrre la vitamina A in due modi: partendo direttamente dal retinolo, che viene immagazzinato nel fegato per poi essere rilasciato nel sangue in modo da mantenere una concentrazione adeguata allo svolgimento delle sue funzioni, oppure partendo dai carotenoidi, che vengono metabolizzati in retinolo nell’intestino. Anche il retinolo così ottenuto viene poi stoccato nel fegato. 

Il nostro organismo non è in grado di produrre autonomamente la vitamina A ma deve assumerla tramite gli alimenti che la contengono come uova, latte e derivati, frutta e verdura ricche di carotenoidi come carote, albicocche, frutti di bosco e pomodori: insomma, frutti e verdure di colore arancio-rosso-viola. 

Condividi
Gloria Negri | Biologa e ricercatrice
Scritto da Gloria Negri | Biologa e ricercatrice

Osservare un meccanismo biologico, formulare delle ipotesi per spiegarlo e allestire esperimenti per confermare la propria tesi per poi raccogliere i dati e, infine, pubblicarli per rendere la propria scoperta fruibile a tutti: questo è il compito di ogni scienziato… e quindi anche il mio! Sono biotecnologo con dottorato di ricerca in genetica molecolare con una profonda passione per la scrittura e per la divulgazione scientifica. Sono autore e co-autore di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali indicizzate, di abstract per congressi, di contributi per siti internet e di un libro.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
Mascara e Salute
Mascara e salute degli occhi: perché è importante leggere gli ingredienti

Il mascara è un cosmetico particolarmente amato ed utilizzato, ma può nascondere pericolose insidie per la salute degli occhi e dell'organismo in generale. Scopriamo quali sono e come tutelarsi!

Cataratta e Ictus: il Legame
Cataratta, rischio di ictus e infarto maggiore dopo l’intervento chirurgico?

Intervento alla cataratta, ictus e infarti: esiste un legame? Uno studio osservazionale, durato diversi anni, cerca di far chiarezza.

icon/chat