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Toxoplasmosi nel cane: sintomi e trattamento

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Febbraio, 2024

cane dal veterinario

È vero che anche il cane può essere infettato dal batterio del Toxoplasma? Con quali sintomi si manifesta questa malattia e quale terapia occorre mettere in atto? Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla Toxoplasmosi nel cane.

Toxoplasmosi nel cane: è possibile?

La Toxoplasmosi è una patologia protozoaria che viene trasmessa dal batterio del Toxoplasma gondii. Tale infezione può colpire praticamente tutti gli animali a sangue caldo, compreso l'uomo, tuttavia l'esemplare maggiormente associato a questa problematica è il gatto.

I felini, infatti, sono l'unica specie che è in grado di eliminare le oocisti resistenti e infettate dal batterio nell'ambiente e lo fanno attraverso le loro feci, per un periodo limitato della loro vita.

Anche il cane può essere infettato dalla Toxoplasmosi, tuttavia, a differenza del gatto, non può trasmettere il batterio all'uomo. Il contagio della toxoplasmosi nei cani avviene attraverso il contatto con le feci di un animale infetto oppure, proprio come avviene per l'essere umano, quando l'animale mangia la carne cruda di un esemplare infettato dal Toxoplasma gondii

Sebbene quindi tale patologia possa colpire anche il cane, ciò che differisce rispetto al gatto è l'evoluzione dei diversi stadi di sviluppo del parassita.

Il gatto è, infatti, l'unico animale che compie il ciclo biologico completo: non appena esso viene infettato, forma delle oocisti all'interno del suo intestino, le quali vengono poi espulse attraverso le feci dopo circa una-due settimane. 

Tali oocisti sono particolarmente resistenti, infatti sopravvivono nell'ambiente per diversi mesi e sono resistenti ai disinfettanti, al congelamento e all'essiccazione; per questo motivo può capitare che il cane che entra in contatto con le oocisti di un animale infetto, contragga la malattia. 

La presenza del Toxoplasma nel cane, così come nell'uomo, non dà avvio al ciclo completo: ciò significa che il batterio, una volta entrato in circolo all'interno dell'organismo, vi rimane, ma non viene eliminato con le feci.

Sintomi della toxoplasmosi nel cane

La Toxoplasmosi nei cani può manifestarsi principalmente in tre modi, ovvero in forma acuta, in quella subacuta e in forma cronica. Talvolta l'infezione può essere asintomatica dare sintomi lievi, oppure gravi a seconda dello stato dell’infestazione e della sede delle cisti del parassita, inoltre può anche essere che non si manifestino tutti i segnali tipici di un'infezione, ma solamente alcuni. 

Qualora tuttavia si notassero i seguenti segnali fisici, è consigliabile contattare il veterinario per sottoporre il cane a una visita specialistica:

  • debolezza muscolare
  • letargia;
  • convulsioni;
  • problemi respiratori;
  • ittero;
  • mancanza di coordinazione nei movimenti;
  • depressione;
  • tremori;
  • infiammazione del bulbo oculare;
  • febbre;
  • dispnea;
  • diarrea;
  • vomito;
  • aritmie e insufficienza cardiaca.

Spesso l'infezione nel cane si manifesta con sintomi respiratori, neuromuscolari, oculari e gastroenterici, sebbene, proprio come avviene nel gatto o nell'uomo, le forme più gravi colpiscono i soggetti già affetti da altre patologie o da difetti congeniti, i cuccioli e gli animali immunodepressi. È proprio in questi animali che il Toxoplasma colpisce in modo più aggressivi, andando a determinare sintomi come:

  • crisi epilettiche;
  • tremori, paresi;
  • paralisi;
  • deficit nella deambulazione;
  • rigidità o atrofia muscolare;
  • complicazioni a livello dei polmoni e del fegato che possono condurre, in alcuni casi, anche alla morte del cane.

Se la Toxoplasmosi del cane si manifesta in forma acuta, ovvero con febbre molto alta, sintomi gastrointestinali e broncopolmonite, può essere fatale, mentre in versione subacuta o cronica presenta manifestazioni più attenuate e gestibili.

Toxoplasmosi nel cane: quale terapia?

Qualora si notassero dei sintomi riconducibili a un quadro di salute anomalo nell'animale, è necessario sottoporre il cane a una visita veterinaria. In questa occasione il medico eseguirà le analisi del sangue alla ricerca di eventuali anticorpi prodotti dall'organismo per contrastare l'infezione. 

In questa sede sarà possibile scegliere quali farmaci somministrare al cane, anche se in genere si opta per antibiotici specifici o, nei casi più gravi, per farmaci come la clindamicina. In presenza di manifestazioni gastrointestinali come diarrea e vomito, il veterinario potrà anche consigliare delle flebo per contrastare lo stato di disidratazione nell'animale.

cane-toxoplasmosi


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Toxoplasmosi nel cane e gravidanza

ll rapporto tra Toxoplasmosi e cani in presenza di una donna incinta è meno problematico rispetto a quello del gatto, anzi praticamente privo di rischi. Non vi sono controindicazioni, infatti, a convivere in casa con un cane affetto da Toxoplasmosi perché questo animale non può trasmetterlo all'uomo

Il gatto è l'unica specie ad avere la capacità di diffondere l'infezione attraverso le sue feci e per questo motivo alcuni veterinari mettono in guardia le donne in gravidanza dall'eventualità di un possibile contagio. I cani non possono trasmettere la Toxoplasmosi perché, a differenza dei felini, non espellono le feci caratterizzate dalla presenza di oocisti, tuttavia anche il contagio avvenuto attraverso il felino è molto raro e in genere quasi assente negli animali che vivono solamente in casa.

La Toxoplasmosi è un'infezione che negli esseri umani in buona salute generalmente non causa sintomi eccessivamente gravi, tuttavia le cose si complicano quando a contrarla è un soggetto immunodepresso o una donna incinta. Il batterio del Toxoplasma ha infatti la capacità di attraversare la barriera placentare e, quindi, di andare ad infettare il feto.

Le conseguenze possono essere molto gravi, soprattutto se la Toxoplasmosi viene contratta nei primi tre mesi di gestazione, e le principali conseguenze includono le malformazioni fetali, le alterazioni o i ritardi nello sviluppo, la possibilità di parto prematuro fino al rischio di aborto spontaneo. Tale patologia non viene comunque trasmessa solo dal contatto con le feci dei gatti, ma anche con l'introduzione di alimenti crudi (come carne, pesce, latte, uova, verdura,..) infetti. 

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Luca Buosi
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