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È possibile essere insulino-resistente avendo i valori nella norma?

Buongiorno, 
mia moglie ha 27 anni, è alta 158 cm e pesa 95 kg. Le è stato riscontrato già da diversi anni ovaio policistico, ma non hanno mai fatto fare curva glicemica e/o insulinemica. Ha effettuato solo adesso le analisi del sangue della glicemia (valore 82 mg/dl), insulina (valore 16,7 uiu/ml) e hba1c (valore5,1%). Guardando questi valori, risulta tutto nella norma, mentre se andiamo a fare l'indice homa risulta insulino resistente. È possibile essere insulino resistente avendo i valori nella norma? Adesso è alla 12^ settimana di gravidanza, ottenuta dopo 6 fecondazioni in vitro. Sta facendo terapia di Progynova, Prontogest, vitamina d, Cardioaspirina e Clexane 2000.

Grazie

Risposta

Buongiorno gentile utente,
la domanda è molto interessante e realizza una discussione di sicuro coinvolgimento generale.

Spesso capita che, valutando analisi sanguigne di una persona, si notino valori talora ai limiti, ovvero borderline, ma che "nel complesso" possono essere etichettati come "accettabili".

Il caso del gentile utente è emblematico al proposito.

Se ci si soffermasse solo ed esclusivamente sui valori numerici delle analisi riferite, ci si troverebbe di fronte a valori "nella norma".

Se, invece, approfondiamo la nostra analisi, giungiamo a conclusioni tutt'altro che favorevoli.

Al fine di una serena discussione generale, il consiglio è quello di non considerare almeno inizialmente alcuni dati che il gentile utente ha voluto sottoporre come completezza (tali dati fisiopatologici verranno considerati  solo conclusivamente per dare una risposta esaustiva).

In generale dunque: la questione è lo stato di insulino-resistenza.

Tale stato può essere definito come un'anomalia dell'azione metabolica dell'insulina, la quale, per motivi diversi (conversione incompleta di pro-insulina in insulina, oppure per presenza di fattori antinsulina, oppure per diminuzione del numero di recettori cellulari o per difetto post recettoriale) abbassa la sua affinità recettori-insulina e obbliga l'organismo a compensare, stimolando il pancreas a produrre più insulina, aprendo finalmente un quadro di iperinsulinemia che caratterizza di fatto la resistenza insulinica.

Esistono dei modelli matematici che forniscono una stima della resistenza insulinica basale.

Uno di questi è l'indice Homa che, in sintesi, rappresenta numericamente il risultato della moltiplicazione tra glicemia e insulinemia. Nel caso riportato dall'utente, tale indice conclude per insulino-resistenza.

Esistono altri tests di sicuro significato epidemiologico.

Ottimo risulta essere quick test, il quale stima il valore della sensibilità dell'insulina prodotta (il calcolo avviene tramite uso di logaritmi).

L'applicazione al singolo paziente di tali tests può essere motivo di studio e di completezza per la diagnosi al di là della semplice valutazione dei singoli esami basali considerati.

Un consiglio può essere dato in quest'ottica di applicazione diagnostica, sempre ai fini della valutazione metabolica, di completare il pannello degli esami almeno con trigliceridemia e colesterolemia.

Infatti, avendo a disposizione tali valori, si possono ottenere altri indici di sicuro interesse.

Il primo è il TyG-Index ovvero l'indice di insulino-resistenza in soggetto portatore di sindrome metabolica (il valore si ricava calcolando il logaritmo del valore numerico dei trigliceridi per il valore della glicemia, il tutto  diviso per 2, laddove il valore border line è pari a 4,3).

Altro indice è TY/HDL che si calcola facilmente dividendo il valore dei trigliceridi per valore di HDL, il cui valore limite è 1,8, che fornisce un'indicazione della resistenza insulinica in soggetti in sovrappeso e che rappresenta un marker per previsione di diabete, nonchè di malattia cardiovascolare.

Volendo concludere: l'odierna scienza medica consiglia di non fermarsi al valore del singolo esame, bensì di valutare nell'interezza e con correlazione i valori di diversi esami ematochimici, studiando anche indici di correlazione, come quello sopra ricordati. 

Il fine ultimo è quello di apportare una previsione numerica atta, nel caso che gli indici fossero positivi, a porre in atto una prevenzione riguardante lo stile di vita con lotta al sovrappeso, alla sedentarietà, con assunzione di cibi a vera capacità nutritiva e con possibile azione anti-ossidante e antiflogistica.

Sono questi, in sintesi estrema, i consigli che possono essere inviati al gentile utente. 

Occorre, per la tua gentile  compagna, un completamento degli esami ematochimici. 

Applicazione dei 2 tests consigliati (TyG Index e Ty/Hdl) e, se anch'essi alterati, porre immediatamente in atto meccanismi preventivi. 

Il primo consigliato è sicuramente quello di combattere il sovrappeso al fine di ripristinare un'armoniosa attività metabolica che indurrà, nel tempo, risultati di elevato profilo.

Saluti
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Risposta a cura di
Dr. Flavio Trombetta Medico Chirurgo
Dr. Flavio Trombetta
diabetologomedico di Medicina interna
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