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Si deve evitare il latte in età adulta?

Salve, ho sentito dire che il latte e i suoi derivati fanno bene perché importanti fonti di calcio. Ultimamente però, sento spesso dire che sia meglio non assumerne in età adulta: è veramente così?

Risposta

Buongiorno,

purtroppo è cosi. Questo non vale solo per gli adulti, ma anche per i bambini che devono essere nutriti solo con il latte materno per almeno 2 anni. Ormai, non possiamo più chiudere gli occhi d'avanti all'evidenza, la ricerca scientifica parla in modo chiaro e abbiamo tantissimi dati a disposizione che confermano che il latte aumenta il rischio di cancro, osteoporosi e diabete di tipo 1 ai bambini. Questi dati sono confermati dall'Università di Harvard e da scienziati di fama internazionale. Inoltre, questi dati sono sostenuti anche dall'Istituto dei Tumori di Milano.

Per tanti anni, siamo vissuti con la convinzione che il latte facesse bene alle ossa perché ottima fonte di calcio, come spesso proposto dai media. Allora, perché le popolazioni che bevono latte quotidianamente e per molti anni hanno osteoporosi e, invece, chi non lo beve fa registrare molti meno casi? La risposta ci viene data dalla biochimica: le proteine di origine animale contengono tantissimi aminoacidi che devono essere neutralizzati ed eliminati nel minor tempo possibile dal nostro corpo perché sono sostanze molto acide e possono creare danni se passano dalle delicate vie urinarie.

Il tampone che il nostro corpo usa per neutralizzare queste sostanze è il calcio. Per questo, il latte, pur essendone ricco, non ne ha abbastanza per coprire questa esigenza e per supplire alle esigenze del nostro organismo. Possiamo quindi capire che non è importante la quantità di calcio di un alimento, ma la sua capacità di fissarlo all’interno del nostro corpo senza dover essere utilizzato per altri motivi. Quindi, per migliorare l’apporto di calcio, bisognerebbe, in generale, diminuire l’assunzione di proteine di origine animale (e non solo quelle del latte) ed affidarsi ad alimenti vegetali come legumi, soia, mandorle, sesamo, fichi, semi di lino, verdura a foglie verdi ed agrumi.

Il latte, inoltre, può creare disturbi cognitivi nei bambini e aumentare il rischio cardiovascolare. Secondo il Dottor Kevin Woddford, professore di Farm and Agribusiness alla Lincon University, il consumo di latte è collegato all’autismo e alla dislessia nei bimbi e, in generale, alle infiammazioni dei vasi sanguigni aumentando così il rischio cardiovascolare. Il professore ha portato, come testimonianza della sua tesi, oltre 100 articoli scientifici che esaminano ricerche condotte sia su esseri umani che su animali. Dalla sua ricerca risulta che 5000 anni fa, la Beta-Caseina, una proteina presente nel latte, si è trasformata e da quel momento esistono 2 tipi di mucca: la A2 (di tipo antico) e la A1 (quella che oggi produce il latte con la proteina trasformata e che è largamente diffusa in Europa ed in tutto il mondo). Questa proteina è stata trovata a livelli altissimi in oltre il 90% dei bambini autistici. Questi pazienti, sottoposti ad una dieta priva di caseina, hanno mostrato un miglioramento nell’80% dei casi.

Ci sono altri studi che dimostrano che la proteina del latte può causare cancro al seno nelle donne. Se pensiamo che questi studi sono stati affrontati negli anni '60, quando le mucche non erano ancora sottoposte a terapie ormonali per produrre più latte, possiamo immaginare cosa arriva effettivamente nel bicchiere di latte che troviamo in commercio. Io ti sconsiglierei tassativamente il consumo del latte e derivati.

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Risposta a cura di
Dr.ssa Maria Papavasileiou Nutrizionista
Dr.ssa Maria Papavasileiou
dietologonutrizionista
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