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La sindrome compartimentale può provocare neuroma e trombo venoso?

Mio figlio di 23 anni fece un intervento per frattura traumatica comminuta del piatto tibiale. Ci fu una complicanza detta sindrome compartimentale che venne trattata d'urgenza 24 ore dopo l'uscita dalla sala operatoria. Dopo l'intervento, il ragazzo non muoveva più il piede per la presenza dello SPE. Dimesso con antidolorifici morfinici e Fraxiparina da 0,4 per 10 giorni. Confermato lo stop della terapia anticoagulante il giorno della rimozione dei punti. Dopo 20 giorni (senza Fraxiparina), per i forti dolori alla gamba fece un ecodoppler che evidenziò un trombo di 6 cm nella vena poplitea. Messo subito in terapia Fraxiparina 0,8 per 2. Dopo 6 mesi di elettromiografia completamente piatta, venne fatto un intervento esplorativo del nervo che evidenziò un neuroma a livello del ginocchio esterno, che occludeva completamente il nervo, provocando il cosiddetto piede cadente. L'intervento proseguì con l'auto trapianto del nervo surale. A distanza di 6 mesi, il piede è ancora cadente. Può la sindrome compartimentale, risolta dopo 24 ore, avere provocato il neuroma e il trombo di 6 cm nella vena poplitea? Grazie per l'attenzione.

Risposta

Buongiorno,
la circostanza clinica descritta è alquanto complessa e non vorrei in nessun modo criticare l'operato dei colleghi che hanno avuto in cura tuo figlio, nè licenziare con leggerezza le tue domande. Procederò per ordine, solo al fine di fare un po' di chiarezza.

La sindrome compartimentale si verifica quando i muscoli di una loggia sono stati ischemici per troppo tempo (ma non così a lungo da farli morire del tutto). Questo si verifica, quando un'arteria si chiude o in seguito a del materiale all'interno del vaso stesso (per esempio, un embolo o una placca) oppure quando il vaso viene compresso dall'esterno o distorto da un trauma. Il risultato, dopo aver ripristinato il flusso di sangue ai muscoli, è quello di un eccessivo gonfiore del muscolo in questione che, essendo contenuto dentro un sacchetto inespansibile (la loggia appunto), soffre per una mancanza di sangue a livello capillare (i vasi principali che nutrono il muscolo sono pervi, ma il gonfiore eccessivo impedisce ai capillari di portare i globuli rossi fino alle cellule muscolari o di riportare il sangue venoso verso il cuore).

Il trombo di 6 cm nella vena poplitea di cui parli configura una trombosi venosa profonda. Questa evenienza si verifica più frequentemente, in assenza di altri fattori predisponenti, nei pazienti ipomobili. Per intenderci, tutti quei pazienti che, per vari motivi, non possono muoversi in modo adeguato (i pazienti allettati, quelli in carrozzina).

Il neuroma è l'esito di una cicatrice esuberante ed inefficace del nervo.

Per rispondere alla tua domanda: la sindrome compartimentale potrebbe aver provocato una lesione del nervo (che si era manifestata con un deficit dello SPE, come da te descritto). Il nervo, cercando di ripararsi, potrebbe aver formato un neuroma. La trombosi della vena poplitea potrebbe essere stata provocata dall'ipomobilità e dalla sospensione della terapia eparinica. 

Spero di aver contribuito a fare un po' di chiarezza. 

Cordiali saluti
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Risposta a cura di
Dr. Gabriele Bertoni Medico Chirurgo
Dr. Gabriele Bertoni
angiologochirurgo vascolare
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